LA CRONACA DELLA TELEVISIONE

LA CRONACA DELLA TELEVISIONE LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Poliziesco senza suspense Qui squadra mobile, ieri sera al secondo episodio, non ha fatto trattenere ai telespettatori II fiato in misura più forte del primo capitolo. Solo nell'ultimo quarto d'ora non è mancata un po' di tensione quando un capobanda d'aspetto cosi poco disonesto da poter essere chiamato « Professore », è riuscito a seminare le macchine Inseguitrlci della polizia e ad arrivare quasi a Fiumicino dove un volo oltreoceanico lo attendeva. Naturalmente il criminale all'aereo non arrivava causa un incidente: ma egli impadronitosi di un'altra macchina proseguiva con quella la fuga interrotta, controllato peraltro da un elicottero e parimenti braccato da altri agenti motorizzati. E' chiaro che egli non poteva sfuggire al duplice Inseguimento e vana era la sua speranza di tagliar la corda via mare servendosi d'uno yacht, perché nel porto-canale di Fiumici¬ no gli sarebbe toccata la mala sorte di doversi arrendere senza fare troppi danni. E' stato, quello descritto, il pezzo più emozionante, figurarsi il resto, condotto secondo I canoni del « poliziesco per famiglie », cioè vedibile anche dai ragazzini, ai quali sono vietati giustamente gli altri grondanti sangue, straripanti di morti ammazzati, elargiti settimanalmente dal nostro cinema più deteriore. Non diciamo che gli autori Felisatti e Pittorru e il regista A. G. Ma|ano abbiano avuto torto a confezionare, con gli sceneggiati della presente seconda serie di Qui squadra mobile, degli edificanti prodotti di largo consumo: però è chiaro che se negli intrighi i primi, nella regia II secondo avessero messo un po' più di nerbo e di tensione, nessuno — nemmeno I vecchi nonni che non escono di sera e al cinema violento hanno voltato le spalle per sempre — si sarebbe rammaricato. Questi funzionari da libro di lettura, questi agenti che sembrano tolti da un documentario propagandistico per stimolare lo arruolamento nelle forze dell'ordine, quel capo della squadra mobile non solo In gamba ad accalappiar furfanti ma anche a preparare una « favolosa zuppa di pesce », finiscono coll'essere dei tipi oleografici anziché degli appartenenti a un corpo al quale tocca di duramente fronteggiare una malavita che tutti vediamo quanto è scaltra, organizzata, decisa. In un contesto quindi piuttosto scolorito gli attori non fanno neppure stavolta una gran figura, anche se l'onesto professionismo di un Vannucchl e di un Orlando (rispettivamente capi della » Mobile » e della « Omicidi ■ ) permette a questo tandem di emergere sul resto degli interpreti. vice

Persone citate: Felisatti, Pittorru