Il pm chiede 26 anni di carcere per Liggio e il prete della mafia di Vincenzo Tessandori

Il pm chiede 26 anni di carcere per Liggio e il prete della mafia Conclusa la requisitoria contro P«Anonima sequestri» Il pm chiede 26 anni di carcere per Liggio e il prete della mafia Proposta la condanna in blocco di tutti gli imputati (comprese le donne coinvolte nei rapimenti) : 26 anni anche al carceriere di Rossi di Montelera e ai fratelli Taormina (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 settembre. Dice il pubblico accusatore: «Noi abbiamo agito con decisione per offrirvi qualcosa di concreto. E proseguiremo fin- ssclopche ci sarà possibile. Chi ha \ dvoluto le commissioni anti mafia, eletto da mandato popolare, deve fino in fondo tirare le conseguenze. A ciascuno le sue responsabilità». E' un preciso, coraggioso richiamo al potere politico troppo spesso miope di fronte a un cancro tanto diffuso nel corpo del Paese. Il processo aH'«Anonima sequestri» responsabile «almeno» dei rapimenti TorieUi, Rossi di Montelera e Baroni è scio un epi- secrccscpuddla sodio della lotta al subdolo sindacato del crimine. Ma potrebbe diventare occasione per dimostrare la volontà di andare a fondo nel problema. Ammonisce il p.m. dottor Caizzi: «Con questa sentenza, giudici, non potrete esorcizzare la mafia, ma solo cauterizzare le profonde lacerazioni causate nel tessuto sociale. Al di là di questo processo la mafia è pronta a risorgere e a operare altrove». La lunga analisi del Pubblico Ministero è al termine dopo tre giorni. Caizzi traccia un ultimo, sintetico profilo dell'onorata società, richiama doveri. Dice: «Si è assistito alla pianificazione del crimine in modo violento, di questo crimine, il sequestro di persona». Parla dell'organizzazione, le celle, le armi, la crudeltà verso le vittime. «C'è stata un'aggressione sistematica al Nord inteso soprattutto come terreno di conquista». Starà ai giudici, ora, «non dare attestati di benemerenza ai sequestratori, come è stato fatto in altri processi». Mancano cinque minuti a", le 11 quando il pubblico accusa-tore inizia la lettura dell'elenco delle richieste. «Riteniamo che i responsabili vadano adeguatamente puniti. Ma al di là dei "manovali" e "capi" del crimine mafioso ci sono ben altre più gravi responsabilità. Chiediamo che venga ricono- sciuta la responsabilità per \ tutti gli imputati, fatta ecce- : zione per Torielli Pietro, per-1 che è stato costretto ad agire come ha agito per salvare se 1 stesso e un prossimo congiun-1 o da un grave, inevitabile nocumento della libertà». Alla prima vittima della «Anonima sequestri», che per settimane, ostinatamente, dette ai giudici versioni differenti della sua triste avventura, dopo un anno e mezzo viene così riconosciuto il diritto' ad avere paa.a, il diritto a mentire per terrore. Anche per Francesco Guzzardi, il nuovo «padrino» indicato come antagonista di Liggio, il pubblico ministero chiede l'assoluzione per il sequestro Montelera, ma la formula indicata è quella del dubbio. Più chiare, invece, agli occhi dell'accusa pubblica, sono emerse le sue responsabilità per il rapimento Torielli. In un silenzio assoluto e con voce chiara e ferma il dott. Caizzi prosegue: «Per Michele Guzzardi, venti anni e un milione di multa». Era stato l'intermediario nel se-1 questro Torielli, ha sempre sostenuto di avere agito «per fare del bene». Ma le circostanze emerse dall'istruttoria e dal dibattimento non lo hanno aiutato, anche la deposizione resa dalla moglie, Giancarla Ferri, ha involontariamente aggravato la sua posizione. Ora la giovane, patetica figura di donna finita in mezzo a uno sporco gioco più grande di lei, piange e urla: «Lui lo ha fatto per aiutare. Che giustizia è questa»». Ancora le richieste dell'accusa pubblica: per Francesco Guzzardi, ventidue anni. Giuseppe Ugone, primo carceriere di Montelera, ventisei anni e due mesi. I fratelli Taormi- na> cust0di dell'inferno sotter. raneo di Treviglio: ventisei anni per Francesco, reo confesso; ventisei anni e otto mesi per Giuseppe; venticinque anni e otto mesi per Giacomo, il «capo». Nello Pernice, fino ad ora incensurato, diciotto anni. Le richieste si susseguono. Per Agostino Coppola: venticinque anni e otto mesi; la pena più pesante è richiesta per Luciano Leggio: ventisei anni e nove mesi. Per il p.m. sono responsabili anche tutte le donne coinvolte. In totale la pubblica accusa chiede 364 anni e cinque mesi di carcere, oltre a 30 milioni e 700 mila lire di multa. Gli imputati ascoltano il loro accusatore in silenzio. Liggio, appoggiato alla panca, i piccoli occhi diventati ancora più minuscoli, guarda con aria di sufficienza; Agostino e Domenico Coppola sorridono, quasi l'argomento non li riguardasse; Nello Pernice, con gli occhi mobilissimi, attento a cogliere ogni sfumatura anche sui volti dei giudici. L'unico che appare realmente disfatto è proprio la vittima, Pietro Torielli. Ha gli occhi di pianto, non sa cosa fare né dove guardare. Gli altri no, sanno di avere ancora proiettili da sparare e contano di riuscire se non a capovolgere almeno a modificare la situazione. Dopo il p.m. ha parlato l'avv. Giuseppe Prisco, difensore di Torielli. Poi l'avv. Primontono ha fatto la sua arringa in difesa di Lucia Paresan, la donna di Liggio. Domani inizieranno gli altri difensori. Vincenzo Tessandori | | ' !) i Milano. Il « mafioso » Luciano Liggio, sorvegliato da un carabiniere (foto Grazia Neri)

Luoghi citati: Milano, Taormina, Torielli Pietro, Treviglio