Le "isole,, all'Olivetti di Renzo Villare

Le "isole,, all'Olivetti Contro il lavoro alienante Le "isole,, all'Olivetti Le catene di montaggio sono state sostituite da unità operative responsabilizzate in tutto il ciclo della produzione (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 15 settembre. Da alcuni anni in tutto il mondo industriale si parla sempre più della necessità di modificare i criteri dell'organizzazione del lavoro, di rinunciare ai principi di frazionamento dei compiti per cercare forme di lavoro più completo, più significativo, più responsabile. In altre parole si cerca di realizzare un metodo in cui l'uomo ritrovi se stesso nella piena espressione delle sue capacità. Se ne sono occupati psicologi, sociologi, sindacalisti, industriali, esperti di organizzazione cercando tutti, sia pure per motivi diversi, nuove strade per combattere il progressivo aumento dell'alienazione dell'uomo nei confronti del lavoro industriale. Questi studi e la successiva realizzazione di nuove soluzioni hanno rappresentato un'opera di ricerca da parte di diverse aziende italiane, tra cui l'industria automobilistica con l'applicazione delle famose «isole». Il discorso è stato portato avanti anche dall'Olivetti che, grazie alle particolari caratteristiche tecnologiche in atto nell'azienda, ha potuto introdurre un nuovo metodo di lavoro denominato «Unità di montaggio integrate» (Umi) per la produzione di macchine da calcolo. A spiegarci queste trasformazioni organizzative sono stati l'Ingegner Mario Misu della Direzione Metodi di produzione e il dottor Franco Valpreda responsabile delle azioni sindacali. Queste trasformazioni — hanno detto — non sono iniziate nei montaggi (oggi applicate su larga scala, tanto da occupare oltre la metà della mano- j doperà) ma i primi tentativi sono stati operati nelle officine. Risale, infatti, al 1963 la creazione della mansione di «attrezzatore-condut tore» ai torni automatici e, immediatamente dopo, furono attuate, sempre nelle officine, riorganizzazioni dei compiti più ampie, interessando progressivamente tutti i reparti. Nel settore dei montaggi (dove oggi le «unità di montaggio integrate» rappresentano una conquista anzitutto dei lavoratori e poi dell'azienda) occorre arrivare al 1971 per trovare un primo cenno «ufficiale» di trasformazioni organizzative. Tra il 1971 e il 1973 si svilupparono altri due esperimenti: il primo sulla macchina «Auditronic», poi sospeso nel corso del 1972 perché non soddisfacente, e il secondo sulla macchina calcolatrice elettronica «Logos» definitivamente concluso in un accordo con le organizzazioni sindacali nel giugno 1973. Cosa sono esattamente queste unità di montaggio integrate? Per ottenere una maggiore elasticità nel lavoro e una più ampia responsabilizzazione delle mansioni — ci spiega l'ingegner Misu — si è passati da una struttura di lavoro composta da numerose stazioni in sequenza (ossia una specie di catena di montaggio) a una struttura diversa. La maggiore responsabilità di lavoro da parte del lavoratore si è ottenuta abbandonando il criterio dell'estremo frazionamento del lavoro che si risolveva in operazioni prive di significato agli effetti del risultato finale. L'operaio addetto a queste operazioni, infatti, non riusciva mai a vedere il prodotto finito e non poteva avere, cosi, la soddisfazione del risultato. Ricomponendo, invece, il lavoro in operazioni a senso compiuto, si è eliminato questo grave inconveniente e si è data al lavoratore la completa conoscenza del lavoro svolto e il fine per cui è stato svolto. Del resto l'accordo con I sindacati del 1973, il primo raggiunto in Italia in materia di trasformazioni organizzative nelle produzioni industriali, illustra molto bene il ruolo del nuovo metodo. 'L'unità di montaggio Integrata — si legge —■ ha quale obiettivo la consegna della macchina finita, completa In tutte le prestazioni richieste, collaudabile nelle stesse e come tale di per sé vendibile a un cliente. E' compiuto dell'unità realizzare l'intero processo produttivo di montaggio nei previsti livelli quantitativi e qualitativi, intervenendo sul problemi della qualità con apporto determinante-. L'unità integrata che si è sostituita alla tradizionale linea di montaggio nel caso delle Logos — ossia quella attualmente in azione — è composta da circa 30 persone che costituiscono un gruppo autonomo di lavoro e operano in un'a¬ rea della produzione ben definita. Come dire una fabbrica nella fabbrica. Prima questo lavoro veniva compiuto attraverso una specie di catena di montaggio non mobile ma fissa. Ossia invece di avere il pezzo da montare portato davanti all'operaio da un nastro trasportatore, era l'operaio che, dopo aver compiuto la sua operazione, passava il pezzo al suo compagno di fianco e così via fino all'operazione finale. In questo modo, evidentemente, solo gli ultimi erano in grado di vedere il prodotto finito mentre la maggior parte continuava a lavorare soltanto su un determinato particolare. Le differenze tra i due modi di lavorare sono, quindi, molto evidenti. Nella linea di montaggio tradizionale la macchina in produzione prendeva forma per aggiunta successiva di pezzi, nel passaggio da un operaio all'altro, con operazioni che duravano soltanto pochi minuti l'una. Inoltre non vi era neppure l'incentivo della qualità, poiché a fine «catena» controlli ed eventuali riparazioni venivano svolti da personale diverso da quello addetto al montaggio. Nelle nuove «unità» ciascun operaio lavora su fasi a senso compiuto dal punto di vista del montaggio e, quello che più conta, ha la responsabilità di verificare il buon funzionamento di ciò che produce, cioè della qualità. Se necessario, provvede egli stesso ad eventuali riparazioni. Abbiamo avvicinato alcuni addetti a una «unità». I giovani — in grande maggioranza — hanno sostenuto che si tratta di un lavoro che presenta, è vero, delle difficoltà maggiori rispetto alla linea tradizionale, ma che dà molte più soddisfazioni. •Siamo responsabili direttamente di quello che facciamo e vogliamo quindi che II nostro prodotto sia il migliore'. Ora le «Umi» sono state estese anche ad altri modelli di calcolatrici, alle telescriventi, alle macchine per scrivere e ai recenti sistemi per l'informatica distribuita. A questo proposito il dottor Valpreda ha assicurato che le nuove «unità» saranno destinate a funzionare sempre meglio, poiché i nuovi prodotti saranno studiati in funzione delle Unii, mentre sino ad ora si è invece dovuto adattare le unità di montaggio al prodotto. Renzo Villare

Persone citate: Franco Valpreda, Mario Misu, Valpreda

Luoghi citati: Italia, Ivrea