Già 7000 senzatetto a Lignano "Per noi è la fine del mondo" di Clemente Granata

Già 7000 senzatetto a Lignano "Per noi è la fine del mondo" Già 7000 senzatetto a Lignano "Per noi è la fine del mondo" (Dal nostro inviato speciale) Lignano, 16 settembre. ...... .. I pullman si fermano sul lungomare. Scende silenziosa | una piccola processione. Sono donne infagottate in soprabiti neri uno scialle sulle spalle, un fazzoletto attorno al capo, la borsa con un po' di roba ! stretta in mano; sono anziani. che si sorreggono a vicenda, ; sono bambini. Si guardano at torno come intimiditi. Poi si avviano a piccoli lenti passi verso i centri di raccolta. Il sole è caldo, l'acqua limpida, la spiaggia è ancora affollata. L'inverno qui sembra lontano, l'apocalisse di ieri pare appartenere a un altro universo. La ricorda all'improvviso questa gente muta | che vive una delle pagine più tragiche della storia del Friuli. L'esodo era previsto. Il ri¬ tardo nella costruzione delle baracche, l'autunno alle por te, l'improvvisa recrudescenza del fenomeno sismico avvenuta sabato pomeriggio lo rendevano inevitabile, soprattutto per le persone più deboli che non potevano continuare a vivere nelle tendopoli in condizioni precarie, tra miile avversità. Ma si pensava che ci fosse ancora un certo spazio, un ragionevole margine concordare di tempo per trasferimenti. Ieri la situazione è mutata precipitata. Le due s*osse 5f5 e delle U21 hannQ seminato lo stes. ' ^ del i0 sc0 ^ con Je rB0Bvine d , ^ , j iamentarono j moV a Così anche m ch>erano indecisi ancne quelli che con. sideravan0 ^allontanamento come un'ipotesi ancora remota, se ne sono andati dalla terra che sussultava senza tregua. Dapprima è stata una rotta, una fuga disordinata sotto il pericolo incombente. A piedi e in bicicletta, su moto e auto, giù oltre il ponte del 'ragliamento, verso Udine, sotto l'incalzare di un nemico tremendo, inafferrabile e invincibile. Poi sono giunti i soccorsi. Pullman di linea, mezzi della brigata Julia, delle divi- sioni Mantova e Ariete. E l'è- sodo è divenuto meno affannoso, più ordinato. L'organizzazione dei soccorsi è apparsa, in questa circostanza, efficiente. . Per ventiquattr'ore, in modo quasi ininterrotto, camion e pullman hanno fatto la spola tra le zone colpite e questo ridente angolo di terra. Qui a Lignano, sino al primo pomeriggio di oggi, sono giunte 4528 persone. In municipio è stato subito messo in atto il piano d'emergenza. Millenovecento terremotati sono stati sistemati in abitazioni private, mille in alberghi e altrettanti nei locali dell'Ente friulano d'assistenza. Queste sono cifre ufficiali. All'esodo accertato e catalogato dobbiamo poi aggiungere quello che è sfuggito a classificazioni ufficiali, si calcola infatti che almeno altre | duemila persone abbiano troj vato accoglienza presso amici e conoscenti. Lignano è centro che vive di turismo, ha una disponibilità di 14 mila appartamenti per 70 mila posti-letto e di oltre 10 mila posti-letto negli alberghi. La sistemazione non dovrebbe creare dunque situazioni particolarmente difficili. Per le esigenze più immediate, come la distribuzione del cibo, s'è provveduto alla i i I riaPertura"di due' slTf~s"ervTce lo «Smeraldo» e il «Sabbiadoro», sono inoltre disponibili cinque cucine rotabili della brigata Gorizia e della divisione Ariete, che hanno nella zona 110 uornini, i quali prestano assistenza e svolgono servizi di coordinamento. Tutto ciò riguarda il presente e sono cose importanti, essenziali. Ma il futuro? Il futuro è carico d'incognite e di rischi. Questa, per la maggior iiimimiimi h 111 ; 11 m 11 mini il a e e s. V o n. o oa a a, il di uao enczi i- è- nzrion oi i parte, è gente che ha perso tutto. Colpita dalla catastrofe di maggio, lentamente aveva ricominciato a rialzare la testa, a ricucire le ferite, a crearsi qualche prospettiva. Ora la sua terra è cancellata, sepolta dalle macerie e non è possibile prevedere se e quando ci sarà una ripresa. La prossima primavera, indicata sino all'altro giorno come l'inizio di un graduale ritorno alla normalità, appare ora data improbabile. Alle spalle hanno il terrore, la distruzione, l'inferno, di fronte il vuoto. Vado nella tarda mattinata alla sede dell'Ente friulano d'assistenza che durante l'estate ospita più di mille bambini. Ci sono spaziosi giardini, alloggi confortevoli. I profughi vi sono giunti nel corso della notte. Hanno affollato i due uffici del municipio adibiti a centro di raccolta, ciascuno con un foglio in mano dov' erano stati scritti generalità, professione e familiari a carico, e sono stati destinati qui. Sono abitanti di Gemona, Venzone, Avasinis, Trasaghis, Alesso, Braulins, Bordano, tutti centri che ieri hanno subito con particolare intensità la nuova furia sismica. Se ne stanno seduti a piccoli gruppi. Qualcuno legge il giornale, qualcuno è come rannicchiato sulla sedia il capo stretto tra le mani, altri fissano il vuoto. Li interroghi e ascolti brandelli di storie che compongono il quadro di una biblica tragedia. Hanno resistito sino all'ultimo, aggrappati al loro fazzoletto di terra, poi quando la resistenza è divenuta impossibile si sono arresi. L'ultima scossa, quella delle 11,21, è stata decisiva. Quando hanno visto che il terreno si sollevava come percorso da un'onda gigantesca, le montagne franare, sono fuggiti. Qui, nei locali dell'Ente friulano, è possibile salvaguardare ancora una certa integrità del tessuto familiare, forse anche del tessuto sociale. Può già essere una conquista, ma per il momento molti guardando al domani scuotono il capo: «Non sappiamo se sarà possibile salvare qualcosa, forse per noi è stata la fine del mondo». Clemente Granata

Persone citate: Lignano

Luoghi citati: Ariete, Friuli, Gemona, Gorizia, Lignano, Mantova, Trasaghis, Udine, Venzone