Nuove stosse in Friuli: 7 morti

Nuove stosse in Friuli: 7 morti Nuove stosse in Friuli: 7 morti (Segue dalla 1* pagina) calcinacci franati dal soffitto. Un armadio, sostenendo una trave pericolante, ha impedito conseguenze più gravi. Toros e la moglie sono stati medicati per lievi escoriazioni. Drammatica l'avventura di alcuni militari in ricognizione lungo le strade che corrono ai piedi del Monte Brancot e del Monte San Simeone. Due sono rimasti sepolti da una frana a Cavazzo, quattro da uno smottamento di terriccio ad Interneppo. Sono stati salvati da altri soldati e ricoverati all'ospedale con l'intervento di elicotteri. Ad Ugovizza, nel Tarvisiano, un militare si è fratturato la spina dorsale gettandosi da una finestra per mettersi in salvo. Anche altre persone si sono ferite scendendo precipitosamente dalle scale in preda al panico. In alcuni paesi risulterebbero disperse alcune persone. Non ci sono vittime nelle sei vetture trovate sepolte da massi alle porte della Carnia. li fatto nuovo e più drammatico di quest'ennesima manifestazione tellurica è rappresentato dalla vastità dell'area colpita. Si allarga ben oltre i confini della zona devastata dalle scosse di maggio. Questa volta ci sono stati crolli notevoli anche a Tarvisio (poco colpita quattro mesi fa), ad Amaro, Tolmezzo e in altri centri della Carnia, dove le abitazioni sono I costruite con criteri antisi! smici essendo zone in cui in passato si sono verificati terremoti. Le nuove scosse si sono sentite anche in Austria e in Jugoslavia; si segnalano danni a Caporetto e Tolmino. Altro particolare drammatico quello cui abbiamo ac¬ cennato: le montagne si sbriciolano sotto il martellare del sismo. Sul Chiampon, il monte che sovrasta Gemona, si è aperto uno squarcio lungo mezzo chilometro e largo 200 metri; frane di grosse dimensioni dal Bleuris sopra Venzone, dal monte San Simeone, dalla Mariana e da altre vette. Massi enormi hanno invaso la statale 13 e la ferrovia pontebbana, le due principali vie di comunicazione con l'Austria. Il traffico stradale è paralizzato tra Stazione per la Carnia e Moggio, quello ferroviario è ripreso con trasbordi di viaggiatori su pullman. Treni internazionali vengono deviati attraverso la Jugoslavia. Spettrale l'aspetto dei paesi. A Maiano, insieme con vari edifici pericolanti, sono crollati due condomini in fase di ripristino; a Gemona si sono sbriciolate tre villette che, date le contenute dimensioni, avevano resistito finora alle scosse: erano le ultime case ancora in piedi. Crolli a Bordano, Osoppo, Buia, Montenars, Taipana, Campeglio, Masarolis, Lusevera, Resia, Chiusaforte e in molti centri della destra Tagliamento. Scene di panico in molti luoghi, diremmo ovunque. A Bordano la gente è fuggita cercando di attraversare a nuoto il Tagliamento, mentre dai monti rotolavano ghiaia e massi enormi. Per effetto del terremoto, il ponte di Braulins è semicrollato, mentre una profonda crepa si è aperta sulla statale pontebbana, all'altezza di Ospedaletto. Straziante la fuga dai paesi. Da Venzone sono scese per ore e ore colonne d'auto. Viaggiavano in doppia, tripla fila. Erano dirette ad Udine e oltre. In senso opposto andavano soltanto i mezzi di soccorso, le ambulanze, i camion, le ruspe. Si svuotano le tendopoli. Caricando su camion militari la poca roba salvata dalle macerie, intere famiglie gemonesi si sono dirette verso Lignano, Grado e Monfalcone. Mille persone hanno raggiunto questa località in mattinata; altre 1800 sono partite stasera su autocarri militari. « Siamo tornati in piena fase d'emergenza », ha confermato il commissario straordinario Zamberletti. Il parlamentare lombardo aveva in mano la situazione con idee chiare, meritandosi l'appoggio di tutti i gruppi politici. Finalmente un accordo altre volte (troppe volte) non raggiunto per colpa di complesse alchimie. Questa volta si è saputo dire basta ai giochi di parole per intervenire prontamente a favore di un popolo frustrato. Della necessità di misure urgenti si sono resi conto i parlamentari che per tre giorni hanno visto da vicino e cercato di approfondire i problemi nella loro esatta dimensione in vista della legge per la ricostruzione del Friuli. Un discorso di là da venire, considerato che la terra continua a tremare e s'è alienata l'attaccamento fino a pochi giorni fa morboso dei suoi abitanti; un discorso comunque che va fatto al più presto per ridare fiducia ui senzatetto. Le operazioni di soccorso, si è detto, sono coordinate dall'on. Zamberletti, che ha ricostituito i centri operativi (sono a Meduno, Maiano, San Daniele, Gemona, Osoppo, Cividale, Tarcento, Tolmezzo e Resiutta) e mobilitato mille vigili del fuoco nonché i militari della brigata alpina « Julia », della divisione « Mantova » e della divisione corazzata « Ariete ». Gli interventi a breve termine prevedono la consegna di roulottes a coloro (soprattutto coltivatori diretti) che non possono abbandonare la terra e a coloro che non vogliono lasciare i paesi; quanti si trasferiranno volontariamente saranno portati in luoghi sicuri con la garanzia che saranno organizzati scuole, trasporti e altri servizi. « Dobbiamo impedire Io smembramento delle famiglie e delle comunità », afferma Zamberletti. Intanto saranno accelerati i tempi per la costruzione dei prefabbricati perché chi accetta di lasciare i paesi possa avere come prospettiva il ritorno in capo a pochi mesi. Con la speranza che nel frattempo la terra abbia ritrovato la sua pace. Renato Romanelli

Persone citate: Cividale, Maiano, Renato Romanelli, Resia, Toros, Zamberletti