Andavano in vacanza in Turchia gli 84 italiani marti sul "Boeing,,

Andavano in vacanza in Turchia gli 84 italiani marti sul "Boeing,, Sono 155 le vittime dell'aereo esploso ad Antalya Andavano in vacanza in Turchia gli 84 italiani marti sul "Boeing,, Periti diciannove turisti piemontesi: fra loro tre coppie di sposi ed Enrico Martini Mauri, medaglia d'oro della Resistenza, assieme al figlio, alla nuora e due nipotine - Incerte le cause della terribile catastrofe (Nostro servizio particolare) Ankara, 20 settembre. Un boato, una vampata incandescente: nel terribile rogo trovano la morte 155 persone, i sette membri dell'equipaggio e 148 passeggeri del «Boeing 727» delle linee aeree turche precipitato ieri sera sul monte Karakaya, quando mancavano soltanto dieci minuti all'atterraggio nell'aeroporto di Antalya. Fra le vittime, tutti turisti diretti nel villaggio di Kemer dell'organizzazione Valtur, ci sono 84 italiani: di questi 19 torinesi, fra i quali il capo partigiano Enrico Martini Mauri, medaglia d'oro della Resistenza (con lui sono morti il figlio Mauro, la nuora e due nipotine di 12 e nove anni). Fra gli altri, due giovani coppie in viaggio di nozze: i torinesi Antonio e Laura Rosso, che si erano sposati sabato scorso nella chiesa della Gran Madre di Dio e due coppie di coniugi di Fossano e di Saluggia (Vercelli). Intere famiglie distrutte, dolore, disperazione e sgomento per i parenti che hanno appreso le prime, scarne notizie dell'incidente dalla radio. I 148 passeggeri erano partiti per le vacanze: per 38 di loro il viaggio verso la morte si era iniziato all'aeroporto di Linate alle 14,54 di ieri; altre 38 si erano imbarcate a Fiumicino, allo scalo di Istanbul sono saliti sull'aereo gli ultimi passeggeri (72 persone, fra le quali i 19 torinesi). Oscure sinora le cause della sciagura, le testimonianze sono discordi, si parla di un guasto ai motori, si fa cenno ad una misteriosa esplosione in volo, di un guasto all'altimetro. Nessuno per ora è in grado di stabilire che cosa abbia portato il «Boeing 727» a schiantarsi contro la montagna alle 23,20 (22,20 ora italiana) di ieri. Nessuno, forse, lo potrà mai accertare. I rottami sono sparsi per un raggio di oltre un chilometro sul monte Karakaya, alto 1371 metri, vicino alla città di Isparta, a circa 96 chilometri da Antalya, dove avrebbe do-. vuto atterrare dieci minuti dopo. La zona è circondata da j militari e poliziotti, impossi-1 bile avvicinarsi. Gli uomini delle squadre di soccorso cer-1 cano fra i rottami carbonizza-1 ti i corpi delle vittime. Parte della fusoliera è riversa, squarciata, in mezzo ad un bosco, interamente di- ! strutto dalle fiamme. Tronchi j calcinati dal fuoco, frammenti di metallo, sedili, bagagli sventrati, l'odore acre del cherosene bruciato corpi martoriati che mani pietose adagiano su improvvisate ba- relle, ricoprono con bianchi teli. I primi soccorritori non sono riusciti ad avvicinarsi al luogo del disastro perché «la carcassa del velivolo ha conti¬ nuato a bruciare per oltre due ore, le fiamme erano alte più di otto metri». Quando sono arrivati i vigi- li del fuoco, che hanno lottato a lungo contro le fiamme che si erano estese al bosco, i militari hanno allontanato tutti i civili. A nessuno è permesso avvicinarsi alla montagna: tanto riserbo ha destato molto stupore, anche perché gli abitanti di Isparta conoscono bene e i luoghi e avrebbero potuto essere di valido aiuto nelle opere di soccorso. Quasi tutte le testimonianze raccolte in città concordano nel dire che l'aereo è esploso prima di abbattersi sulla montagna. «Prima ho visto una nube rossa, poi ho sentito uno scoppio tale da assordare le orecchie». Questo avvalorerebbe l'ipotesi che il «Boeing» sia esploso in volo: per quali cause? Tremendo si profila il sospetto di un sabotaggio: sul velivolo, ad Istanbul, era salito il deputato turco indipendente Kemal Ziya Ozturk. Le autorità sinora non hanno saputo precisare se era in viaggio di lavoro o di vacanza. | Anche questo è strano, perché l'aereo non era in servizio sul- le linee interne turche ma era stato noleggiato dalla Valtur per i suoi clienti. L'arrivo in forze dei militari, il riserbo assoluto che circonda le operazioni di soccorso contribuiscono ad aumentare l'atmosfera di paura e di sospetto. Il ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni, Nahit Mentese, ha dichiarato che «non si può ancora stabilire se l'aereo è caduto perché è esploso in aria, oppure perché ha urtato contro la montagna », ma si è rifiutato di aggiungere altro, affermando che sarà possibile conoscere i motivi del disastro «soltanto quando sarà esaminata la "cassetta nera" che contiene la registrazione dei colloqui fra il pilota e la torre di controllo ed altre indicazioni sul volo». Stasera la « cassetta nera » è stata trovata. Al momento dell'incidente le condizioni meteorologiche erano perfette: molti abitanti di Isparta hanno visto l'aereo passare a bassa quota sulla città, alcuni hanno addirittura avuto l'impressione che «potesse cadere sulle case». Il capo della polizia, Ismail Cetin, ha detto: «Vengono raccontate molte cose diverse. Quello che sappiamo noi è che alle 23,15 circa (22,15 italiane) abbiamo sentito una forte esplosione proprio sulla città». Altri testimoni hanno detto che il «Boeing» è apparso all'improvviso all'orizzonte, «molto basso, volava ad una quota pazzesca, quasi sfiorando i tetti delle case». Un portavoce della compagnia aerea turca ha dichiarato che, in base a queste testimonianze, «si potrebbe pensare che il velivolo avesse delle noie ai motori ». Ma questa ipotesi non trova molto credito: pochi minuti prima dell'incidente, infatti, il comandante del «Boeing», Celai Topcuoglu, considerato uno dei piloti più esperti e qualificati delle linee turche, aveva annunciato «con voce calma e tranquilla», che stava scendendo «da 3960 a 3650 metri». Il monte Karakaya è alto poco più di milletrecento metri: soltanto un guasto all'altimetro potrebbe giustificare un tale divario fra la quota annunciata dal pilota e quella che avrebbe dovuto avere il velivolo al momento dell'impatto contro la montagna ma, poiché le condizioni del tempo erano ottime e la visibilità perfetta, il pilota avrebbe avuto senza dubbio la possibilità di accorgersi dell'errore. Al ritorno dal luogo della tragedia, il capo della polizia Ismail Cetin ha detto ai giornalisti: «Lo spettacolo è orrendo, non c'era un corpo in un sol pezzo». Altri testimoni arrivati dalla montagna affermano che «l'identificazione dei corpi sarà molto difficile. Il solo cadavere rimasto quasi intatto è quello di un ragazzo di circa otto, nove anni. Ma il viso è sfigurato». Nel pomeriggio sono arri¬ vate ad Isparta due commissioni d'inchiesta: una presieduta dal sottosegretario Ahmet Selcuk, la seconda dal direttore generale delle linee aeree turche, Nurettin Erguvanli. Secondo notizie non ufficiali, durante lo scalo ad Istanbul i tecnici avrebbero rilevato un guasto sul «Boeing», che però sarebbe stato fatto ripartire ugualmente perché «ritenuto non pericoloso». L'ambasciata italiana ad Ankara ha comunicato di aver ricevuto una lista con i nominativi di 78 connazionali morti nella sciagura ma si teme che «questa cifra possa salire fino ad 85 ». Sul luogo dell'incidente si è recato il console italiano a Smirne. Domani partirà da Roma un «charter» con i parenti delle vittime che intendono recarsi in Turchia per riconoscere i loro congiunti. f. for. Istanbul. Squadre di soccorso sul luogo del disastro, nei pressi di Isparta (Telefoto Ap)

Persone citate: Ahmet Selcuk, Enrico Martini Mauri, Ismail Cetin, Kemal Ziya Ozturk, Laura Rosso