Il mare Adriatico invaso dall'alga che brucia ossigeno e uccide i pesci

Il mare Adriatico invaso dall'alga che brucia ossigeno e uccide i pesci Il fenomeno davanti alla costa romagnola Il mare Adriatico invaso dall'alga che brucia ossigeno e uccide i pesci (Dal nostro corrispondente) Rimini, 15 settembre. (e.m.) Anche quest'anno, con una puntualità impressionante, le acque dell'Adriatico, all'altezza della costa romagnola, si sono tinte di un verde cupo poi trasformato in rosso; i pesci di fondo sono morti e in alcune zone s'è sentito l'acre odore della decomposizione. La causa di tutto ciò è un'alga, un dinoflagellato che fa parte del fitoplancton marino, presente in tutti i mari, insieme con lo zooplancton, i molluschi, i pesci, ecc. Quest'alga è proliferata spaventosamente nell'Adriatico tra il delta del Po e il promontorio di Gabicce, trasformando questa zona, che ospita sulla costa il più grosso agglomerato turistico d'Europa, in una specie di piccolo mare dei Sargassi, apportatore di morte a tutti i pesci sottostanti. Infatti le alghe consumano tutto l'ossigeno del mare ed i pesci di fondo muoiano soffocati Perché avviene tutto questo? «Perché è stato spezzato l'equilibrio marino — ci ha detto il prof. Renato Ponzoni, uno degli studiosi del fenomeno più impegnati —. Tutti gli esseri marini vivono in equilibrio nell'ambiente, ma se questo equilibrio si spezza, allora le conseguenze sono imprevedibili». L'equilibrio marino si è rotto nel Mare Adriatico di Romagna: i dinoflagellati sono aumentati paurosamente e stanno distruggendo i pesci. «Il mare — dice ancora il prof. Ponzoni — è stato qui eccessivamente fertilizzato. Da chi? Innanzi tutto dalle piogge, ma questa è la causa meno importante. Le piogge, infatti, trasportano in mare sostanze organiche e rifiuti, magari polverizzati, ma pur sempre ricchi di materiali fertilizzanti. In secondo luogo, vi sono gli inquinamenti causati dai fiumi e dalle città costiere. Non si dimentichi che il Po versa nel Mare Adriatico il 64 per cento degli scarichi industriali e il 42 per cento degli scarichi organici delle città italiane. Tuttavia. per quel che riguarda le industrie, occorre precisare che gli scarichi sono in parte dannosi alle alghe stesse e solo quelli delle industrie alimentari le favoriscono. In certo modo — e questo è l'elemento più importante — i veri super fertilizzanti delle alghe sono gli impianti di depurazione, pur indispensabili, costruiti a Gabicce, Cattolica, Misano, Riccione, Rimini, Bellaria. San Mauro, Cesenatico, Cervia, che versano in mare la più grande quantità di nitriti, nitrati, fosfati e cloruri». In sostanza si verifica il paradosso che la Riviera Adriatica, la più pulita d'Italia, è anche quella che più favorisce la nascita delle alghe. Come si può provvedere? risponde il prof. Ponzoni. «Per eliminare ogni pericolo derivante dalle alghe occorrerebbe togliere all'acqua ripulita dagli impianti di depurazione i nitriti, i nitrati, i fosfati e i cloruri. Un mezzo meccanico c'è, ma è troppo costoso.

Persone citate: Bellaria, Cervia, Ponzoni, Renato Ponzoni

Luoghi citati: Cesenatico, Europa, Italia, Riccione, Rimini, Romagna, San Mauro