Si temono disordini, polizia in allarme al processo per l'uccisione del brigadiere di Vincenzo Tessandori

Si temono disordini, polizia in allarme al processo per l'uccisione del brigadiere Prima udienza, molte eccezioni e si rischia un rinvio Si temono disordini, polizia in allarme al processo per l'uccisione del brigadiere (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 28 settembre. Discussioni preliminari, eccezioni di nullità « assolute » o « relative », proposte di » stralci il processo davanti alla Corte di assise di Bologna ai responsabili presunti della tragedia di Argelato, dove venne ucciso il brigadiere dei carabinieri Andrea Lombardlni, iniziato oggi, entrerà nella fase più viva, cioè nel dibattimento, forse nei prossimi giorni. Non manca però li rischio di uno slittamento. La difesa ha infatti posto l'indice su numerose, presunte irregolarità compiute in fase istruttoria. Il processo si celebra nell'aula del « Circolo d'assise », come indica una vistosa scritta. Gl'imputati arrivano pochi minuti prima delle 10. Sette hanno i ferri ai polsi: Franco Franciosi, Claudio Bartollnl. Stefano Bonora, Stefano Cavina, Ernesto Rinaldi, Claudio Vicinelli e Renzo Franchi. L'accusa li indica come i componenti di una « banda armata ■ che intendeva - sovvertire violentemente gli ordinamenti dello Stato ». Avrebbero rapinato per portare avanti II proprio disegno politico, ha stabilito II giudice Istruttore, e ucciso. Di fronte a loro, dall'altra parte del pretorio, gli imputati a piede libero. Fuori dall'aula, la vedova del sottufficiale ucciso, Vittoria Fiorasi. Ha detto soltanto: - A distanza di due anni si riesumerà tutta la storia di mio marito e per me sarà come il primo giorno. Spero soltanto che i responsabili vengano puniti, questo sì ». Per raggiungere l'aula al primo piano, occorre superare almeno due filtri di poliziotti e carabinieri. Si chiedono documenti, si cercano armi addosso a chiunque con un metaldetector portatile. SI vuole prevenire disordini. Seguono formalità rapide, la conferma dei difensori, fra i quali spiccano i nomi noti di avvocati impennati politicamente, quali Gianni- no Guiso, di Nuoro, Giuliano Spazzali, di Milano, Corrado Costa, di Reggio Emilia, ma anche di altri professionisti come Paolo Rosati, di Reggio, e Ugo Lenzi, di Bologna. Rappresentano la parte civile, per la vedova del brigadiere Lombardini, l'avv. Lagnonl, di Bologna, per i fratelli l'on. Akreman, del pei; l'avv. Fusaro per il carabiniere Sciarretta; gl'interessi dell'amministrazione degl'Interni sono curati dall'avv. Llnguitl. Accolte le nomine, il presidente, Giovanni Abis, delega il giudice a latere per la lettura dei 23 capi d'imputazione. Il dott. Francesco Pintor elenca accuse, precisa reati, indica collegamenti: è I la sintesi del lavoro istruttorio del p.m. Luigi Persico. Si ricollega il gruppo oggi alla sbarra (secondo l'accusa faceva capo al circolo politico » Gatto Selvaggio », di Bologna) al movimento del dissenso politico giovanile, al periodico di controinformazione Rosso. Precisa il giudice che l'attività era volta al ■ finanziamento dei collettivi di Autonomia operaia in Lombardia e in Emilia », e alla creazione di una radio alternativa. Poi le eccezioni. Gl'imputati Franciosi, Bartolini, Cavina e Rinaldi vennero estradati dalla Svizzera, ma una volta varcata la frontiera, i quattro sono stati rinviati a giudizio per una serie di reali per I quali la Svizzera non aveva concesso l'estradizione. Su questo tasto hanno insistito gli avvocati Leone, Costa e Guiso, i quali hanno sottolineato come sia stato » violato l'art. 14 della Con- \ venzione europea » e come queste violazione provochi nullità nell'istruttoria. Immediata la replica della parte civile che ha tentato di anticipare i tempi chiedendo lo stralcio delle posizioni irregolari • per non radicare il processo su nullità ». Nessun atto istruttorio è stato compiuto ' che non riguardasse strettamente le imputazioni per le quali era stata concessa l'estradizione », ha assicurato il p.m. Persico. Sono seguite repliche e controrepliche. Il presidente ha poi stabilito di rinviare tutto a domani. Vincenzo Tessandori Bologna. Tre degli imputati: Stefano Bonora (da sin.), Renzo Franchi e Stefano Cavina