Palme "tradito,, dai giovani di Mario Ciriello
Palme "tradito,, dai giovani Il voto dei diciottenni è costato caro ai socialdemocratici Palme "tradito,, dai giovani (Dal nostro inviato speciale) Stoccolma, 24 settembre. Con tutte le virtù che aveva, dotato com'era d'idee, di uomini e di un potere politico reale e tangibile, il partito socialdemocratico svedese ipnotizzava l'osservatore straniero. Scrivere della Svezia significava vedere la nazione attraverso questo vivido, e apparentemente eterno, prisma socialista. Tanto la felicità quanto l'infelicità degli svedesi erano attribuite al partito di Olof Palme: il socialismo era il metro su cui si misura-1 va tutto, i film di Bergman, il sesso, i rapporti familiari, le I più spontanee irrequietezze e aspirazioni umane. Ora que-1 sto prisma s'è incrinato, e lo sguardo può spaziare più lontano e studiare anche l'«al- \ tra» Svezia. E' un'analisi che esigerà del tempo, ma già qualcosa si può dire, in queste giornate J post-elettorali di valutazioni e di chiarimenti. Questa «altra» j Svezia, che domenica ha spezzato il monopolio socialista I del potere, non era piccola co- j sa, non era una minoranza. \ Da molti anni, la Svezia non socialista costituiva circa il 50 per cento della nazione. Come hanno potuto i socialdemocratici restare per quasi mezzo secolo alla direzione di un Paese tanto «spaccato»? Vi sono riusciti perché hanno sempre governato bene, perché avevano l'appoggio comunista, perché gli oppositori non formavano un fronte uni- . , , „ _»'■ _ -, ; co e perche la Svezia amati. compromesso e odia, anzi te me, lo scontro. Lo storico verdetto di do- j menica e il successo dei gruppi «borghesi» lasciano pressoché immutata questa «spaccatura». Complessivamente, i vincitori hanno raccolto il 50,7 per cento dei suffragi, spostando il pendolo di una frazione modesta, che non pregiudica certamente un evenluale ritorno dei socialdemocratici al potere nel settembre 1979, data del prossi- mo appuntamento elettorale, j Tra coloro che hanno contri buito a spingere questo pen dolo da sinistra a destra c'erano ì giovani, anzi ì giovanissimi: la decisione di concedere il voto ai diciottenni è costata cara a Olof Palme. La leadership socialista aveva sottovalutato i sentimenti delle nuove generazioni. Sentimenti che non sembrano destinati a cambiare rapidamente, perché ì ragazzi fra i 12 e i 18 anni sono ancora più antisocialisti di quelli at- torno alla ventina. In Svezia, ogni qualvolta si tengono le elezioni generali, s'indice una votazione anche in un certo numero di scuole per vedere come gli alunni avrebbero dì- stribuito i loro suffragi. Dodi- cimila 643 allievi in 82 istituti hanno partecipato, questa volta, alla prova. Il partito dei centro, quello del futuro premier Falldin, ha raccolto il 38 per cento (mentre ha ot- tenuto il 24 alle vere elezio- ni), i moderati, gli ex conser-valori, hanno ottenuto il 15,5 per cento e i liberali l'8. I so-cialisti non hanno ricevuto che il 26 per cento (17 punti in meno che nella gara parla-mentore) e i comunisti il soli- j Giovani e giovanissimi sono j j dunque passati nelle file del- l'« altra Svezia ». L'epoca iti \ cui il richiamo della sinistra ] era irresistibile, in cui — ed \ era il '72 — Palme, applaudi- \ ] lissimo, paragonava le incur \ sione americane su Hanoi ai j crimini nazisti di guerra, è svanita da tempo: così come sono svanite le «mode» di si- j nistra, dai vestiti ai canti. Or i mai in molti ginnasi, le allie i ve considerano persino i blue {jeans un'anacronistica unifor \ me d'intonazione proletaria, e 1 preferiscono gonne, camicette i j e abiti da boutique. I sociali 1 sti hanno perso il controllo I delle organizzazioni studente sche, che sono ormai domina1 te dai partiti «borghesi». E \ spesso il meno amato di que- \ sti partiti è proprio il lìbera-1 le, cioè quello più vicino ai socialdemocratici, Cosa è avvenuto? Le ragio ni sono mille. Molti studenti vedono nel socialismo un sim bolo non del futuro bensì del passato, sanno che ha diretto il Paese, e bene, per quasi mezzo secolo ma adesso vo- gliono qualcosa di nuovo. \ Mentre in altre parti d'Europa i figli vanno a sinistra in opposizione alle simpatie dei genitori, qui avviene il contrario. In realtà, non è corretto dire che questi giovani muo- vono verso destra, perché una \ ne vorrebbero uno più radica1 le, che non lascia in mani pri- destra come l'intendiamo noi non esiste, e persino i conservatori si presentano come moderati. Spesso disertano il socialismo di Palme perché vate il 92 per cento dell'industria: ma non trovandolo, non essendoci, si rivolgono ai non socialisti. L'identificazione del socialismo con i «matusa»; l'impressione di vivere dinanzi a una perenne oleografia, con ì leaders socialisti vecchi e nuovi negn atteggiamenti di Mazzi- ni, Garibaldi e Cavour; l'irritazione creata dalla crescente arroganza della burocrazia, dall'espansionismo sindacale e dalla proliferazione di norme e di regolamenti; lo svanire di tanti ideali, ingenui se si vuole ma belli alle rivelazioni del '73 e del '74 sull'esistenza di un intelligence service svedese, l'Ib, solerte collaboratore della àia. Tutte queste delusioni ed emozioni non avrebbero però avuto effetti profondi e duraturi se ad esse non si fosse aggiunta l'«onda verde». Già nel '73, l'«onda» aveva spinto numerosi votanti verso destra: questa volta, ha completato l'opera. Non si sa neppure come sia nato questo slogan, ma sì sa che descrive la nostalgia degli svedesi per la vita rurale (furono gli ultimi europei ad abbandonare le campagne e ad affrontare l'esperienza urbana) e che compendia il loro amore per la natura e il loro anelito di difenderla da ogni sfregio. Così, mentre il socialismo è diventato sinonomo di «gigantismo», di anonimi caseggiati, di espansione stradale, i partiti «borghesi» hanno acquistato l'immagine di protettori non soltanto dell'ambiente ma anche delle sue dolcezze spirituali. Il taciturno agricoltore Falldin è più simpatico ni giovani del sofisticato Palme. Il «no» di Falldin al programma nucleare del governo si è inserito dunque nella scia dell'irresistibile «onda verde». E quando Falldin ha gridato: «Invece di costruire nuovi reattori e accrescere i pericoli per la natura e la salute, si riducano tutti gli sprechi di energia, si veda cosa è e cosa non è veramente necessario alla nostra vita», quando ha evocato lo spirito di Thoréau e di Rousseau, i giovani hanno applaudito. Erano forse gli stessi che, due anni fa, sedettero per giorni sugli splendidi olmi attorno all'Opera di Stoccolma, per proteggerli dalla scure dell'amministrazione socialista, decisa ad ampliare la stazione sotterranea. Mario Ciriello
Persone citate: Bergman, Cavour, Olof Palme, Palme, Rousseau
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