Raffica di querele risponde a una rivista che parla di presunti "giornalisti-spia"

Raffica di querele risponde a una rivista che parla di presunti "giornalisti-spia"Smentite e conferme per un servizio su "Tempo,, Raffica di querele risponde a una rivista che parla di presunti "giornalisti-spia" (Dalla redazione romana) Roma, 13 settembre. Una valanga di querele ha accompagnato l'uscita in edicola dell'ultimo numero del settimanale Tempo. In un articolo intitolato «Rapporto sui giornalisti-spia», firmato da Lino Iannuzzi e da un gruppo di collaboratori e redattori, sono indicate alcune testate, agenzie di stampa, personaggi pubblici, cioè generali, industriali, uomini dei servizi segreti e 24 giornalisti, come coloro «che difendono la schiavitù di stampa». Accanto a nomi tra i più squalificati dalle recenti cronache giudiziarie (caso Giannettini), accanto a ex dirigenti del Sid coinvolti in scottanti inchieste della magistratura (caso Miceli) e di funzionari parecchio discussi dell'ex ufficio «Affari riservati» del ministero dell'Interno, il settimanale chiama in causa testate come II Corriere della Sera, Il Messaggero e L'E¬ spresso, elencando in un'unica lista personaggi di ambiente neofascista con giornali e riviste che per tradizione sono ritenuti tra i maggiori e più seri giornali italiani. Al contrario, il settimanale non fa cenno nel suo «rapporto» di altre frange degli ex servizi segreti altrettanto squalificate e coinvolte a livello giudiziario (caso Maletti), né fa mai riferimento a personaggi in contatto con loro. Nel giro di dodici ore i seguenti giornalisti hanno sporto querela contro Iannuzzi: Giorgio Nelson Pagen ex direttore dello «Specchio»; Arturo Diaconale, direttore dell'agenzia «Aipe»; Leone Cancrini della stessa testata; Franco Simeoni, Mino Pecorelli dell'agenzia «Op»; il direttore del «Borghese» Mario Tedeschi, senatore missino; Giano Accame; Giorgio Pisanò; Vanni Angeli. Carlo Cavalli del Messaggero; Piero Buscaroli; Enzo Erra. Alcuni o o i di loro hanno chiesto il deferimento di Lino Iannuzzi e dei suoi collaboratori all'ordine dei giornalisti. Fulvio Stinchelli, inviato speciale del «Messaggero» ha definito «assolutamente fantasiose» le affermazioni contenute nell'inchiesta di «Tempo» ed ha annunciato querela per diffamazione. La Federazione nazionale della stampa italiana è stata invitata dal giornalista Fabio Isman del «Messaggero» a interessarsi del «caso» suscitato dal rapporto Iannuzzi e a nominare una commissione d'inchiesta per chiarire la vicenda. Isman, nel querelare il settimanale, ha smentito punto per punto le circostanze riportate da «Tempo»: «Non ho fatto il praticantato durante il servizio di leva, al secondo piano di via XX Settembre porta a porta con gli uffici del Sia — ha detto il giornalista —, ma ho svolto il praticantato al "Piccolo" di Trieste e poi al "Gazzettino" di Venezia; ho prestato regolare servizio di leva, in epoca successiva presso regolari caserme di fanteria in Sicilia e quindi a Roma, come soldato semplice». In serata la direzione di «Tempo» ha diffuso un comunicato attraverso l'agenzia «Ansa» per confermare «paro! la per parola, Sid per Sid, il -1 contenuto dell'inchiesta "Rap- e n e ' au» e, c5 è nni- porto sui giornalisti-spia"». «Per quanto riguarda il caso del redattore del "Messaggero"; Fabio Isman, la direzione di "Tempo" — prosegue il comunicato — conferma che niente di più è risultato che quanto riportato nel "Rapporto" e che in particolare il nome di Isman, a differenza degli aliri, non figura in nessuno dei quattro docu! menti-chiave che sono alla ba1 se dell'inchiesta, e cioè: i verj bali del convegno del 1965 all'Hotel Parco dei Principi di Roma; l'elenco dei collaboratori dell'agenzia "Oltremare"; l'elenco degli "ottantuno" giornalisti arruolati al Sid nel 1966-67-68 dalla gestione Henke-Viola; l'elenco dei "sessantacinque" giornalisti offertisi come "consulenti" del Sid e vagliati dai dirigenti nel 1975». «Per quanto riguarda le querele preannunciate (e i ! scontate) da più parti, la di- ee rezione di "Tempo" è pronta ad affrontare un processo che si preannuncia doloroso per la stampa italiana, ma ormai indispensabile». L'ordine dei giornalisti del Lazio, al quale sono iscritti la maggior parte dei professionisti citati, si riunirà mercoledì 15 settembre per prendere in esame il «caso» suscitato dal «rapporto» contenuto nel settimanale. La Federazione della stampa italiana ha annunciato una prossima presa di posizione tesa a «fare subito la massima chiarezza sulla vicenda.

Luoghi citati: Lazio, Roma, Sicilia, Trieste, Venezia