Primo giorno al Samia: oltre mille compratori di undici Paesi diversi di Gianni Bisio

Primo giorno al Samia: oltre mille compratori di undici Paesi diversi Primo giorno al Samia: oltre mille compratori di undici Paesi diversi La 45- edizione del Samia — Salone mercato internazionale dell'abbigliamento —- si è aperta ieri al Palazzo del lavoro. Il carattere commerciale della manifestazione, riservata agli operatori specializzati, è stato reso più evidente dalla mancanza di cerimonie ufficiali. Si è avuta solo una visita, in forma privata, del presidente della Regione Viglione con gli assessori Romeo (Provincia) e Scicolone (Comune) accompagnati dal presidente del Samia prof. Bracco. Le aziende presenti sono 273, di cui 19 straniere. Particolarmente numerosi i produttori greci intervenuti con l'ausilio deZI'Hellenic export promotion council, organismo di Stato che mantiene da anni stretti rapporti con il Samia. Si è sviluppato così un interscambio fra i due Paesi nei prodotti tessili e dell'abbigliamento con ricerca di linee comuni. Lo schieramento delle aziende vede quattro industrie «grandi» fra le dieci esistenti in Italia (Gruppo finanziario tessile, Lebole. Abitai e Monti), un centinaio di aziende a livello artigianale, e 150 imprese medio-piccole. L'intervento della Regione, che detiene il pacchetto di maggioranza del Samia, ha allargato lo spazio verso i «piccoli», che altrimenti non avrebbero la possibilità di partecipare: si tratta di una politica promozionale che col tempo darà frutti, ma che abbisogna di un impegno ancora maggiore verso i mercati stranieri per un rilancio del «gusto made in Italy». In questa 45» edizione vi sono, per la prima volta, due produttori di tessuti: la Lanerossi e le Manifatture cotoniere meridionali. La mostra ne risulta snaturata? Il direttore del Samia, Evangelisti, lo nega: «Oggi — dice — il tessuto è un "semilavorato", perché ha una importanza determinante per lo stile, soprattutto nella confezione da uomo. E poi in Italia non ci sono mostre tessili, salvo una piccola a Como. Inoltre i biellesi ci hanno chiesto di interessarci alla promozione del loro prodotto nelle manifestazioni estere dei confezionisti». Potrebbe essere il preludio ad un allargamento di interessi del Samia, ma nessuno vuol fare anticipazioni. Il settore non gode di buona salute e le manifestazioni promozionali ne risentono. La «ripresa» deve ancora essere verificata. Prezzi, un discorso che interessa il consumatore. Quanto costeranno i vestiti che troveremo nei negozi quest'inverno e l'estate prossima? L'aumento approssimativo va dal 25 al 30 per cento. «Gli incrementi dei costi — ci spiega il dott. Buonanno dell'Abitai — sono avvenuti sia sulle materie prime, che seguono l'evoluzione del dollaro, sia sulla manodopera, con 11 nuovo contratto dell'estate. Una volta nel costo dell'abito la stoffa superava il lavoro, oggi è il contrario ed entrambi sono in rialzo. E poi c'è il problema della distribuzione: il ricarico va dall'80 per cento nel Sud al 100 e anche 150 per cento nel Nord. E' un au¬ mento in parte ingiustificato che perù si mantiene su livelli accettabili rispetto a quel che accade all'estero, dove si arriva anche al 250 per cento». Ieri il Samia è stato visitato da un migliaio di compratori di cui 150 stranieri provenienti da Germania, Francia, Svezia, Spagna, Giappone, Jugoslavia, Svizzera, Brasile, Australia e Venezuela. Per oggi sono previsti incontri tecnici del Comitato moda indùstriali dell'abbigliamento, del Deutsches Institut fiir Herrenmode, dell'International association clothing designers. Gianni Bisio

Persone citate: Buonanno, Evangelisti, Lebole, Scicolone, Viglione