Il difficile avvio del nuovo anno scolastico in Italia di Alberto Vigna
Il difficile avvio del nuovo anno scolastico in Italia Il difficile avvio del nuovo anno scolastico in Italia La scuola è un albero antico fare innesti non mutilazioni Le scuole di ogni ordine e grado — conclusi gli esami di riparazione forse per l'ultima volta — stanno per riprendere l'attività. L'inizio dell'anno è sempre un momento delicato e importante. Delicato perché si riaffacciano tutte le difficoltà che hanno inquinato negli ultimi anni la scuola facendola talvolta divenire fonte di nevrosi e di angosce; importante per i giovani allievi che nella scuola si recano per la prima volta o per quelli che in essa ritornano, per le famiglie, per gl'insegnanti e in modo particolare per i presidi e i capi di istituto che devono avviare nel modo migliore i corsi sviluppantisi in un periodo di nove mesi. Di una relazione di Concetto Marchesi merita ricordare questo ammonimento: « La scuola dai tempi più antichi ai nostri, non è proceduta per salti o per un alternarsi di oscuramenti o di luci, ma si è sviluppata senza interruzione con un processo conforme allo spirito e alle necessità dei tempi. Essa è una delle più chiare voci, e talora è l'unica voce, che ci giunga dal passato perciò bisogna usare la massima cautela nell'innovare o nell'abolire. La scuola è un istituto secolare che non sopporta senza danni sovrapposizioni bastarde o nemiche; è un albero antico su cui bisogna operare degli innesti e non delle sconsigliate mutilazioni ». Quest'ammonimento dovrebbe essere ben presente alla mente di quanti si accingono appunto alle innovazioni che d'altra parte non si può negare siano in molti casi necessarie. Celso Destefanis, vice capo ufficio studi e programmazione del ministero della Pubblica istruzione, ha recentemente scritto, commentando il pensiero del Marchesi: « Proprio su questa base potrebbe essere salvato in parte ciò che di positivo è emerso dalla contestazione del 1968; altri Paesi l'hanno fatto ed oggi cominciano a valutare i risultati non tutti positivi, ma comunque interessanti. Solo in Italia si insiste ancora in una esaltazione declamatoria che favorisce obiettivamente il mantenimento di una situazione insostenibile se non addirittura il suo peggioramento». Proseguendo il funzionario ministeriale afferma che non bisogna impedire o comunque intralciare la con- vergenza delle energie e delle intelligenze su obiettivi di vero rinnovamento come il miglioramento del livello culturale degli studenti, la massima uguaglianza sociale ed un sicuro apporto al progresso del Paese. Questi obiettivi devono essere perseguiti in tutti i corsi scolastici che si susseguono nel processo educativo: dalle scuole materne alle elementari, alle medie, alle secondarie superiori e con tanto maggior vigore dovranno essere ricercati nei successivi corsi fino al conseguimento della laurea; il processo educativo si sviluppa senza soluzione di continuità e una modifica nel corso di una parte degli studi ne determina inevitabilmente anche altre nei corsi e nelle specializzazioni successive. Si è letto e si è scritto che la nostra scuola è vecchia e per molti sensi superata; se ne potrebbero indicare molti motivi come per esempio il fatto che i programmi di studio sono sovente ancorati a vecchi schemi. I giovani, che si sono abituati nella scuola media alla ricerca dell'indi¬ vidualità, quando accedono ai corsi superiori si trovano in un ambiente legato a più antichi criteri. Non sempre basta la distinzione fra studi classici e scientifici ed il mondo del lavoro chiede specializzazioni che anche negli istituti tecnici sono spesso sconosciute a- gli studenti oppure conosciute soltanto teoricamente. In molte scuole mancano apparecchi scientifici come microscopi o aule attrezzate appunto per le ricerche. Accade così che molti giovani avviatisi verso un determinato tipo di studi si trovano alla fine con un pezzo di carta in mano che va sempre più perdendo valore agli effetti dell'inserimento nel mondo del lavoro, ma che è necessario per accedervi. In questa situazione è evidente che famiglie e partiti, allievi e insegnanti e quanti si preoccupano del mondo della scuola richiederanno nuove modifiche. Al termine degli studi i giovani dovranno inserirsi in un mondo gravato di ben pesanti preoccupazioni: la crisi economica, l'inflazione, l'incertezza sulla collocazione professionale e gli sviluppi della successiva carriera. Per superare queste difficoltà, perché l'impatto con esse non sia troppo stressante i giovani dovranno aver avuto la possibilità di fare scelte prioritarie e di raggiungere il massimo livello culturale. In un'Europa auspicabilmente avviata ad un'integrazione socio • economica oltreché politica tra le nazioni che la compongono i giovani italiani dovranno essere in grado di competere con quelli degli altri paesi non soltanto per le loro personali fortune ma anche per quelle dell'intera nazione italiana. Alberto Vigna Compagni e compagne si ritrovano; il miglior saluto è un sorriso
Persone citate: Celso Destefanis, Concetto Marchesi, Marchesi
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