Inchiesta per la morte di tre detenuti a Rebibbia "Stupefacenti dei poveri,, ritrovati in una cella di Liliana Madeo

Inchiesta per la morte di tre detenuti a Rebibbia "Stupefacenti dei poveri,, ritrovati in una cella Inchiesta per la morte di tre detenuti a Rebibbia "Stupefacenti dei poveri,, ritrovati in una cella Fra le vittime un giovane di 25 anni - Sostanze che, debitamente trattate, agiscono come droga (Dalla redazione romana) Roma, 27 settembre. Tre malori mortali a Rebibbia nel giro di 15 giorni: gli ultimi due detenuti a distanza di poche ore, fra sabato e domenica scorsa. Si chiamavano Mauro Calderini, 30 anni, Alessandro De Camillis, di 65 anni, Alfredo Marino Bello, appena ventunenne, «un torel- lo, forte e sano» dice il padre. La magistratura ha aperto un'inchiesta. Oggi è stata eseguita l'autopsia del più anziano fra i due, il De Camillis. L'esame necroscopico ha stabilito che l'uomo è deceduto per la «rottura» del cuore, e che quindi le cause della morte sono di natura patologica senza l'intervento di fattori aggravanti. Sembra che le condizioni di salute generali del detenuto non fossero delle migliori: il magistrato cui è affidata l'inchiesta, il dottor Infelisi, accerterà se ci sono stati ritardi e carenze da parte della direzione sanitaria del carcere nei suoi confronti. Anche la salute di Mauro Calderini, deceduto una quindicina di giorni fa, e tratto in arresto all'inizio dell'estate, pare jhe non fosse buona. Il giudice Infelisi sta lavorando intanto sul caso del ventunenne Alfredo Marino Bello, da Monterotondo, in carcere dal 25 luglio scorso per furto. Sabato mattina egli aveva chiesto di essere trasferito dalla sua cella in un'altra, dove si trovavano quattro reclusi. Gli era stato concesso di alloggiare nella cella contigua a quella che lui avrebbe voluto. Sabato sera ha cenato con i quattro, al momento di rientrare, ha accusato un grave malore. E' diventato cianotico. Ha mormorato: «Sto male, sto male». I compagni hanno chiamato aiuto. Sono accorsi i sorveglianti, dopo pochi secondi è venuto anche un medico di turno. Presentava un ematoma, per la caduta al suolo. Non respirava più. Il sanitario gli ha praticato un'iniezione di cardiotonico. Poi ha deciso di inviarlo al Policlinico, dove è arrivato cadavere. Domattina sarà sottoposto ad autopsia. Il medico legale accerterà se presenta abrasioni, fori, se c'è traccia di sostanze tossiche, se era affetto da qualche malattia. Oggi è stata effettuata una perquisizione, sia nella cella dove il giovane si era trasferito, sia in quella in cui ha trascorso le sue ultime ore. Qui sono state trovate dodici bombolette di vinavil (nel rapporto dei carabinieri è scritto: «sostanza che, opportunamente trattata e aspirata in vapori, diventa stupefacente»), alcune bottigliette contenenti sostanze liquide non precisate (inviate per gli esami tossicologici ai laboratori dell'Istituto di medicina legale), sei bombolette di gas butano di 200 grammi l'una (il cui uso è consentito ai detenuti, perché possano cuocere alcune vivande; la cui aspirazione, tuttavia, può avere effetti esilaranti). Dagli esami che sono stati disposti, e dagli interrogatori dei compagni di cella del Marino Bello, il magistrato ricaverà gli elementi utili per sapere se il decesso è stato la conseguenza di un'intossicazione, se il vinavil e il gas sono stati usati come stupefacenti. La sera in cui il giovane morì, anche i suoi compagni di cella chiesero al medico un'iniezione calmante. «Siamo sconvolti» dissero. Si erano «drogati» anche loro, e avevano paura che gli capitasse quanto era successo al loro amico? Liliana Madeo

Persone citate: Alessandro De Camillis, Alfredo Marino Bello, Infelisi, Mauro Calderini

Luoghi citati: Monterotondo, Roma