"I quartieri espressione di solidarietà"

"I quartieri espressione di solidarietà""I quartieri espressione di solidarietà" Così li definisce la Curia in un documento illustrato ieri alla commissione comunale - Il pei spiega perché propone liste uniche aperte a tutti: "Vogliamo che siano salvaguardati i diritti delle minoranze" Qual è 11 contributo che la Chiesa e le comunità cristiane possono dare per fare dei consigli di quartiere un organismo valido ed efficiente? La commissione consiliare al decentramento è da tempo impegnata nelle consultazioni con le forze politiche, sindacali, culturali per dure ai consigli di quartiere contenuti che tengano conto del più ampio ventaglio di esigenze. Ieri, rincontro tra la commissione (assessore Vindlgni, i consiglieri Cocozzello e Berardi de, Segre psl e Fassino pel) e i responsabili di alcuni uffici pastorali (i sacerdoti Verndotto, Accornero, Frittoli, Lepori, Veronese). La delegazione della Curia ha Illustrato un documento, titolo «Chiesa ed enti locali». La premessa è dedicata a precisare i compiti e i limiti di competenza della Chiesa «per sua natura autonoma da ogni struttura di partito» le cui autorità hanno come obiettivo primario (d'annuncio e l'insegnamento dei contenuti della rivelazione cristiana». Ma la comunità cristiana «con la formazione delle coscienze e valutazioni anche cristiane cerca di contribuire alle proposte che via via emergono dall'azione delle forze sociali e politiche». Per questo gli uffici diocesani «desiderano essere informati in tempo utile dall'ente locale su iniziative, proposte, consultazioni che li possono interessare». Entrando nel merito delle proposte di regolamento dei consigli di quartiere, il documento rileva: «Le nuove iniziative evitano che i cittadini si chiudano nell'Individualismo, il tessuto sociale si disgreghi per mancanza di possibilità e di stimoli alla socializzazione, nascano le aggressioni deformanti del clientelismo o del gregarismo culturale, sociale e politico». Al centro di ogni attività — è l'auspicio della Curia — devono esserci l'uomo e la partecipazione. Questa si attua «sia decentrando lo responsabilità e le iniziative, sia favorendo il confronto nei gruppi e nelle assemblee». Per questo il futuro quartiere deve diventare «un momento fondamentale per la ricomposizione del rapporti sociali nel senso della solidarietà e della libertà». Come indicazioni gli uffici della Curia danno questo indirizzo di fondo: «Stimolare le persone e le comunità a prendere coscienza delle necessità di un solido ancoraggio del discorso sul decentramento ai valori umani, del dovere dell'impegno e del sostegno verso chi effettivamente lavora». * * Perché il pei vuole un accordo tra i partiti democratici per l'elezione dei comitati di comprensorio e dei consigli di quartiere? Lo hanno spiegato ieri il segretario della federazione torinese Gianotti ed il responsabile dell'organizzazione pei cittadina, Fassino. Gianotti ha detto: «Abbiamo chiesto la formazione di liste aperte al contributo, sui programmi, di tutti i partiti democratici, proprio per salvaguardare la rappresentanza dei partiti minori e dei gruppi spontanei, che potrebbero venir soffocati dalla ferrea logica elettorale ». Le proposte comuniste non si fermano qui. « II dibattito — ha aggiunto Fassino — dovrebbe allargarsi ai futuri rapporti fra comitati di comprensorio, province, comunità montane comuni». Su questo plano, a parere dei comunisti, non esistono problemi di « concessioni dei più forti ai più deboli », ma di discussione « fra forze pari ». E Gianotti ha precisato: « Il meccanismo elettorale, di tipo maggioritario, dovrà, ad esempio, venir corretto per evitare scompensi di rappresentatività fra forze polìtiche e gruppi sociali, in modo che tutti possano avere lo spazio necessario per far sentire la loro voce». Analogo discorso vale per i quartieri. « La ricerca dt convergenze — ha concluso Fassino — tende a garantire la presenza nei futuri comitati (la bozza del regolamento elettorale sarà presentata il 2 ottobre, anziché il 25 settembre come preannunclato alla Galleria d'Arte moderna, ndr) di quelle forze spontanee che ne. gli scorsi anni hanno condotto grosse battaglie nell'interesse della città ». Questa la posizione del pei. E gli altri partiti? I primi a rispondere «no» all'impostazione comunista sono stati i repubblicani, i quali in un documento hanno dichlaarto di voler presentare liste proprie con il simbolo dell'edera. Il comitato cittadino della de deve ancora decidere. Probabilmen¬ te 1 democristiani presenteranno una propria Usta, aperta a tutti i contributi di gruppi che in essi si riconoscano. Anche il psdi non ha ancora preso posizione. Per la formazione delle liste vi sono stati però contatti con il psl. Il pli infine distingue fra quartieri e comprensori. Nei primi sarebbe disponibile a liste « di alleanza laica », nei secondi « a soluzioni tecniche garanti della persenza di tutte le forze politiche reali ».