Navi Usa e russe danno la caccia a jet americano caduto in mare di Vittorio Zucconi

Navi Usa e russe danno la caccia a jet americano caduto in mare Navi Usa e russe danno la caccia a jet americano caduto in mare E' il "Tomcat", un aereo moderno e sofisticato, scivolato in acqua dalla " Kennedy " dopo una collisione - Giace intatto a 550 metri (Dal nostro corrispondente) Washington, 17 settembre. Nel Mare del Nord, 110 chilometri al largo della base scozzese di Scapa Flow, una terribile partita di pesca è in corso. Vi partecipano la flotta americana e due incrociatori sovietici della classe «Kresta», e l'oggetto della loro gara è un aereo della marina Usa, il nuovissimo e segretissimo «F 14 Tomcat» (Gatto Selvaggio), scivolato in mare per accidente dal ponte della portaerei «J. F. Kennedy». Martedì scorso, durante una manovra Nato, battezzata con involontaria ironia «Teamwork» (lavoro d'equipe), la Kennedy è entrata in collisione con una nave di scorta e nell'urto lo «F 14», parcheggiato sul bordo del ponte di lancio, è dolcemente scivolato in mare ed ora giace presumibilmente intatto sul fondo a circa 550 metri di profondità. Il caccia è forse il più moderno e avanzato tra quelli in dotazione alle forze armate e, ciò che più conta, è equipaggiato con le più sofisticate attrezzature elettroniche ( gli Usa stanno trattandone la vendita all'Iran di 80, al costo di 17 miliardi di lire l'uno, ma senza gli strumenti più delicati). Se i russi dovessero impossessarsene, dicono oggi al Pentagono, sarebbe una aPearl Harbour» pacifica per l'America. «Non ho dubbi che arriveremo prima noi — ha detto un alto ufficiale della U.S. Navy — ma se per caso i russi gli mettessero le mani sopra, sarebbe la terza guerra mondiale». La dichiarazione è riportata stamani dalla Washington Post, che avverte di considerarla, giustamente, «un po' eccessiva». Senza raggiungere i toni apocalittici dell'ufficiale della marina Usa, la situazione è tuttavia assai spinosa. I sovietici, che hanno tentato inutilmente di farsi restituire il «Mig 25», portato in Giappone da un pilota transfuga la scorsa settimana, si sentono ovviamente «in credito» nei confronti degli americani che stanne smontando ed esaminando l'aereo dell'aviazione russa. Gli americani rispondono che, per quanto «interessante», il «Mig 25» non ha neppur lontanamente lo stesso valore tecnologico dell'«F 14», punta di lancia dell'aviazione tattica statunitense. | Quando è caduto in mare j dal ponte della disgraziata | portaerei (è il secondo grave | incidente subito dalla «Kennedy» in meno di 10 mesi, e il I primo — un'altra collisione I — fu nel Mediterraneo) l'«F | 14 Tomcat» era armato con 1 missili «aria-aria» Phoenix, i più moderni per la difesa aerea, e portava a bordo tutti i dispositivi più avanzati in do! razione ai velivoli americani: fra essi, il computer che guida automaticamente l'aereo sulla migliore rotta di attacco contro l'avversario, le attrez«iatture elettroniche che «contendono» le difese nemiche e i dispositivi che devono impedire ai sistemi di guida e di puntamento dell'«F 14» di «essere confusi» a loro volta dalle apparecchiature nemiche. Inoltre, l'aereo sommerso portava un'altra macchinetta elettronica di altissimo valore, destinata a interpretare e decodificare i messaggi. E' chiaro dunque che il «Tomcat» rappresenta un catalogo al naturale di quanto di più sofisticato abbia saputo produrre la tecnologia bellica americana, esattamente come il «Mig 25» atterrato in Giappone porta il meglio della tecnologia sovietica. Naturalmente, mentre il «Mig» è fui territorio nazionale del Giappone, un alleato degli Usa, l'«F 14» giace sul fondo di acque internazionali e quindi è — teoricamente — a disposizione del primo che lo '■ipesca. Al momento dell'incidente, martedì scorso, due incrociatori lanciamissili sovietici (classe «Kresta») stavano seguendo le manovre della flotta guidata dalla «Kennedy», secondo una prassi perfettamente normale e accettata (navi-spia americane seguono le manovre della flotta russa). Gli osservatori russi hanno dunque potuto vedere con i propri occhi l'aereo sganciarsi dagli ormeggi e scivolare in acqua: una delle due unità sovietiche è rimasta sul posto, navigando in cerchio stretto attorno al luogo dell'incidente, mentre la gemella sembra incroci più al largo. Sembra francamente improbabile, però, che i sovietici si impegnino in una gara di recupero contro la flotta atlantica americana: per quanto la preda sia invitante, i rischi sono eccessivamente alti. Se essi fallissero, e venissero battuti dalla Marina Usa, sarebbe un'altra umiliazione in due settimane, dopo la fuga del «Mig». Se riuscissero e soffiassero l'aereo agli americani, si aprirebbe una crisi che — senza portare alla tragica previsione del «dottor Stranamore», intervistato dalla Washington Post — avrebbe proporzioni gravi, soprattutto in piena campagna elettorale. Vittorio Zucconi

Persone citate: Gatto Selvaggio, Kennedy, Navi Usa

Luoghi citati: America, Giappone, Iran, Usa, Washington