Cade fra le ruote di un pullman le devono amputare una gamba

Cade fra le ruote di un pullman le devono amputare una gamba È stata urtata da un tram in corso Unione Sovietica Cade fra le ruote di un pullman le devono amputare una gamba Era accanto al marito che è rimasto solo contuso • Altro episodio: separata, denuncia il coniuge che da due anni la terrorizza con minacce di morte perché torni a vivere con lui Una donna di 55 anni, Dalia Malnolfl, largo Turati 49, è stata investita Ieri da una corriera. Al Mauriziano 1 medici hanno dovuto amputarle la gamba sinistra e si sono riservati la prognosi. Oro 15: in corso Unione Sovietica, all'altezza del numero 225, la donna cammina sul bordo della strada, lungo la banchina della sede tra ni viari a. Davanti a lei, a pochi passi, c'è il marito, Pasquale Valente, 56 anni. Il traffico non è Intenso e la coppia procede adagio, guardando ogni tanto se non arrivano auto. L'incidente avviene) con una sequenza impressionante. « Ad un tratto — dice l'uomo — mi sono accorto che una corriera veniva avanti veloce. "Dalia — ho gridato — fai attenzione, ci viene contro" ». I due saltano sulla banchina. In quel momento arriva il tram « 8 » guidato da Mario Potenza, 42 anni. « Li vedo balzare davanti, faccio appena in tempo a rendermi conto che la vettura It urta ». Proseguo Pasquale Valente: « Sento un colpo alla schiena, volo in avanti e mi trovo addosso alla fiancata della corriera, finisco a terra ». La stessa fortunata sorte non tocca alla moglie. Dico l'autista del pullman, Costantini Impero, 40 anni: « Da anni faccio la linea da Torino a Glaveno, in quel tratto andiamo sempre molto adagio ma non sono riusolio ugualmente ad evitarli. Lui, è solo urtato dì striscio, lei sparisce tra le ruote ». Subito soccorsi o portati al Mauriziano, Pasquale Valente è giudicato guaribile in venti gironi. La moglie, invece, ó trasferita in sala operatoria per l'amputazione della gamba irrimediabilmente stritolata. ir Benché separato da oltre due anni ha continuato a perse- guitare la moglie che alla fine, ridotta con i nervi a pezzi, l'ha denunciato. « Non mi ha mai lasciata in pace — ha detto la donna — cos non posso più andare avanti. Ho cercato in ogni modo di evitarlo, ma non posso fuggire tutta la vita ». Al centro dell'incredibile vicenda Mario Fabbiano, 36 anni, impiegato, abitante in corso Moncalierl 221, un uomo dal carattere violento. Già nell'agosto del 1974, neanche un mese dopo la separazione consensuale, fu protagonista di una notte di fuoco. Raggiunta la moglie, Maria Teresa Rosa, 29 anni, nell'alloggio del conte Rebaudengo, al piano rialzato di lungo Po Antonelli 65 aggredì il padrone di casa infierendo su di lui a pugni e calci per un quarto d'ora e riducendogli il volto ad una maschera di sangue. Non con¬ tento si rivolse poi contro la donna che in preda al terrore cercava scampo in altre stanze. Il peggio fu evitato solo perché il conte, pur reggendosi a mala pena, riuscì a raggiungere la scrivania dove teneva una pistola Mondial calibro 6,6. Con l'arma in pugno ritornò sui suoi passi e fece fuoco tre volte contro l'aggressore che urlava frasi senza senso. I primi proiettili andarono a vuoto ma il terzo colpì al braccio sinistro il Fabbiano. Intervenne la polizia che denunciò l'energumeno per lesioni e violazione di domicilio. « Quella di stanotte — disse il conte — è la sesta aggressione che subisco da parte sua, sempre nella mia abitazione. Non ne posso più ». Nonostante la lezione però, il Fabbiano continuò a importunare la moglie che, nella denuncia alla magistratura elenca con abbondanza di particolari ben 31 episodi in due anni. Oltre a farle telefonate in piena notte, minacciandola di morte, l'aspettava sotto casa, all'uscita dall'ufficio, insultandola con espressioni volgari. Un vero calvario nel quale sono stati coinvolti 1 parenti di Maria Teresa Rosa. Anche a loro infatti l'uomo avrebbe rivolto minacce ed ingiurie. L'ex moglie fece allora un ultimo tentativo: mandò a chiamare il Fabbiano da un legale. I risultati sembrarono soddisfacenti e l'energumeno firmò 1*8 aprile un impegno a non avvicinare più la moglie o 1 suoi congiunti. Il 31 luglio però ricominciò daccapo. A questo punto la donna, assistita dall'avvocato Mussano, si è rivolta alla procura della Repubblica con una denuncia presentata nei giorni scorsi, sperando così di ottenere finalmente un po' di tranquillità. Mario Fabbiano aggredì il conte Giovanni Rebaudengo

Luoghi citati: Glaveno, Torino