Fallita una rapina, a raffiche di mitra venne ucciso un brigadiere: 16 imputati

Fallita una rapina, a raffiche di mitra venne ucciso un brigadiere: 16 imputati S'inizia oggi a Bologna un processo con sfondi politici Fallita una rapina, a raffiche di mitra venne ucciso un brigadiere: 16 imputati (Dal nostro inviato speciale] Bologna, 27 settembre. Il primo atto di una lunga tragedia si compie il mattino del 5 dicembre di due anni fa ad Argelato, nella Bassa bolognese. Dopo una breve, rabbiosa raffica di mitra, cade fulminato il brigadiere dei carabinieri Andrea Lombardini. E' la conclusione di un tentativo di rapina con fini politici. I presunti responsabili della sparatoria, i complici e i fiancheggiatori, saranno domani a Bologna di fronte ai giudici della corte d'assise: Franco Franciosi, Claudio Bartolini, Stefano Bonora, Stefano Cavina, Ernesto Rinaldi, Claudio Vicinelli, Renzo Franchi, Sergio Morandini, Alessandro Bernardi, Maurizio Sicuro, Sergio Solbiati, Maria Bruschi, Domenico D'Orazio, Franco Passara, Gianluigi Galli. Imputata anche Marzia Lelli, latitante. I primi sette sono detenuti. Per un altro del gruppo, Bruno Valli, sono cadute le imputazioni: si uccise pochi giorni dopo la sparatoria nel carcere di Modena. gI capi d'imputazione sono: , omicidio a scopo di rapina, | associazione sovversiva costi- j tuita in banda armata, asso- ciazione per delinquere, rapi-1 na, detenzione di armi da ! guerra. La storia di questo ! processo è la storia di un gruppo politico alla sinistra di ogni sinistra, di una «lotta armata proletaria» nella rossa Emilia. L'indagine parte subito dopo il tentativo di rapina da¬ vanti allo stabilimento Siiz ! (Società italiana industrie j zuccheri). Doveva essere un «esproprio» di 30 milioni l'ag- guato ad un portavalori. Per l'azione i giovani prevedevano l'impiego di un furgone «Fiat ' 238», per arrivare sul posto, e 1 di un'auto per la fuga, una «Volkswagen» parcheggiata poco lontano. Qualcuno però dette l'allarme, dalla caserma partirono il sottufficiale Lom- bardini con il carabiniere ] Gennaro Sciarretta. S'imbat-1 tono nell'auto: sopra vi sonoispezzoni di targhe. Cercano il Ifurgone segnalato, vi sono «tre giovani sospetti» aveva !precisato la segnalazione. IRacconterà il carabiniere |Sciarretta al giudice Luigi Persico, pochi minuti dopo la tragedia: «Il brigadiere è sceso e si è avvicinato al furgone per controllarlo, senza avere la pistola in mano». Il brigadiere Lombardini si avvicina, è in borghese. Gli atti dell'inchiesta dicono: «Lo scrosciare della raffica, il tentativo di reagire, l'inceppamento del mitra dello Sciarretta sono nel ricordo di questo teste, dati sovrapposti che lo choc del momento non consentì di elencare in perfetto ordine cronologico. Tuttavia la successiva ricerca delle prove consentiva di ricostruire momento per momento anche questa fase. Nel furgone c'erano Bonora, alla guida. Valli al suo fianco, entrambi armati di pistola automatica; dietro Rinaldi con il mitra Sten». Si spara dall'interno del furgone con il mitra. Al fuoco risponde il carabiniere, ma l'arma gli s'inceppa: «Non sparare, ci arrendiamo», gli gridano gli altri- Sciarretta esita, gli sconosciuti ne approfittano e lo disarmano, Fuggono con il furgone dei carabinieri. Una rete a fitte maglie viene subito stesa sul le strade della campagna, ben presto vi cadono Claudio Vi- tosoNqndchticinelli, 19 anni, studente all'istituto d'arte, e Bruno Valli, I c22 anni, saldatore di Roderò 1 p(Varese), frontaliere con la• gSvizzera. Dopo il loro interro- j gatorio sono arrestati Bonora . ile Franchi. Altri, sfuggiti alla | zcattura, verranno presi giorni i dappresso, in Svizzera. Rimar-1 ti rà latitante soltanto una ra-i c gazza di 22 anni, Marzia Lelli. g Nel pomeriggio del 9 di- d cembre, nel carcere di Mode- rna, Bruno Valli viene trovato 1 gmorto. Dice Persico: «L'in-1 cchiesta stabilì d'essersi trattato inequivocabilmente dì suicidio». Quello stesso pomeriggio, oltre frontiera, vengono arrestati Rinaldi, Franciosi, ntr Cavina e Bartolini. Interroga ti senza l'assistenza del difensore come consente il codice elvetico, saranno rinviati a giudizio dalla magistratura italiana. Differente la situazione di Gabriele Martignoni. Arrestandcricli to e rimesso in libertà provvisoria fugge in Portogallo. Nuovo ordine di cattura, ma quando la magistratura italiana ne chiede l'estradizione, da Lisbona viene negata perché la rapina «è un reato politico» in quanto lo zuccheriti- ciò preso di mira è di pro prietà di un finanziatore dei gruppi eversivi neri. il magistrato stabilisce che il gruppo aveva in preceden za «deciso comunque l'uso delle armi». Ancora: i proven ti dell'«esproprio», uniti al ri cavato di una rapina in un ne gozio della Coop di Bologna, dovevano servire per finanzia re una radio alternativa- Il gruppo inoltre, avrebbe avuto contatti anche con i protago- nisti di un'ambigua storia di traffico di esplosivi Vincenzo Tessandori Bologna. Il brigadiere Andrea Lombardini, ucciso