Assassinaio per strada a Milano dai killers delle bische volanti di Gino Mazzoldi

Assassinaio per strada a Milano dai killers delle bische volanti Di notte, sotto gli occhi di due guardie giurate Assassinaio per strada a Milano dai killers delle bische volanti Aveva 29 anni ed era padre di una bimba di 6 anni - Si era ridotto sul lastrico con il gioco dei dadi - E' stato ucciso a rivoltellate e colpi di lupara forse perché non aveva pagato i debiti (Dal nostro corrispondente) Milano, 15 settembre. Feroce regolamento di conti in una strada della periferia: un pregiudicato barese è stato «giustiziato» con due scariche di lupara. I killer gli hanno poi esploso altri due colpi di grazia alla nuca e, in segno di sfregio, lo hanno crivellato di proiettili al basso ventre. Sembra che si tratti di un delitto maturato nell'ambiente del racket delle bische clandestine. La vittima, accanito giocatore che aveva dilapidato tutte le sue sostanze ai dadi, deve aver accumulato un grosso debito che non è più stato in grado di pagare: di qui l'inesorabile sentenza della sua condanna a morte. L'episodio è avvenuto poco dopo l'una e trenta della scorsa notte, ed ha avuto come protagonista Giulio Curci, 29 anni, un commerciante di vini, originario di Grumo Apula (Bari), ma residente a Milano, corso Lodi 59, lo stabile davanti al quale, lo scorso an- n«d« no, fu assassinato sulla sua «Rolls Royce» il boss della droga, Mario Buraglia, detto «Mario 'o guappo». Curci a quanto pare non ha mai avuto nulla a che fare con questo ambiente e si teneva lontano dagli spacciatori di stupefacenti: le sue specialità erano le piccole truffe, l'emissione di assegni a vuoto, falso in cambiali. Curci a causa del gioco si era indebitato e per sottrarsi ai creditori era stato costretto — più di un anno fa — a lasciare il suo appartamento di corso Lodi e a trasferirsi assieme alla moglie, Rina Migliavacca, 25 anni, e la figlia, Sabrina, 6 anni, prima in via Bramante, poi a cercare saltuaria ospitalità presso i genitori, in via San Rocco 15. Qui ieri il giovane aveva trascorso qualche ora del pomeriggio ed era poi uscito per recarsi a cena in un ristorante del Carrobbio dove, secondo quanto ha detto salutando la madre, Caterina Colorito, 58 anni, avrebbe dovuto concludere un affare. Dove il Curci abbia trascorso la serata non è stato ancora possibile accertarlo. All'una e trenta circa due guardie notturne, Valentino Franzi, 26 anni, e Battista Boviello, di 27, che si trovavano all'angolo di via Tajani con via Milesi, hanno visto arrivare un'«Alfetta» rossa con quattro persone: la vettura ha frenato bruscamente e i due uomini che erano sul sedile posteriore sono scesi. Sono subito echeggiati due colpi di lupara, seguiti da due colpi di pistola e subito dopo da una serie di altri colpi. «Stavo completando il mio giro di ispezione nella zona — ha poi raccontato Valentino Franzi — quando ho visto fermarsi l'Alletta: sono scese due persone, ho sentito i primi spari, ho pensato che fos- se qualcuno che stesse uccidendo un cane. Poi gli altri colpi. Quando l'Alfetta è sparita mi sono avvicinato ed ho visto che si trattava di un uomo». Dal canto suo Battista Boviello ha raccontato: «Non ho messo mano alta pistola perché pur essendo a una ventina di metri mi sembrava impossibile che stessero uccidendo un uomo. Quando sono accorso col Franzi sono rimasto pietrificato: per terra c'era una persona, ormai senza vita, con gli occhi rivolti verso l'alto, la mano sinistra sul petto come se avesse cercato di tamponarsi le ferite». Sul posto sono subito giunte alcune gazzelle della squadra mobile e poco dopo è arrivato anche il medico Servidori col sostituto procuratore della Repubblica, Corrado Carnevali. Addosso alla vittima è stato trovato il portafogli bucato dai proiettili della lupara: dentro c'erano dieci banconote da 10 mila lire e la carta d'identità col vecchio indirizzo. Nella tasca posteriore dei pantaloni un'agenda con pochi nomi e molti fogli strappati. All'anulare della mano sinistra aveva un anello d'oro con una incisione cancellata. Il medico ha potuto accertare che il Curci era stato «giustiziato» con due colpi di lupara in pieno petto esplosi dall'interno della macchina: mentre stava stramazzando a terra, il killer che era sceso con lui dalla vettura gli ha sparato due colpi alla nuca e molti altri al basso ventre. I testimoni non sono stati in grado di descrivere i tre assassini. Le indagini si sono subito orientate nell'ambiente del racket delle bische clandestine. Qualche mese fa Giulio Curci era stato costretto a vendere per poco la sua «Zagato»: al gioco aveva perso tutto quanto possedeva. Sembra che per tentare la fortuna ai dadi in questi ultimi tempi avesse puntato cifre enormi, che ovviamente non era stato in grado di sborsare. Di qui la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti. Giulio Curci è l'ennesima vittima di questo ambiente che negli ultimi mesi ha seminato la morte in città. Il 5 giugno scorso Hamric Husref, uno slavo di 23 anni, venne ucciso a coltellate in piazza Aspromonte; un mese dopo, alla piscina dell'Idroscalo, in mezzo ad una folla di bagnanti, venne crivellato di colpi Luigi Pellegrini, e infine il 23 luglio scorso, in piazza Cartagine, è stato assassinato, a colpi di pistola, lo slavo Miograd Pavicevil. Gino Mazzoldi Milano. Giulio Curci, ucciso a Milano a colpi di lupara (Telefoto Soncini)

Luoghi citati: Bari, Milano