Ritornano la tunica e il classico tailleur

Ritornano la tunica e il classico tailleur Ritornano la tunica e il classico tailleur La moda della confezione, prendere e indossare, è precoce: al Samia parla, appena iniziato l'autunno, di primavera e d'estate e una visita alla rassegna torinese apre più d'uno spiraglio su quanto probabilmente le donne sceglieranno domani, per essere in sintonia con la loro giornata lavorativa, le brevi, ma piacevoli occasioni della vita sociale e i momenti del poco tempo libero e poi delle vacanze. Due aspetti del Samia emergono nitidi, nella policroma, ordinata babele degli stands: l'invito a mantenersi su linee già sperimentate e alla qualità; cioè, tradotto in termini di acquisti futuri, il consiglio alla consumatrice, che, in tempi non facili, deve pur pensare al proprio guardaroba, per smilzo che sia, di orientarsi su abiti destinati a durare in quanto a linea e quindi di buona qualità. Ed insieme l'assicurazione che la moda primaverile è poco mutata e sarà possibile, per chi 10 voglia, aggiornare con poco la tunica di ieri, il classico tailleur di sempre. Giusta caratteristica della confezione è offrire alla donna un pluralismo di linee, in cui scegliere quella più adatta al proprio tipo, alla propria struttura. Così il modo di vestire sportivo, ma accurato, in tailleur dalla giacca mascolina posata su gonne tubolari o a portafoglio in bei toni greggi, ghiaia, roccia, si alterna al ritorno dei blazer, prevalentemente bianchi, color crudo o blu marine sugli abiti fantasia, sugli chemisier con 11 colletto aperto, cinturati in vita e con la gonna arricchita da gruppi di pieghe, in tessuti rigati come le camicie maschili, cosparsi di minute geometrie con fiori occhieggianti e bordi alti ir disegno addensato. Ma se il blazer talvolta si allunga nella formula del tre quarti o del sette ottavi, continua la cadenza molleggiante di quel genere d'abbigliamento a cui, sulla scorta del modo di vestire orientale, si è attenuta l'estate di questi ultimi anni. Specia in maglia sono pronti per l'estate '77 caftani e djellabas, giacconi con le maniche rettangolo, ripetute dall'abito con la mani- j ca chimoncino sottolineata da esili profili, in vivo contrasto ! di colore e di tessuto: c'è il cotone rustico, la tela da lenzuolo, il lino puro, la seta e le fibre sintetiche, la maglina di cotone, per scegliere il non colore o l'esaltazione delle tinte forti, brillanti, aggressive, come il giallo ginestra, il pervinca, il rosso peonia. La tunica come abito o più corta sui pantaloni, piatti alle anche e stretti al fondo, non tramonta; la si potrà alternare, tanto sulle gonne che sui bermuda estivi piuttosto larghi, tipo Armata delle Indie e sugli shorts in clamoroso ritorno, al protagonista vero della moda pronta 1977, il blouson. E' il blouson con l'ampiezza ripresa ai fianchi, ma anche senza coulisse, diritto, a dar vita alla donna . «oliva», vedette del Samia, alla sua 45" edizione. Ed il color crudo, le tinte esotiche dal dattero alla banana, ne legano la moda ai molti giubbotti, alle sahariane, alle giacca-camicia da portare con i pantaloni o con la gonna-pantalone di stile coloniale. Chi la scorsa stagione ha optato per la tuta, è sicura di essere attuale anche per il '77: la tuta più nuova è in pel¬ le d'uovo, squillante di colore | come gli abitini grembiule con lo scollo ovale o barchetta in tela da lenzuola. Questo gentile furto dallo stile biancheria si ritrova del resto nella moda spiaggia, con molte camiciole copricostume in pelle d'uovo, ornate in pizzo sangallo dalla finta ingenuità, magari sul body suit, il costume intero con strepitosa scollatura dorsale e sulla gonna in lino. Ed i jeans? Quasi eterni, anche in versione short e bermuda e non soltanto blu o bianchi, ma alla scoperta del rosso Pekino, del nero, del ciclamino. In tela jeans e di colore tradizionale, cioè blu o azzurro, è l'abito da sera più giovane dell'estate prossima, una tunica neoclassica, aperta ai lati, la scollatura drappeggiata ed annodata al collo, con tanti lacci incrociati alla vita. La tunica resta l'abito da sera più frequente, ma la sotterranea ispirazione folk esplode negli abiti e nelle gonne di garza a strati sovrapposti, stile «nomade», nei bou-bou ispirati al Continente Nero, realizzati in maglina di fibre naturali e sintetiche. Anche se la malizia degli abiti «sottoveste», appesi a sottili spalline, e completati da liseuse dello stesso tessuto, sconfina in altre, e più nostre, suggestioni. Anche l'uomo troverà al Samia un'immagine di moda destinata a piacergli. Più noncurante, più sciolta all'insegna della pratica comodità, classi¬ ca, ma non spenta per gli abiti di colore unito delle occasioni formali, grintosa, ma sobria per le giacche sfoderate in canapa, in lino nei colori azzurro, sabbia o bianco. L'abito formale è in saglia filettata, soprattutto si presenta in Principe di Galles, dalla rinnovata fortuna insieme alla gabardine disegnata a righe verticali. Molto dipende dalla camicia per situare l'abito classico o sportivo elegante, il blazer di puro stile britannico, a seconda delle occasioni. La camicia da ufficio a collo floscio e maniche a tubo è in étamine, quella per la giacca in voile e infine per il tempo libero c'è quella di tipo polo in cotone dagli effetti rustici a righe o con quadri nei quadri a più sfumature di colore, abbinabile ai jeans. Per i più giovani, e non solo per vacanze, si afferma l'equivalente del blouson femminile, quel kee-way buono per città e mare, in blu sui pantaloni bianchi o a righe Orleans sui pantaloni blu. Ma se i colori base, per ogni stile della moda maschile, sono quelli della terra e del mare, non va dimenticato, raffinatissimo in estate, il nero. E' nero il giubbotto in lino, animato da triplici pieghine piatte chiuse da tasche da marinaio, da portare sui calzoni color sabbia, perfettamente acclimatato d'estate nella vita in città. Lucia Sollazzo

Persone citate: Lucia Sollazzo

Luoghi citati: Galles, Pekino