I palestinesi resistono agli attacchi sferrati da forze siriane e cristiane

I palestinesi resistono agli attacchi sferrati da forze siriane e cristiane Accaniti scontri sulle montagne che dominano Beirut I palestinesi resistono agli attacchi sferrati da forze siriane e cristiane Beirut, 29 settembre. Si continua a combattere nel Libano centrale dopo l'improvvisa offensiva lanciata ieri da siriani e cristiani contro le posizioni palestinesi e della milizia musulmano-progressista. Gli attaccanti, appoggiati da mezzi corazzati, artiglieria pesante e missili terra-terra, sono riusciti a penetrare nelle prime ore di oggi, nelle linee di difesa palestinesi, ma dopo aspri combattimenti sono stati respinti. In serata sembra che palestinesi e progressisti siano riusciti a mantenere sostanzialmente il controllo delle loro posizioni. Secondo alcuni giornalisti, che stamane hanno potuto compiere un'ispezione su una parte del fronte, le affermazioni da parte cristiana secondo cui siriani e destre avevano già ottenuto numerose importanti vittorie non corrispondono alla realtà. In effetti trionfalistici comunicati sono stati diramati per tutta la giornata dai falangisti. La destra ha annunciato che in mattinata erano state conquistate Bhamdoun e altre importanti località strategiche. Tuttavia i giornalisti, che nel pomeriggio hanno visitato Bhamdoun, non hanno visto tracce di soldati cristalli o siriani, né tentativi da parte siriana di entrare nell'abitato. Il leader dell'Organizzazione per la liberazione palestinese, Yasser Arafat, si è recato in visita stamane al quartier generale di Aley, per conferire col suo comandante in capo Abu Jihad e con altri ufficiali della guerriglia. In seguito Jihad ha dichiarato ai giornalisti che i siriani stanno portando in linea una seconda brigata di fanteria, forte di circa 3 mila uomini, che lancerebbe un altro attacco verso Hammana e Qornayel. Secondo Jihad, l'intero potenziale militare siriano sul fronte della montagna è attualmente di una brigata di mezzi corazzati e. una di fanteria, per un totaie di circa 100 carri armati e 5 mila uomini. «Tuttavia non siamo preoccupati — ha dichiarato il comandante palestinese —. Le nostre posizioni sono buone, e possiamo mantenerle». Secondo Jihad, gran parte dei villaggi e dei paesi che secondo le stazioni radio della destra sono finiti in mano ai si¬ riani, rimangono invece sotto il controllo dei palestinesi. Il comandante ha ammesso che Tarshish, uno dei più piccoli villaggi sulla costa occidentale del monte Jabal el Knisse, è stato preso dai siriani nella loro avanzata. Violenti scontri si sono avuti oggi anche nel Sud del Libano e a Beirut, sia nel centro della città vecchia che nella zona del museo nazionale, unico punto di passaggio fra i quartieri Est e Ovest. Il porta- voce del comando centrale palestino - progressista ha inoltre parlato di «imponenti concentramenti isolazionisti» nella regione di Kfarchima (area periferica a Sud di Beirut), che conduce all'aeroporto internazionale di Beirut. Il «Movimento nazionale progressista libanese» ha rivolto frattanto agli ambasciatori dei Paesi arabi e dell'Unione Sovietica a Beirut un appello perché condanni la nuova offensiva siriana, che ha fatto saltare tutte le trattative in corso fra il neopresidente Sarkis e le parti in conflitto, alla ricerca di punti d'intesa per la conclusione di una tregua. Ora più che mai si ha l'impressione che soltanto le mitragliatrici e i cannoni diranno l'ultima parola sulla crisi libanese. Forse — ritengono gli osservatori — non avranno più ragione di essere convocati neanche i due vertici arabi (uno ristretto e l'altro aperto a tutti i 20 Paesi e all'Olp) che si sarebbero dovuti svolgere nelle prossime settimane. L'Egitto ha comunque formalmente chiesto l'apertura di un «vertice» arabo ristretto entro le prossime 48 ore, al fine di prendere in esame la situazione libanese in seguito all'offensiva siriana. Lo ha comunicato il ministro degli Esteri Ismail Fahmi. La decisione è stata presa dal comitato nazionale per la sicurezza, presieduto da Sadat. Il «mini-summit» — ha dichiarato Fahmi — dovrebbe vedere la partecipazione di Libano, Siria, Olp, Arabia Saudita, Kuwait ed Egitto. Ad essa parteciperebbero i capi di Stato dei Paesi convocati e il leader dell'Olp Arafat. La notizia della richiesta egiziana ha colto di sorpresa non pochi osservatori, i quali ritenevano che — stando a questo punto le cose sul fronte libanese — il Cairo non avrebbe voluto avere vicino Damasco al tavolo di una conferenza. (Ansa-Upi)

Persone citate: Fahmi, Ismail Fahmi, Sadat, Yasser Arafat