Le ragioni della svolta

Le ragioni della svolta Le ragioni della svolta (Dal nostro inviato speciale) Stoccolma, 20 settembre. Il lungo regno della socialdemocrazia svedese è finito, per la prima volta dal 1932, quasi mezzo secolo fa, una chiara oscillazione a destra degli elettori ha privato del potere il partito di Olof Palme e ha innalzato al governo i tre alleati dell'opposizione « borghese », i centristi, i moderati e i liberali. Palme si è dimesso e li suo incarico sarà quasi certamente affidato a Thorbjorn Falldin. Si è chiusa un'epoca, la nazione il cui nome era ormai sinonimo di socialdemocrazia ha deciso che era giunto il momento di cambiare uomini, di udire nuove voci, di saggiare nuove idee. E' una data storica per la Svezia e il mondo in tero. Tale è la grandiosità dell'avvenimento che già si è portati a immaginare una Svezia diversa. Ma sono previsioni molto pericolose, e probabilmente errate. La Svezia resterà il paradiso della sicurezza sociale, manterrà immutati i rapporti tra sindacati e imprenditori, non abbandonerà la neutralità armata. Per almeno tre anni, sino alle prossime elezioni, i «borghesi» di Falldin si muoveranno con estrema cautela, rispettando la magnifica eredità ricevuta da quarantaquattro anni di saggio e coraggioso governo. Hanno promesso soltanto una «migliore gestione» e «riforme sema socialismo». Anche i loro piani fiscali sono prudenti: sanno che non possono abbassare di molto le tasse senza indebolire lo «stato assistenziale». Correggeranno, ritoccheranno, ma senza alterare il sistema. I risultati definitivi non si avranno che mercoledì. Ma l'equilibrio delle forze è già chiaro. Mentre nel precedente Riksdag, il Parlamento, i due schieramenti avevano entrambi 175 seggi, la parità assoluta, nel nuovo Siksdag, che per evitare nuove «impasse» è stato portato a 349 seggi, i tre partiti «borghesi» dovrebbero avere una maggioranza di undici. Queste le cifre. Il Centerpartiet, quello capeggiato da Falldin. disporrà di 86 seggi; il Partito moderato (ex conservatore) capeggiato da Gosta Bohman ne avrà 55; e il Folkpartiet, il liberale, del giovane Per Ahlmark, ne avrà 39. Totale: 180. I socialdemocratici avranno invece 152 seggi, con una perdita di quattro rispetto al '73, e i comunisti 17, con una perdita di due. Totale: 169. II partito socialdemocratico resta il più forte, con il 42,9 per cento dei suffragi, e, in termini aritmetici, la sua caduta è assai modesta, soltanto dello 0,7 per cento. Leggera anche la caduta del Vpk (Vanterpartiet Kommunisterna), il partito comunista, che ha raccolto il 4,7 dei voti, con un regresso dello 0,6. Ma ben che piccole, queste flessioni sono state determinanti in una nazione dove le differenze fra i due blocchi erano divenute sempre più esigue. E' scivolato indietro anche il partito di centro, quello di Falldin, ma è un ridimensionamento della sua grande avanzata del '73: ha perso l'I per cento, ottenendo il 24,1. Sia i liberali sia i moderati hanno invece accresciuto i propri consensi: dell'1,6 i primi, salendo all'I 1 per cento, e dell'I ,3, i secondi, balzando al 15,6. Perché hanno perso i socialisti? Olof Palme — che, instancabile, continua a concedere interviste, a commentare, ad analizzare — vede tra le cause principali della sua sconfitta la «polemica nucleare», la crociata diretta da Falldin contro il programma governativo per aggiungere entro 1*85 altri otto reattori atomici ai cinque già esistenti. In una nazione come questa, dove l'ambiente naturake e umano è sacro, i rischi, indicati da Falldin, «di cancro e danni genetici per migliaia di anni», non potevano non infiammare gli animi. Palme non esclude inoltre la possibilità che vari elettori siano stati impauriti dal «Piano Meidner», approvato in luglio dalla confederazione sindacale e considerato troppo radicale persino da vari socialisti. Il disegno prevede che circa il 20 per cento degli utili aziendali sia trasferito annualmente a un «fondo dei salariati» per l'acquisto di azioni della ditta. L'atomo e, paradossalmente, i sindacati hanno senza dubbio nuociuto a Palme, ma causa prima dell'insuccesso socialista è il suo success, e cioè quei quarantaquattro anMario Ciriello (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Ciriello, Meidner, Olof Palme, Palme

Luoghi citati: Stoccolma, Svezia