Cremona: convegno di cancerologi di Franco Giliberto

Cremona: convegno di cancerologi Cremona: convegno di cancerologi L'uomo, l'ambiente ed il male del secolo (Dal nostro inviato speciale) Cremona, 16 settembre. Uno scienziato si confessa. E' un cancerologo italiano Ai fama internazionale, direttore di un attivissimo istituto di ricerche oncologiche, giunto a Cremona per la conferenza mondiale su «Cancro, uomo, ambiente». Racconta: «Mi sono fatto costruire una casa in una zona verde. Pensavo di viverci serenamente. Invece una fabbrica sorta lì vicino ammorba l'aria, fonde ogni tipo di rottami ferrosi: barattoli con resti di vernice, contenitori di pesticidi, di insetticidi, lamiere cromate e nichelate. Beh, mi son detto, saprò se un certo fumo inquinante fa male alla salute, se certe polluzioni sono sospette come agenti cancerogeni. E ho cominciato la battaglia con altri abitanti della zona. Ma niente da fare, continuiamo a tenerci la puzza e il pericolo. Il Comune ha voluto minimizzare la vicenda, il giornale locale l'ha registrata puntando nel titolo a tranquillizzare l'opinione pubblica, persino un pretore d'assalto (si fa per dire) se ne è lavato le mani. Non è facile difendere la propria salute. Oltretutto, ora, quando passo davanti a quella fabbrica il padrone mi ride in faccia». Il cancerologo aggiunge: «Alla fine mi verrà l'infarto per l'angoscia di non poter ot tenere un sacrosanto intervento disinquinante». Il sapore paradossale di questa testimonianza può trarre in inganno. Ma se c'è una storia emblematica che si attaglia perfettamente al congresso di «Cancro, uomo e ambiente», cominciato oggi a Cremona, è proprio questa. Da un lato, illustri scienziati italiani e stranieri che vengono a ribadire come T80-90 per cento dei tumori sono oggi dovuti a fattori cancerogeni ambientali (modo di vita, alimentazione, farmaci, inquinamento industriale, chimico in primo luogo); dall'altro lato, strutture pubbliche e sociali che per vari motivi — spesso anche per lo scontro - compromesso con il potere econo mico — sono incapaci di fa vorire una politica di risana mento del territorio e di stretta verifica di ogni produzione nociva. Il congresso durerà quattro giorni. Già la s:ua intitolazione, la scelta del problema ecologico, sembra un atto di coraggio. Perché non sentiremo accademicamente discutere di terapie, ipotesi cliniche e metodiche di cui la letteratura medica è ricchissima e in continuo aggiornamento, ma vedremo finalmente i riflettori puntati sul vero problema: quello della prevenzione, dell'ambiente da ripulire, della licenza d'uccidere — detenuta da troppe persone — o di fare ammalare la gente in nome del trinomio produzione - progresso - profitto. Aperto dal ministro della Sanità Dal Falco, il congresso ha avuto nelle parole del suo presidente, il professor Giorgio Cavallo, rettore dell'Università di Torino, un invito alla fiducia nella scienza: «L'uomo deve meditare sul fatto che se la scienza ha provocato danni, è certo che soltanto essa potrà fornire i mezzi per ripararli». Il Premio Nobel Melvin Kalvin, Raumond Latarjet, della Fondazione Curie di Parigi, Chester Stock del Memorial Sloan Kettering, centro per il cancro di New York, il professor Pierluigi Mariani del centro tumori di Cremona, il professore Cesare Maltoni, direttore dell'istito oncologico di Bologna, e il professor Giorgio Prodi, direttore dell'istituto di cancerologia dell'Università di Bologna, clinici belgi, olandesi, iraniani, francesi, tedeschi, tailandesi, americani, inglesi, han¬ no presentato nella prima giornata del congresso una serie di relazioni sui rischi di malattie tumorali decuplicati dalla nostra civiltà dei consumi. Domani, con i dibattiti e gli esami particolari, entreremo nel vivo della denuncia. Franco Giliberto

Persone citate: Cesare Maltoni, Chester Stock, Giorgio Cavallo, Giorgio Prodi, Kettering, Nobel Melvin, Pierluigi Mariani, Sloan

Luoghi citati: Bologna, Cremona, New York, Parigi