L'estremista nero Gianni Nardi sarebbe morto in un incidente di Silvana Mazzocchi

L'estremista nero Gianni Nardi sarebbe morto in un incidente La notizia non è stata ancora confermata ufficialmente L'estremista nero Gianni Nardi sarebbe morto in un incidente Roma, 18 settembre. E' morto il 10 settembre scorso in seguito ad un incidente stradale avvenuto a Palma de Maiorca in Spagna, Gianni Nardi, l'estremista neofascista trentenne latitante dal 1974, da quando fu spiccato contro di lui un mandato di cattura per l'uccisione del commissario Luigi Calabresi, assassinato a Milano il 17 maggio del 1972. Secondo il legale di Nardi, avvocato Fabio Dean, il riconoscimento della salma sarebbe stato fatto dalla polizia spagnola alla presenza di funzionari del consolato italiano il giorno stesso dell'incidente. «La certezza sulla sua identità però — ha dichiarato il vicedirigente della sezione italiana dell'Interpol, Antonio Delfino, riferendosi al giovane neofascista — la potremo avere soltanto quando sarà fatto il confronto delle impronte digitali. Gianni Nardi, figlio di un ricco costruttore, a Milano era amico di numerosi estremisti neri dell'ambiente di San Babila ed era legato da « profonda amicizia » a Giancarlo Esposti, il neofascista ucciso dai carabinieri il 30 maggio del '74 a Pian del Rascino in provincia di Rieti dopo essere stato sorpreso sotto una tenda di tipo militare insieme con altri camerati carichi di armi. Il primo processo Gianni Nardi l'ebbe nel 1967 per il delitto di piazzale Lotto a Milano. Per una manciata di soldi era stato ucciso a colpi di pistola un benzinaio Innocenzo Prezzavento e per l'omicidio era stato accusato un giovane: Pasquale Virgio, poi assolto. In aula, durante il dibattimento, si era presentato un testimone, Marcello Del Bosco, che disse ai giudici che quel delitto l'avevano organizzato due suoi amici e cioè Gianni Nardi e Giancarlo < Esposti e che il killer niate|riale era stato un ex para: Giancarlo Rapetti. La circostanza però non fu mai provata e Nardi fu prosciolto. Pochi anni dopo avviene il delitto Calabresi: il commissario è ucciso in via Cherubini la mattina del 17 maggio del '72 da un tipo alto, biondo, con i capelli tagliati a spazzola e gli occhi «chiari, di ghiaccio». Il 20 settembre dello stesso anno Gianni Nardi, Bruno Stefano (un neofascista aderente ad Avanguardia Nazionale) e la sua amica te- desca Gudrun Kiess vengono sorpresi in una «Mercedes» carica di armi al valico di Brogheda: c'è anche una Smith Wesson, dello stesso calibro di quella con cui era stato ucciso Calabresi. I tre vengono arrestati e rinchiusi nelle carceri di Como. Nel giro di pochi giorni nasce il sospetto che l'uomo «dagli occhi di ghiaccio» arrestato per detenzione di armi sia lo stesso che i testimoni dicono di aver visto sparare e uccidere in via Cherubini, ma solo uno su cinque lo riconosce e Gianni Nardi nel febbraio del 1973 esce dal carcere. Nel marzo 1974 un nuovo mandato di cattura per l'uccisione del commissario Calabresi parte nei confronti di Gianni Nardi, Bruno Stefano e Gudrun Kiess; a provocarlo sono le confidenze rese dalla Kiess a una sua compagna di cella che, appena libera, le riferisce al giudice istruttore Giuseppe Patrone. I tre riescono a fuggire all'estero con passaporti falsi e i mandati di cattura vengono revocati quando gli avvocati della difesa dei latitanti forniscono gli alibi dei loro assistiti. Nardi avrebbe avuto la stessa mattina dell'uccisione di Calabresi un colloquio con il legale nella sua casa di Milano e Stefano si sarebbe trovato a Roma e avrebbe incassato un assegno personale presso una banca. Le accuse diventano indizi, ma prendono nuovo slancio quando nell'ottobre del 1975 la polizia scopre che la banda neofascista romana, oltre a falsificare documenti d'identità, aveva truffato ingegnosamente tre miliardi da conti correnti in varie banche proprio mediante firme contraffatte. Nardi, Stefano e la Kiess restano comunque latitanti. Nardi è ricco e con le false identità passa dall'America T |ìf^jJ™SS5 facilmente. Pochi mesi fa la polizia di Lugano arresta Bruno Stefano, poi lo rilascia. Qualche tempo dopo Stefano viene dato per morto, ma il suo cadavere non viene mai trovato. Ora è la volta di Nardi. «E' indispensabile accertare l'identità dell'uomo morto a Palma di Maiorca il 10 settembre — dicono al Sds (Servizio di sicurezza), ex antiterrorismo — perché sarebbe il secondo del terzetto a sparire misteriosamente». Silvana Mazzocchi Milano. Gianni Nardi, al momento del fermo al confine con la Svizzera nel settembre del 1972 (Telefoto Ap)