In aumento il traffico aereo Gravi i deficit delle società

In aumento il traffico aereo Gravi i deficit delle società Dopo la crisi, favorevoli i primi 8 mesi '76 In aumento il traffico aereo Gravi i deficit delle società Tempi migliori per l'industria del trasporto aereo. Nei primi otto mesi di quest'anno la maggior parte delle compagnie ha registrato incrementi del traffico dal 10 al 20 per cento. Gli esperti sono concordi nel ritenere che la ripresa ormai sia netta e che ulteriori progressi si avranno a mano a mano che migliorerà la situazione economica generale. Profondi tuttavia sono ancora I segni lasciati nel settore dalla grave crisi degli ultimi anni. Una crisi senza precedenti, provocata da una somma di fattori che scattarono quasi simultaneamente. Come l'escalation del prezzo del carburante, il rincaro di tutti gli altri costi, le vicende monetarie e la diminuzione del traffico causata dalla congiuntura economica mondiale. Per non parlare della «sovraccapacità- delle flotte derivante dall'entrata in servizio di jumbo e altri giganti dell'aria che finirono per volare mezzo vuoti. Le compagnie aeree uscite dalla buriana senza perdite di bilancio sono poche. Anche le più solide hanno faticato per evitare i numeri rossi. Se ci sono riuscite, lo devono in genere alle attività che svolgono in settori diversi da quello aereo vero e proprio: alberghi, turismo, assicurazioni, ecc. Per farsi un'idea della situazione ecco qualche dato dei consuntivi di bilancio 1975 di alcune delle compagnie più importanti. STATI UNITI. La United Air Linss è il colosso mondiale del trasporto aereo (363 aerei, 50 mila dipendenti, capitale privato). Contro un utile record nel '74 di 101 milioni di dollari, ha saldato il bilancio con un passivo di 5,31 milioni. Operando quasi esclusivamente sulla rete interna, ha accusato più tardi gli effetti della crisi mondiale. Con un deficit di 49,7 milioni di dollari si è chiuso anche il bilancio della Eastern Air Lines (242 aerei, 35.500 dipendenti, capitale privato), che l'anno prima aveva avuto 11,5 milioni di attivo. Profìtti rispettivamente di 49,2 e 21,3 milioni hanno invece registrato la Delta (189 aerei, 28 mila dipendenti, capitale privato) e la Branitf (05 aerei, 10.600 addetti, capitale privato), anche se la Delta, rispetto al '74, ha visto l'utile quasi dimezzato. Sempre molto pesante la situazione delle due compagnie americane che operano prevalentemente sulle rotte internazionali. La Pan Amsrican (118 aerei, 28.300 dipendenti, capitale privato) accusa perdite da 7 anni, per un totale di oltre 300 milioni di dollari. Nel '75 il suo deficit è stato tuttavia meno pesante: 46 milioni di dollari, contro gli 82 dell'anno precedente. Un primo risultato dell'energica opera di ristrutturazione, che per esemplo ha fatto ridurre il personale da 32 mila a 28 mila unità in un anno. Per la Twa (228 aerei, 34.300 addetti, capitale privato) il tracollo invece prosegue. Passivo 1975: 86,3 milioni di dollari (23,6 l'anno prima), il maggiore che abbia registrato una compagnia americana. Basti pensare che l'esuberanza di lumbo è costata alla Twa 12 milioni di dollari: a tanto ammonta la perdita che ha subito «svendendone» nove all'Iran. EUROPA. La tedesca Lulthansa (90 aerei, 25 mila dipendenti, capitale per l'82,16 per cento dello Stato) se l'è cavata bene anche nel '75 con un utile netto di 69 milioni di marchi, il 7 per cento in più dell'anno prima. Pure in attivo la Swlssair (57 aerei, 14.300 dipendenti, partecipazione statale del 25 per cento). Ha registrato utili per 25,3 milioni di franchi svizzeri (42,9 milioni nel 74), proprio quando i suoi dirigenti temevano che gli effetti della crisi avrebbero causato per la prima volta un deficit. Positivo come nel passato il bilancio della scandinava Sas (75 aerei. 14.600 addetti, partecipazione statale del 50 per cento). Utile del '75: 16 milioni di dollari. Di nuovo in deficit si è chiuso il bilancio di Air France (124 aerei, 30 mila dipendenti, controllata dallo Stato per il 98,5 per cento). Il disavanzo è stato di 350 milioni di franchi, minore tuttavia di quello del '74, che fu di 542 milioni. Sensibile il regresso dei numeri rossi anche per l'olandese Klm (51 aerei, 16 mila dipendenti, controllata dallo Stato per il 70 per cento): dai 65 milioni di fiorini del '74, il passivo è diminuito l'anno scorso a 19 milioni. Sempre molto difficile invece la situazione della belga Sabena (32 aerei, 9700 dipendenti, controllata per il 90 per cento dallo Stato). I passivi hanno già superato II capitale sociale. Nel '75 ne ha registrato un altro di 2437 milioni di franchi belgi, ai quali si deve aggiungere una precedente «pendenza- di 1212 milioni. Il governo è intervenuto con un apporto di 1151 milioni, ma si prevede che altri finanziamenti occorreranno in avvenire per risanare la compagnia, la cui precaria situazione ha indotto alcuni ambienti politici a proporre la sua fusione con la Klm. Aldo Vite

Persone citate: Aldo Vite, Sabena

Luoghi citati: Europa, Iran, Stati Uniti