Sotto i 25 anni si va troppo veloci di Michele Fenu
Sotto i 25 anni si va troppo veloci Come guidano i giovani? Risponde uno studio dell'Ocse Sotto i 25 anni si va troppo veloci Nel traffico sono i giovani a correre i maggiori rischi. L'osservazione non è nuova, ma riceve precisione scientifica da un interessante studio compiuto dalla Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Tale studio è stato pubblicato in un sostanzioso volumetto dal nostro ministero dei Lavori Pubblici. L'indagine, che non considera i pedoni, prende in esame i guidatori di automobili, moto, motocicli. Si basa su inchieste compiute in tutto il mondo, ma in particolare negli Stati Uniti, in Norvegia e in Gran Bretagna. Lo studio dell'Ocse definisce «giovani» i conducenti compresi fra i 15 e i 25 anni. Il limite inferiore scaturisce dalle varie regolamentazioni concernenti l'età minima per ottenere una patente di guida per veicoli a 2 e-o 4 ruote, quello superiore è legato alla constatazione che, dopo i 25 anni, il problema diminuisce notevolmente di gravità. Prima osservazione: i giovani sono coinvolti in un numero sproporzionatamente alto di incidenti del traffico. Ad esempio, il loro tasso di incidenti è tre-quattro volte quel¬ lo medio. Ancora: mentre i giovani formano il 20 pe~ cento della popolazione dei conducenti, essi sono al centro del 34 per cento dei sinistri mortali. Negli Stati Uniti i guidatori sotto i 20 anni sono protagonisti, per ogni miglio percorso, di un numero di sciagure stradali maggiore di sei-sette volte di quello della classe fra 25 e 44 anni. Il problema concerne soprattutto i guidatori di sesso maschile. Un caso: in Gran Bretagna il tasso generale di incidenti nei quali vengono coinvolte le fanciulle è circa la metà di quello dei ragazzi. D'altra parte, se le donne hanno meno incidenti degli uomini, le giovani sotto i 25 ne hanno molti di più di quelle fra i 26 e i 70 anni. Seconda osservazione: le analisi degli incidenti riguardanti i giovani indicano un'alta percentuale di infrazioni per eccesso di velocità. Inol|tre, rispetto alle altre, questa classe di conducenti viola in maggior misura le norme sul traffico ed è molto più trascurata nella manutenzione dei veicoli. La motocicletta si dimostra il mezzo di locomozione più pericoloso per i giovani, piloti o passeggeri. Per esempio, negli Usa i conducenti di 24 anni o meno sono coinvolti nel 71 per cento del totale degli incidenti di moto. Il 66 per cento dei sinistri mortali e il 73 per cento dei danni alle persone registrati in tali sciagure si riferivano a questo gruppo d'età. Il tasso di incidenti delle moto aumenta con l'aumentare della cilindrata e potenza del motore. Terza osservazione: i giovani sono più esposti agli incidenti durante le ore notturne e nelle sere dei weekend. Alla base, probabilmente, sta l'inesperienza di guida, che — del resto — in sé e per sé non è connessa all'età, ma agli anni di pratica al volante di un'auto o in sella ad una moto. In compenso, lo studio del'.'Ocse sottolinea come le qualità psico-fisiche dei giovani siano superiori, e riferisce che gli stessi riconoscono ì segnali del traffico assai meglio dei conducenti più anziani. Bisognerebbe che, almeno nella guida, imparassero a moderare il proprio egocentrismo e ad autodisciplinarsi. La conclusione è semplice e complessa insieme: sarebbe necessario cambiare il tipo di : addestramento, istituire una I serie graduata di patenti (abI bassando anche il limite miniI mo d'età di 18 anni, quasi j ovunque adottato) ed intro! durre limitazioni di velocità. Michele Fenu
Luoghi citati: Gran Bretagna, Norvegia, Stati Uniti, Usa
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