Per la vicenda Filippini adesso si riparte da zero
Per la vicenda Filippini adesso si riparte da zero Altri tre scarcerati, ieri a Roma Per la vicenda Filippini adesso si riparte da zero L'imprenditore, imputato d'aver simulato il sequestro, fu poi prosciolto Nuova accusa al giornalista che riferì su contrasti fra due magistrati (Dalla redazione romana) Roma, 24 settembre. Per il rapimento del costruttore romano Renato Filippini si deve ricominciare tutto da capo. Con la scarcerazione, decisa oggi dal magistrato, delle ultime tre persone rimaste coinvolte nella vicenda le indagini ripartono da zero. La polizia era convinta di avere raggiunto il bersaglio accusando il costruttore di avere simulato il proprio rapimento per costringere il padre a versare circa 300 milioni: il giudice istruttore, dopo una inchiesta conclusa in un paio di mesi, ha stabilito che si tratta di una tesi priva di fondamento. Renato Filippini scomparve nella prima settimana di maggio e i suoi familiari furono raggiunti per telefono da quelli che, sostenendo d'essere i suoi rapitori, pretendevano il pagamento di un riscatto. Liberato dopo circa un mese, la polizia cominciò a sospettarlo e, con lui, sospettò alcuni suoi amici. Il costruttore venne arrestato anche perché questa tesi fu condivisa dal sostituto procuratore della Repubblica Nicola Armati che firmò otto ordini di cattura. Ad agosto, il colpo di scena: il giudice istruttore Ferdinando Imposimato, non con- dividendo affatto l'opinione del suo collega Armati, concluse che non esistevano elementi sufficienti per ritenere il costruttore responsabile di avere simulato il rapimento. Ma il sostituto procuratore della Repubblica, invece di limitarsi a presentare appello contro questa conclusione, in¬ viò un esposto ai propri superiori sostenendo che il dott. Imposimato aveva disposto la liberazione di Renato Filippini su ordine del consigliere istruttore Achille Gallucci il quale aveva avuto in passato rapporti di amicizia con il costruttore. L'inchiesta fu sottratta ai due magistrati e passata ad altri due giudici mentre sull'esposto di Armati ha cominciato ad interessarsi l'autorità giudiziaria di Firenze. Il nuovo giudice istruttore, Giuseppe Paci, si è trovato d'accordo con la tesi del suo collega Imposimato e, nel giro di una settimana, ha scarcerato prima l'avv. Paolo Santucci, Pietro Mazzufferi e Fiorella Candiotti, oggi ha liberato Enrico Pizziconi, Mario Bernardoni e Luciana Celletti. Come dire, tutti gli uomini del «clan» di Renato Filippini sono usciti da questa storia. Si aggrava, invece, la posizione processuale del giornalista Giuseppe Zaccaria che, per primo, ha pubblicato l'esposto del dott. Armati. Dopo essere stato incriminato per testimonianza reticente non avendo voluto rivelare come è entrato in possesso dell'esposto, a Zaccaria è stato contestato anche il reato di avere violato il segreto d'ufficio in concorso con ignoti. Roma. Renato Filippini
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