Forse supera il miliardo la somma truffata dallo spregiudicato notaio

Forse supera il miliardo la somma truffata dallo spregiudicato notaio Forse supera il miliardo la somma truffata dallo spregiudicato notaio Due coppie di coniugi han fatto denuncia: diedero a Dario Morano 60 milioni perché estinguesse ipoteche ma il professionista se ne "scordò" - Interrogato Nuove accuse per il notaio Dario Morano, arrestato su ordine di cattura del giudice Bernardi, il 17 settembre, per truffa di oltre mezzo miliardo all'industriale Lorenzo Ricca, 78 anni. L'avv. Trinelli ha presentato ieri al magistrato due denunce di clienti che si ritengono danneggiati dalle operazloni del notaio. Si tratta di Cesare Lo Casclo, acquirente assieme alla moglie Maria Eossi di un capannone in via Assietta 103, a Nichelino e di Antonio Rossetti, acquirente assieme alla moglie Lucia Rubino di una villetta con garage nella stessa via, al 105. Le due coppie comprarono i due immobili gravati da ipoteche da Araldo Solerti, ora in non buone condizioni finanziarie. A quanto afferma l'avv. Trinelli, le società che trattarono la compravendita invitarono gli acquirenti a versare la cifra pattuita per spegnere le ipoteche, oltre 30 milioni per ciascuna proprietà, presso un notaio di loro fiducia, cosa che gli interessati si affrettarono a fare. Il notalo indicato dalle « finanziarle » era Dario Morano. Sembra che il disinvolto professionista, una volta ricevuto il danaro, si sia « dimenticato » di spegnere le ipoteche. Stando all'avv. Trinelli questa non è che l'avvisaglia di una lunga serie di denunce che dovrebbero arrivare quanto prima sul tavolo del magistrato. Secondo fonti bene informate, l'ammontare delle truffe e delle appropriazioni indebite potrebbe superare di molto 11 miliardo. Il dott. Bernardi ha interrogato ieri alle Nuove 11 notaio, alla presenza del suo difensore, aw. Zaccone, •k L'industriale Diamond Supplies d'Anversa, una delle più prestigiose società nel commercio dei diamanti, è stata condannata dal tribunale del lavoro (pres. Pemplnelli). Dovrà pagare 53 milioni di lire a Luigi Riva, 53 anni, via Cigna 78, per provvigioni non corrisposte. I fatti, in breve, sono questi. Nel gennaio '56 la I.D.S. (il cui maggior azionista è Jonatha Wegoop) nomina suo rappresentante esclusivo per l'Italia il Riva, con provvigione sia sugli affari diretti sia su quelli indiretti che sarebbero intercorsi tra i fabbricanti belgi e le ditte italiane che impiegano diamanti industriali nelle loro lavorazioni. Successivamente però i «re dei preziosi» incominciarono a trattare direttamente con le aziende italiane. Il rappresentante fece causa assistito dall'avvocato Pini, ma non ottenne soddisfazione: il 14 novembre infatti il pretore respinse le sue richieste condannandolo al pagamento delle spese processuali (3 milioni). In particolare ritenne prescritti i suoi crediti fino al 1969 e inesistenti quelli successivi perché non iscritto all'apposito albo della Camera di Commercio. A questo proposito, dato che al processo erano stati esibiti tre documenti contrastanti tra di loro (in uno si dichiarava che non era iscritto all'albo, negli altri due che lo era, ma in date diverse) il giudice trasmise gii atti al pretore penale perché accertasse eventuali responsabilità a carico dei dirigenti della Camera di Commercio. Dopo la sentenza l'avvocato Pini presentò ricorso in appello.

Luoghi citati: Italia, Nichelino