Deciso il dipartimento di ematologia nell'incontro Regione, clinici, primari di Marco Marello

Deciso il dipartimento di ematologia nell'incontro Regione, clinici, primari La riunione a "La Stampa,, promossa dal "Comitato Ghirotti,, Deciso il dipartimento di ematologia nell'incontro Regione, clinici, primari Sarà il primo in Italia per la cura delle leucemie ta una équipe di specialisti "girerà" intorno al malato Consentirà la trasformazione del sistema ospedaliero : tutRimodernare le apparecchiature della radioterapia Attuata poco meno di due anni fa, la riforma ospedaliera entra nella fase più difficile. Affrontati i problemi amministrativi più urgenti, medici e politici sono ora impegnati nella trasformazione delle vecchie strutture: un cambiamento complesso che tende a sovvertire consuetudini che la medicina moderna non ritiene più valide. E' il passaggio dalle tradizionali divisioni ospedaliere (viste come piccolo « feudo » del primario) ai dipartimenti clinici dove attorno al malato ruota tutta una équipe di specialisti che discute collegialmente diagnosi e cure. Le difficoltà che comporta questa piccola «rivoluzione» sono molte, la volontà di compierla è comune a tutti. Una prova si è avuta nell'Incontro che il « Comitato Ghirotti o ha tenuto nella sede de » La Stampa » per discutere la realizzazione del dipartimento di ematologia che sarà il primo in Italia. Con l'assessore regionale alla Sanità Enrietti erano presenti i direttori sanitari degli ospedali torinesi, clinici e primari interessati al progetto. La discussione ha preso spunto dall'indagine che la Regione ha condotto all'inizio dell'estate negli ospedali piemontesi per conoscere le attrezzature disponibili. « // quadro — ha spiegato il dott. Oberto, funzionario dell'assessorato — è allarmante. I posti letto disponibili nella regione sono 155, pari allo 0,5 per cento. Scarsi i medici specializzati, pressoché assoluta la mancanza di personale paramedico ». A queste carenze va aggiunto il fatto che in molti ospedali gli emolinfopatici vengono ricoverati in reparti di medicina generale e affidati a équipe non preparate. L'ematologia è invece tra le branche della medicina quella che richiede più competenze: dalla immunologia alla citogenetica, dalla cinetica cellulare alla biologia molecolare, quindi solo un centro specializzato può dare al malato garanzia sull'efficacia delle cure. "L'optimum — ha sottolineato il dott. Bonenti, assistente dell'assessore, sarebbe poter disporre dì dipartimenti presso ogni ospedale zonale, coordinati in modo che garantiscano un livello standard di prestazioni ». Nella bozza presentata dall'assessore Enrietti il dipartimento dovrebbe consentire non solo il ricovero per diagnosi e cure, attività ambulatoriale e di laboratorio, ma anche la ricerca e l'insegnamento. Su questi punti si sono trovati d'accordo in linea di massima tutti gli intervenuti. Il prof. Gavosto, titolare della seconda cattedra di patologia medica, ha ribadito che « spesso i malati arrivano nei reparti specializzati troppo tardi, quando la fa¬ se del male è già troppo estesa a causa di una diagnosi imprecisa e tardiva ». Il prof. Sannazzari, direttore dell'istituto di radioterapia, ha messo il dito su una piaga comune a molti ospedali. La carenza delle apparecchiature per la radioterapia dei linfomi, come delle altre torme cancerogene. « Secondo una recente indagine, delle 24 unità necessarie per il numero di malati, ne esistono soltanto 14. L'età media è di 15 anni. Molte sono ai limiti dell'uso. Per questo i malati sono costretti a rivolgersi all'estero per cure che si potrebbero fare in Italia. Ma in Francia e Svizzera va chi ha i soldi, gli altri rischiano di morire ». La spesa per il rinnovamento degli impianti è di un miliardo e mezzo ». A Sannazzari Enrietti ha dato assicurazioni che per l'acquisto di nuove attrezzature sarà fatto I un quadro di priorità e queste indicazioni saranno tenute in conto. Sulla necessità di disporre di una terapia radiante funzionale sono intervenuti anche il prof. Paolino, primario della divisione di medicina generale e sezione di ematologia delle Molinette, il prof. Cappa, direttore dell'istituto di patologia del S. Giovanni, il prof. Straminione. direttore dell'istituto , di anatomia patologica secondo. I Al dibattito hanno portato un effi! cace contributo quasi tutti gli i intervenuti. 1 à e a l Il prof. Paolo Nicola, direttore della Clinica Pediatrica Seconda, ha aperto una parentesi sulle emolinfopatie nell'infanzia. « La frequenza delle leucemie e dei tumori solidi in Piemonte per l'età pediatriche è di circa il 17 per centomila, leggermente superiore a quella nazionale. Nelle sezioni di oncologia e di ematologia I degli Istituti universitari vengono i assistiti in questi giorni 88 leuI cernici e 33 linfomi maligni, molti ' dei quali provengono dall'Italia del Sud. Le carenze attuali, comuni anche agli ospedali per adulti, concernono il personale paramedico e in particolare la terapia radiante. Non è possibile utilizzare per il bambino le attrezzature e l'ambiente impiegati nella diagnosi e terapia dell'adulto, quindi è urgente che la Regione promuova l'istituzione di un dipartimento di ematologia ed oncologia pediatrica analogamente a quello proposto per l'adulto ». A conclusione dell'incontro l'assessore Enrietti ha ringraziato « La Stampa » e il « Comitato Ghirotti » per l'iniziativa ed ha sottolineato l'importanza di questa ampia consultazione che sarebbe auspicabile per la formazione di tutti I dipartimenti. Una nuova riunione è stata fissata per mercoledì 6 ottobre, in quell'occasione verrà eletto il comitato direttivo del dipartimento cui spetterà il compito di decretarne la formazione nel più breve tempo possibile. Marco Marello A « La Stampa » si è sviluppato con l'assessore regionale Enrietti un ampio dibattito sulle riforme ospedaliere

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