Come e dove "tagliare,, certe spese nel bilancio dello Stato per il 1977
Come e dove "tagliare,, certe spese nel bilancio dello Stato per il 1977 Come e dove "tagliare,, certe spese nel bilancio dello Stato per il 1977 Reso noto il disegno di legge - Nella nota preliminare si afferma che è necessaria un'ulteriore riduzione del deficit (13.600 miliardi) - Comprimere le spese destinate agli investimenti Roma, 20 settembre. Il Parlamento ha reso disponibile in questi giorni il testo completo del disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per il 1977. L'esame, soprattutto della nota preliminare al quadro generale riassuntivo del bilancio, è importante alla luce delle possibilità del governo Andreotti di poter operare dei tagli di spesa all'attività dei vari ministeri. Come si ricorderà il disavanzo globale di cassa per il '77 fu indicato al momento i della presentazione del dise gno di legge in 13.600 miliar di, leggermente inferiore a quello del '76 (13.800). Il an | ficit comprendeva, in ag¬ giunta alle operazioni di bilancio, le voci di copertura delle esigenze previste di tesoreria, delle aziende autonome, della cassa depositi e prestiti. Il disavanzo inoltre andava a raccordarsi al sensìbile accrescimento sia del prodotto lordo interno sia del volume del credito. Per quest'ultimo, poi, in particolare, l'espansione di 34.800 miliardi, rispetto al limite di 29.400 miliardi per il 1976, fu precisato che doveva consentire un notevole aumento nelle disponibilità di credito per i settori più direttamente produttivi, creando le condizioni per una intensa ripresa degli investimenti. La nota preliminare, ora disponibile, aggiunge, però, qualcosa di più: per quanto il livello del deficit possa ritenersi compatibile, è necessario porre come obiettivo prioritario la sua ulteriore progressiva riduzione per limitare, attraverso l'eliminazione del disavanzo di parte corrente, il ricorso all'inde¬ bitamento al solo finanziamento degli ' investimenti. Condizione quest'ultima indispensabile per ridurre gli effetti inflazionistici della spesa pubblica e per rafforzare l'apporto netto al processo di accumulazione. Inoltre, si aggiunge che «se si dovesse continuare, come si è fatto in passato, con una legislazione che, con continuità, porta a carico del bilancio dello Stato oneri ripetitivi che vanno a finanziare essenzialmente consumi, non può non derivarne la conseguenza che il Paese disporrà sempre meno del bilancio pubblico come strumento di sviluppo dei suoi investimenti». Dove tagliare, allora, per ottenere un ulteriore contenimento del deficit? A quanto è dato sapere le richieste rivolte ai responsabili dei va¬ ri dicasteri dai ministri del Tesoro (prima Colombo ora Stamm.ati) di una riduzione delle spese, sono rimaste tutte senza risposta. Una risposta per la verità c'è stata: la maggior parte delle spese sono di funzionamento (stipendi, spese interne ecc.) e quindi intoccabili. L'unica strada sarebbe quella di comprimere ancora una volta le spese destinate agli investimenti (8 mila miliardi previste nel progetto di bilancio '77 con un aumento del 31 per cento rispetto all'anno passato). La ricerca delle soluzioni, quindi, per il governo Andreotti, non si presenta facile se si tiene conto, inoltre, della trattativa di rinnovo del contratto degli statali. Se le richieste di quest'ultimi dovessero essere, infatti, soddisfatte, si registrerebbe un aumento della spesa per circa 3 mila miliardi. Un'ultima considerazione va fatta per quanto riguarda la voce «oneri latenti». Si tratta di quegli oneri, non recepiti nel bilancio dello Stato, e relativi a situazioni pregresse il cui ammontare si aggira intorno ai 6 mila miliardi. Le voci principali concernono il risanamento delle gestioni pensionistiche dei lavoratori autonomi (4.060 miliardi), e il ripianamento della gestione opera di previdenza dell'Enpas (270 miliardi). Sono partite per le quali, prima o dopo, sarà necessario intervenire con provvedimenti sul piano legislativo e amministrativo. n. g.
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