Una frattura nel congresso di psichiatria democratica di Francesco Santini

Una frattura nel congresso di psichiatria democratica La discussione su temi "partitici 9? Una frattura nel congresso di psichiatria democratica Contestato il direttore del manicomio di Voghera, il comunista Goldwurm, che gestisce l'ospedale con metodi tradizionali Arezzo, 25 settembre. Il primo congresso nazionale di psichiatria democratica ha registrato oggi una frattura profonda sul nome del prof. Gianfranco Goldwurm, direttore dell'ospedale psichiatrico di Voghera e militante comunista: la polemica, non ancora risolta in nottata, riguarda l'inserimento di Goldwurm nella lista elettorale per il comitato direttivo. I delegati di Voghera e un buon numero di delegati lombardi non desiderano la sua presenza in lista; la commissione elettorale è di parere opposto. Per riportare la polemica nella sua giusta dimensione è intervenuto il responsabile della Commissione Sanità del partito comunista, Sergio Scarpa, che ha discusso la questione con i rappresentanti di Voghera e li ha esortati a non creare, nel congresso, un caso attorno al nome di Goldwurm, accusato di non aver mai chiesto l'iscrizione a psichiatria democratica e di gestire l'ospedale con metodi tradizionali. Registriamo la frattura sul nome di Goldwurm perché dà, emblematicamente, la misura della seconda giornata del congresso, che ha visto la sala del cinema Trionfo dividersi politicamente nei suoi due filoni più appariscenti: quello che lega i militanti del pei e quello che unisce gli esponenti che si collocano alla sinistra del partito comunista. Tra le due correnti, accusate di verticismo e di scarso collegamento con la realtà del Paese, sono la leadership «storica» di psichiatria democratica e la base più vasta, insofferente verso collegamenti e condizionamenti politici troppo pesanti. La relazione di Gianfranco Minguzzi, uno dei fondatori, ansieme a Basaglia, del movimento, è stata investita oggi da una bordata di oritiche e di accuse. I colpi più violenti da Mario Scarcella, direttore della Divisione psichiatrica di Reggio Calabria ed iscritto al pei. Ha smentito che il partito comunista abbia «costretto» i suoi tecnici a presenziare in forze al congresso di Arezzo e ad aderire a psichiatria democratica. Subito dopo Scarcella ha lamentato che il congresso non ha chiamato Goldwurm alla presidenza e ha invitato i presenti a fissare scadenze ravvicinate, a porsi immediati compiti precisi e differenziati. «E' necessario — ha detto — essere spontaneisti, senza delegare ad altri o prendere in proprio decisioni che vanno elaborate, d'ora in avanti, dagli organi direttivi, eliminando quella "leadership" che finora ha esercitato una supervisione verticistica sul movimento, una sorta di comitato di controllo, legato alla sopravvivenza del ruolo privilegiato di figure carismatiche». Scarcella ha accusato il movimento di psichiatria democratica di povertà di contenuti ed ha confutato la tesi che Gianfranco Minguzzi abbia letto la relazione a nome della segreteria uscente: «Tale organo — ha detto — non è mai esistito». Così, con l'intervento del direttore dello «psichiatrico» di Reggio Calabria, ha avuto termine il montare di critiche che ha investito i capi storici di psichiatria democratica, ma il congresso sembra avviato ormai sulla lotta per la «leadership» politica del movimento. Nell'invitare i rappresentanti dei sindacati e dei partiti, era stato lo stesso Minguzzi a definire il ruolo dell'organizzazione. «Non vogliamo essere un gruppo politico — aveva detto — né un'associazione di tecnici avanzati, interlocutori privilegiati delle forze di sinistra ». Al di là degli schieramenti politici la relazione Minguzzi ha avuto essenzialmente due opposizioni: la prima riguarda la distanza dalla realtà sociale del Paese; la seconda attiene al collegamento con la riforma sanitaria e la politica del territorio. Tra le voci più ascoltate, quella dell'assessore alla Sanità di Arezzo, il comunista Bruno Benigni, che ha invitato il congresso a «generalizzare» le esperienze positive portate avanti sino ad ora in modo «non meccanico», collegando la battaglia contro l'emarginazione alla riforma dell'ordinamento sanitario. Altro collegamento suggerito da Benigni, l'unità della lotta alla nocività dell'ambiente di lavoro. Infine un appello: «E' necessario — ha detto — non considerare le forze politiche come dei semplici alleati, ma coinvolgerle direttamente». Francesco Santini

Luoghi citati: Arezzo, Reggio Calabria, Voghera