Fuggite da Udine 20.000 persone Il piane di aiuti per i terremotati

Fuggite da Udine 20.000 persone Il piane di aiuti per i terremotati Mentre continua l'esodo per il terrore di dieci nuove scosse Fuggite da Udine 20.000 persone Il piane di aiuti per i terremotati Intervista al commissario governativo Zamberletti - Dichiara: "Abbiamo due obiettivi immediati: 1) ricostruire le comunità nei centri di raccolta; 2) sistemare al sicuro chi rimane nei paesi devastati" ■ Un appello all'Italia: occorrono "roulottes" (Segue dalla 1" pagina) it lati uno dopo l'altro. Ma adesso si scoprono le ferite sotterranee, ci si rende conto della complessità dei problemi da risolvere, della gravità delle decisioni da prendere. Primo obiettivo — ha detto Zamberletti in un incontro con i giornalisti — è la ricostruzione delle comunità nei centri di raccolta dei profughi. Le amministrazioni comunali, cioè, istituiranno una delegazione dei propri uffici nelle zone in cui la gente sfolla; saranno organizzate scuole (a Lignano sono già pronte oltre quaranta aule), trasporti pe i lavoratori, pendolari della paura, assistenza sanitaria, mense. «La fuga disordinata di molti — ha spiegato Zamberletti — ci ha impedito di programmare la ritirata e di evitare disguidi», ma si è detto fiducioso della riuscita del piano con cui dare sicurezza ai senzatetto (ma quanti siano, esattamente nessuno lo sa). Sotto le tende, in maggio, c'erano 105 mila persone, scese a 35 mila all'inizio di luglio. Le nuove spallate del terremoto hanno riempito un'altra volta le tendopoli e i rifugi di fortuna. Da qui la necessità del censimento a spron battuto affidato a terne di militari (un ufficiale e due soldati per équipe) per accertare il numero di chi ha bisogno di una casa e provvedere al più presto alla ricostruzione di un numero sufficiente di prefabbricati. «Dovranno essere pronti entro marzo — ha detto il commissario straordinario di governo — se non rispetteremo questa scadenza avremo mancato la nostra parola nei confronti di tanta gente che soffre e soprattutto avremo inferto un ulteriore terribile colpo all'economia di una zona che vive di turi smo». Secondo obiettivo: garantire una sistemazione sicura a chi vuol restare e mantenere forme di vita nei paesi semi- vuoti. Il rifugio sarà una roulotte. Zamberletti ne ha chieste a tutti gli italiani, sollecitando in particolare la collaborazione delle amministrazioni regionali del Centro e del Nord d'Italia. Il Piemonte ha risposto con slancio generoso e immediato ancora una volta. Quasi trecento roulottes arriveranno proprio domani da Torino; 210 sono state donate dai lettori de «La Stampa», testimonianza straordinaria d'amicizia verso un popolo vissuto nella discrezione, senza mai nulla chiedere, e oggi nel cuore di ogni italiano per colpa di un evento che non può sopportare da solo. Dopo la sottoscrizione, che ha fruttato quasi tre miliardi, c'è ora questa preziosissima dei piemontesi. Le roulottes saranno accompagnate in giornata da staffette della Polizia Stradale nei paesi in cui c'è particolare bisogno. Altre mille di queste case mobili sono state raccolte dal ministero degli Interni; ne occorreranno però moltissime altre. Servono soprattutto per ospitare gli agricoltori, cioè la gente che non può abbandonare la terra né fare il pen¬ dolare. Lo stesso per i negozianti, per le persone che devono garantire il funzionamento di servizi essenziali in quei luoghi che non possono essere abbandonati completamente. Ritorneranno le mense organizzate dai militari come durante la prima emergenza. Al capezzale del Friuli, intanto, saranno chiamati esperti di sismologia italiani e stranieri. «La situazione idrogeologica è delicatissima», afferma Zamberletti sulla scorta dei rilievi che i tecnici a sua disposizione hanno compiuto. Il caso più grave è rappresentato dalla statale 13, squarciata all'altezza di Ospedaletto e minacciata da frane in più punti fra Venzone e Resiutta. C'è il rischio che possa essere bloccata al traffico normale. Questo evento se si verificasse rappresenterebbe un colpo gravissimo per l'economia friulana. La statale 13 è arteria importantissima, il cordone ombelicale per una regione che voleva (e vuole) proiettarsi verso l'Europa, fare da ponte fra l'Italia e i Paesi vicini. I risultati del consulto serviranno in vista della rico- struzione del Friuli. Come e dove ricostruire i paesi? Su questo tema «Il Gazzettino» di Venezia ha organizzato a Udine una tavola rotonda con gli inviati dei maggiori quotidiani italiani. L'orientamento di massima è stato che i paesi vengano ricostruiti dov'erano, che sia rispettato un modello di sviluppo collaudato, eliminando spuilibri, rimediando a errori passati, senza snaturare l'anima di un popolo con invenzioni di fantaurbanistica. Ma la ricostruzione purtroppo appare ancora lontana. E' un discorso di là da venire anche se da affrontare subito attraverso la legge che il governo non può più rinviare. Vicina, invece, è la preoccupazione per l'immediato futuro. Molti paesi sono ancora isolati, le comunicazioni insufficienti. Le ultime scosse hanno sbriciolato case che erano ancora miracolosamente in piedi. Renato Romanelli t Moggio Udinese. Una frana vastissima, causata dal movimento tellurico, ha interrotto la Vienna-Venezia (Tel. Upi)

Persone citate: Lignano, Renato Romanelli, Zamberletti