Ferrini, vita nuova dopo la grande paura

Ferrini, vita nuova dopo la grande paura L'ex capitano della squadra granata è ormai completamente guarito Ferrini, vita nuova dopo la grande paura Sta pensando al corso di Coverciano: "Il football è il mio lavoro, non potrei mai stare senza il pallone fra i piedi" Quella terribile sera del ventisei agosto è molto lontana, quasi dimenticata. Giungeva in redazione, In tutta la sua crudele verità, la notizia sul male che aveva colpito all'improvviso Giorgio Ferrini: emorragia cerebrale. Due parole drammatiche che gettarono il mondo granata nella costernazione, proprio quando c'era da andare in campo nell'esordio internazionale contro i giovani della Romania. Furono ore senza fine, giorni pesantissimi. Continue corse all'ospedale per sperare in una frase confortante, con Giorgio tutto solo contro la morte. Ferrini è stato dimesso qualche giorno fa dall'istituto neurochirurgico delle Molinette. Ora è nella sua villa di Pino Torinese in convalescenza, accanto alla moglie Mariuccia, ai figlioletti Amos, il biondo capellone, e Cristiana. C'è un silenzio claustrale. La casa Inondata dal sole, sprofonda nei teneri colori di fine stagione. « Qualche volta — dice Giorgio — riesco a scorgere le Alpi Marittime, quando il vento pulisce il cielo. Rimarrò ancora qui a casa per una ventina di giorni, mi muoverò per I controlli da effettuare in ospedale ». Ha la testa rapata a zero, calca in fronte un berrettino da giocatore di baseball; un lungo taglio, il segno della delicata operazione, gli solca la parte destra della fronte. Giorgio ha il viso tirato e un po' pallido, in questa degenza ha perso circa otto chili. « Prima — afferma abbozzando un sorriso — ero sui settantasei, ma ades- so sto recuperando in fretta. I medici mi hanno raccomandato di non bere alcolici, dì non fumare ed io eseguo scrupolosamente le raccomandazioni. Mangio in bianco, sono in dieta, ma l'appetito non mi manca ». L'ho visto in barella prima dell'intervento, mi fa un certo effetto parlargli ora, riavere così vicino un amico. Non è trascorso nemmeno un mese, Il recupero fisico ha del prodigioso. Un miracolo propiziato dalla forte tempra dell'ex campione. Dunque Giorgio è pronto per ricominciare la lunga avventura | calcistica, Il significato della sua i vita. Due sere fa era allo stadio ! per vedere il Torino contro l'Asco-1 li, fra tre settimane sarà sui ban- I chi di Coverciano. Nove mesi di corso, secondo quanto detta il plano Allodi, per diventare allenatore di prima. Un numero ristretto di « alunni » che saranno anche seguiti da trainer di fama internazionale. Ferrini aspetta con impazienza quella data. Anche se in ritardo potrà rientrare nel «suo» giro. « Voglio andare avanti per questa strada — confida —, è // mio lavoro. Avrei occasione di fare altro, ma come potrei stare senza il pallone tra i piedi? ». Cosi andrà avanti e indietro da Torino a Firenze per migliorarsi. Un indiscutibile disagio cancellato dalla passione. In futuro però, a meno che non piova da qualche so¬ cietà un'offerta favolosa, rimarrà nell'ambiente del Torino. « lo qui mi trovo bene, difficilmente uno può allontanarsi dalla famiglia granata ». La « famiglia » del Torino non lo ha dimenticato un istante. Giorgio è tornato a pranzare con 1 granata nel consueto ritiro, accolto con grande simpatia e affetto. Gigi Radice sovente lo va a trovare, cenano insieme. Il tempo trascorre insomma in serenità per l'ex campione. Una rapida lettura dei quotidiani, molte ore sul comodo lettino da giardino. L'importante era lasciare la stanzetta che divideva con altri due malati in ospedale, un vecchietto ed un ragazzo. « Won vedevo l'ora di venire fuori — dichiara —, volevo che finissero quelle notti terribili. Ora desidero ringraziare tutti: il professor Fasano, la professo¬ ressa Urciuoli, il dottor Luparello, gli Infermieri, l'equipe al completo per quanto ha fatto per me. Hanno una dedizione per il malato che commuove ». Amos e Cristiana ascoltano in silenzio, ogni tanto regalano un bacio, una carezza al papà. Di « quel giorno » Ferrini non ricorda nulla, l'amara esperienza non ha lasciato tracce nella psiche. « So soltanto che ero in sede al mattino, poi non ricordo nulla. Mi sono risvegliato con un po' di dolore al capo per I ventiquattro punti di sutura, con il professor Cattaneo che mi informava sulla gravità del male. Pensai a quella settimana che avevo trascorso a Villa Pia, quando giocavo, per un'operazione al menisco. Un parallelo impossibile, questa volta mi era proprio andata bene ». Ma Giorgio vuole cancellare in fretta quest'esperienza. Lo fa intendere portando altrove l'argomento, come se non gli fosse successo nulla. Parla dunque del « suo Toro » e dice convinto: « Anche quest'anno ci riprendiamo con facilità lo scudetto. Li ho visti con l'Ascoli. Nel primo tempo hanno fatto confusione, qualcuno non è al massimo della condizione, ma la volontà per riuscire c'è sempre. Il gioco non può venire subito. A Malmoe dovremo faticare parecchio. Il 2-1 è un brutto risultato ed in casa questi svedesi diventano cattivi. Magari faccio un salto a vederli, il fascino di Coppa dei Campioni mi attira ». La signora Mariuccia lo guarda amorevolmente, la grande paura è passata. Ferruccio Cavaliere» Giorgio Ferrini con la figlioletta Cristiana (Foto « La Stampa » - Ugo Liprancli)

Luoghi citati: Coverciano, Firenze, Pino Torinese, Romania, Torino