Dopo le nuove scosse di Lorenzo Casertano
Dopo le nuove scosse Dopo le nuove scosse La crisi sismica in esaurimento 1 fenomeni naturali, fra i quali è da comprendere il terremoto, presentano sviluppi tanto più diversificati quanto più complessa è la loro origine e quanto più numerosi sono i parametri che concorrono a determinarli o a condizionarli. Pertanto risulta difficile, per non dire impossibile, riscontrare in due manifestazioni simili delle precise identità, mentre è facile rilevare reali analogie. Lo studio statistico dei terremoti permette appunto — nei ben noti limiti di queste indagini — di ottenere, sulla base di quanto è stato già osservato in altri casi, informazioni sull'andamento del caso che si ha in esame. In relazione alla scossa di ottavo grado della scala Mercalli che alle 18,55 di sabato ha riportato io sgomento fra le popolazioni già duramente colpite dal terremoto del 6 maggio scorso, si deve dire che — sotto l'aspetto statistico — essa non si presenta affatto anomala o anormale. Infatti è piuttosto frequente il caso che, nel corso di una crisi sismica che sembra essere in via d'estinzione perché va gradualmente diminuendo il numero e l'intensità delle repliche, si manifesti una brusca ripresa con l'aumento non solo del numero, ma anche dell'intensità delle repliche stesse. Non sono rari i casi in cui in queste recrudescenze si hanno scos- se con un'intensità di un grado soltanto inferiore a quella della scossa principale. Il fatto che la scossa di sabato abbia presentato questa caratteristica e sia stata accompagnata da altre d'intensità non molto diversa — a prescindere dai danni che esse hanno arrecato — dal punto di vista puramente statistico dev'essere visto come elemento favorevole. Adesso infatti 6 diminuita di molto la probabilità che possano aversi, nel corso di questa crisi sismica, altre scosse d'intensità così elevata. Fra i molti esempi che potrebbero citarsi, si ricorda quello di Migliano Montclungo, la cui scossa principale fu soltanto del settimo grado della scala Mercalli e si ebbe il 27 settembre 1970. Il regolare decremento della susseguente crisi sismica fu interrotto da alcune recrudescenze. La più forte di esse il 21 novembre, a circa due mesi dall'inizio della crisi, con una scossa che raggiunse il sesto grado e fu accompagnata, nel corso di due giorni, da un'altra ventina di scosse con intensità variabile dal terzo al quinto grado. La crisi fu considerata conclusa dopo circa un anno dal suo inizio, senza che si fosse avuta alcun'altra intensificazione dell'attività sismica. La statistica quindi, e purtroppo soltanto la statistica, lascia dedurre che la crisi sismica in atto nel Friuli, nonostante la recrudescenza di questi giorni, è da considerarsi in via di esaurimento. Più difficile sembra voler effettuare la previsione della sua durata. Questa, infatti, dipende dalle condizioni locali in misura ancora maggiore di quanto non dipendano le altre caratteristiche. Il compito dei ricercatori al riguardo sarebbe stato senz'altro facilitato se lo studio della sismologia in Italia fosse indirizzato, come nei Paesi veramente avanzati, a indagare sulle cause e non sugli effetti dei terremoti. Lorenzo Casertano
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