"Schedature,, Fiat: processo separato per tre imputati gravemente ammalati di Clemente Granata

"Schedature,, Fiat: processo separato per tre imputati gravemente ammalati Aperto il processo a Napoli tra schermaglie procedurali "Schedature,, Fiat: processo separato per tre imputati gravemente ammalati Sono Gaudenzio Bono, Antonio Rosa e Dino Valeri: i primi due alti dirigenti dell'azienda Dichiarazione di contumacia (perché assenti illegittimamente) per altri 29 accusati - I sindacati Cisl e Cgil si dichiarano parte civile in aula - Il dibattimento proseguirà giovedì prossimo (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 30 settembre. Separazione dei giudizi per tre imputati colpiti da gravi malattie, dichiarazione di contumacia nei confronti di altri ventinove illegittimamente assenti, e apertura del dibattimento: anche se faticosamente tra pause e prime schermaglie procedurali il processo per le «schedature» Fiat si è messo in moto stamane in un'aula della corte d'assise «imprestata» per la occasione perché più ampia alla sesta sezione del tribunale presieduta dal dottor Mario Lupone Due degli imputati per i quali è stato disposto lo stralcio e il rinvio a nuovo ruolo, Gaudenzio Bono e Antonio Rosa, alti dirigenti della Fiat, sono personaggi centrali dell'inchiesta e la loro posizione appare intimamente collegata a quella di tutti gli altri, ma sulle ragioni della connessione e della organicità del dibattimento hanno finito per prevalere, come aveva chiesto il pubblico ministero dottor Marelli, quelle della celerità del giudizio: la questione delle «schedature» Fiat per la quale cinquantadue persone devono rispondere a vario titolo dei reati di corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio si trascina da cinque anni abbondanti e tutti, compresi gli imputati, avvertono l'esigenza di un chiarimento. Sono gli avvocati Reale di Napoli e Gabri di Torino a presentare, stamane nelle primissime battute dell'udienza, i certificati medici attestanti le malattie di Bono e di Rosa, il primo colpito da «ictus cerebrale», il secondo da «leucemia linfatica». Ad essi fa seguito l'avvocato Altara di Torino per Edoardo Moggio e Dino Valeri, agenti del Sios. Subito il pubblico ministero chiede la visita fiscale. Il tribunale incarica la pretura di Torino di predisporre gli accertamenti e sospende l'udienza. La sospensione dura dalle undici alle quattordici, poi dal capoluogo piemontese giungono i fonogrammi con le risposte: Bono, Rosa e Valeri effettivamente impossibilitati a presenziare al dibattimento, Moggio introvabile \ nella sua casa di corso Lecce (successivamente l'avvocato Altara informerà i giudici che si trova a Cuorgné). Che fare? Stralcio o nuovo slittamento come nel gennaio scorso? Sta per parlare il pubblico ministero quando interviene l'avvocato Costanzo. Con gli avvocati Bianca Guidetti Serra, prof. Bin e i parlamentari Magnani Noya socialista, e Spagnoli, comunista (oggi assente al processo perché impegnato nei lavori della Commissione inquirente), eglitutela gli interessi dei sindacati Cisl e Cgil e dichiara appunto che essi intendono costituirsi parte civile. Tra i difensori c'è un po' di fermento: è ammissibile la costituzione in un momento in cui non si sa ancora se il dibattimento proseguirà? Non si pregiudica il diritto della difesa ad opporsi? Il presidente assicura: nessun pregiudizio, la difesa potrà svolgere tutte le argomentazioni che riterrà opportune non appena concluse le formalità di apertura del dibattimento. Si prosegue e il pubblico ministero citando il quarto comma dell'articolo 497 del Codice di procedura penale (separazione dei giudizi in caso di legittimo impedimento di alcuni imputati) e un paio di sentenze della Cassazione, chiede lo stralcio per Bono, Rosa e Valeri, la dichiarazione di contumacia per Moggio e altri ventotto imputati assenti ingiustificati, la prosecuzione del processo per questi ultimi e per coloro che si sono presentati, venti in tutto. Conclude: «La separazione non pregiudica nessun diritto della difesa. Teniamo presente inoltre che il dare giustizia rapida è più importante del darla ponderata». L'avvocatessa Guidetti Serra fa propria l'istanza della pubblica accusa e afferma che per l'esigenza di un giudizio rapido la parte civile rinuncerà «ad altre possibili eccezioni». Ma l'ipotesi dello stralcio non sta bele ad alcuni difensori. L'avvocato Palumbo che tutela Mario Cenerino addetto ai «servizi generali» della Fiat durante il periodo delle «schedature» interviene: «In questo processo ci sono presunti corruttori e presunti corrotti, le posizioni degli uni sono legate a quelle degli altri, è indispensabile un giudizio unitario». Aggiunge: «E poi la situazione di oggi è identica a quella di gennaio. Allora il Tribunale ritenne opportuno non compiere stralci, per quale motivo dovrebbe ora esprimere in giudizio diverso'!». Parla l'avvocato Gabri: «Il p.m. ha citato l'articolo 497 quarto comma, ma proprio quella disposizione esclude lo stralcio e ammette il rinvio quando il giudice per "evidente e assoluta necessità" lo ritiene opportuno». Le 1 posizioni degli imputati mag I gi0ri sono inscindibili e quin 1 dj( secondo il legale, non è lo gico separare i giudizi. Sono le ultime battute, poi il tribunale si ritira. Verso le sedici il presidente emette l'ordinanza, la seconda dell'udienza. Nel provvedimento si afferma che «non sussistono ragioni di evidente e assoluta necessità di un giudizio unitario» e dal momento che l'impedimento a comparire in udienza di Bono, Rosa e Valeri «risulta giustificato e assoluto» i giudici ordinano nei loro confronti lo stralcio e il rinvio a nuovo ruolo. Per gli altri 49 imputati (29, tra cui il Cenerino, dichiarati contumaci) il processo prosegue. Il presidente dichiara aperto il dibattimento e fissa la nuova udienza a giovedì prossimo. Clemente Granata

Luoghi citati: Bono, Cuorgné, Napoli, Torino