Il maoismo fuori dalla Cina di Ferdinando Vegas

Il maoismo fuori dalla Cina Cominciò a diffondersi negli Anni 60 Il maoismo fuori dalla Cina La rottura cino-sovietica e, il conseguente aspro conflitto costituirono, all'inizio circa i degli Anni 60, il primo moti-1 vo della diffusione nel mondo del maoismo, in quanto nuo-1 va e più completa formulazione del «marxismo-leninismo». Il secondo motivo, intrinseco allo stesso maoismo, si è manifestato più tardi, a metà dello scorso decennio, con la «rivoluzione culturale» cinese, che offriva, o sembrava offrire, un modello di quello che doveva e poteva essere un marxismo-leninismo appunto «rivoluzionario». Questo modello apparve valido — ecco il terzo motivo della diffusione — sia a gruppi rivoluzionari di Paesi del Terzo Mondo, che cercavano la via migliore per condurre la battaglia ariti-imperialista, sia ad alcuni dei cosiddetti «gruppuscoli» che partecipavano al fermento contestatario allora (fine del decennio) in piena fioritura in Paesi dell'Occidente, dal «maggio» francese del '68 al['«autunno caldo» italiano del '69. ★ ★ Una rassegna sommaria del maoismo nel mondo deve pertanto considerare il fenomeno separatamente riguardo all'Occidente capitalistico, al Terzo Mondo e al mondo comunista. Cominciando dall'Occidente, proprio nel Paese, gli Stati Uniti, da dove è partita originariamente la «contestazione», il maoismo non ha trovato in pratica alcuna rispondenza. A parte le ragioni storiche di refrattarietà degli americani al marxismo e al socialismo in genere, la nuova sinistra americana era animata da esigenze radicali, sì, ma di segno opposto al centralismo e al dogmati¬ smo, all'autoritarismo; era inoltre rivolta ben più alla pratica che non alla definizione teorica. Tra coloro che tuttavia si sono voluti riferire a un «corretto marxismo - leninismo» si possono ricordare — quasi a titolo di curiosità — i promaoisti del Progressive labor party, che addirittura proponevano un «partito d'acciaio» a una classe operaia quale l'americana. Ben diverso, invece, il fenomeno del maoismo in quei Paesi dell'Europa Occidentale, come l'Italia e la Francia, dove esistono partiti comunisti di massa, e contro ai quali, bollati come «revisionisti», più di un gruppuscolo ha tentato di restaurare la purezza del marxismo - leninismo, rifacendosi alla versione cinese. Non a caso la sigla m-l (marxista - leninista) era apposta di seguito alla denominazione del partito Comunista d'Italia (fondato nel 1966) o dell'Unione del comunisti italiani (1968), per ricordare solo due «parodie del partito» (pei), come le chiama Massimo Teodori. Il pCd'I (m-l) fu persino riconosciuto dai cinesi come il vero partito comunista italiano e i suoi dirigenti, in visita ufficiale in Cina nell'agosto '68 furono ricevuti da Mao. ■k * Nei Paesi del Terzo Mondo, dall'Asia all'Africa, all'America Latina, si davano invece situazioni paragonabili a quella che in Cina aveva permesso il trionfo della rivoluzione comunista. Questi erano dunque l Paesi che offrivano un terreno di elezione al maoismo; erano, per dirla con il linguaggio di Lin-Piao nel famoso articolo del settembre 1965, le «zone rurali del mondo», che avrebbero accerchia- | to le «città del mondo» (Eu■ ropa e America settentrionaI le) portando infine al succesj so la rivoluzione mondiale. Occorreva intanto che nelle ! «zone rurali» venissero stabii lite basi rivoluzionarie, per j demolire di caso in caso il poi lere delle «città», precisamenI te dei regimi locali asserviti ! al capitalismo mondiale. | Data l'affinità e la vicinanI za della Cina, questo maoii smo, per cosi dire, terzomonI dista, sembrava particolarI mente idoneo ai Paesi dell'A! sio meridionale e sud-orien1 tale. E infatti sono sorti par! titi comunisti di osservanza rinese in India, in Indonesia, 1 in Birmania, in Malaysia, neli la Thailandia (tutti, tranne ' nel caso dell'India, clandestini). Ma non si può dire che | abbiano avuto rilevante svi' lappo, per diversi motivi: la j frammentazione e le rivalità j intestine (India), la repressione feroce (Indonesia), l'evolu! zione più recente della politi• ca di Pechino, la quale da un I lato ripete che il maoismo non è merce di esportazione, dall'altro lato intreccia rapporti a livello statale anche con regimi reazionari. Sorvolando sull'Africa, do| ve più che il maoismo è preì sente, in alcuni Paesi, la Cina, ! rimane l'America Latina come regione che si presterebbe all'applicazione del maoismo. E infatti una certa diffusione vi è stata, in quei Paesi dell'America centrale e dell'America andina, che, negli Anni 60, sono stati teatro di lotte rivoluzionarie: tipici di Guatemala, il Venezuela, il Perù. Qui il maoismo è però entrato in concorrenza non solo con il comunismo di obbedienza sovietica o col trockismo, ma anche col castrismo, piuttosto col guevarismo; mentre questo puntava sul foco (focolaio) guerrigliero, il maoismo sosteneva, marxisticamente, la funzione primaria e insostituibile del partito. ★ * Nel mondo comunista, infine, è difficile parlare di diffusione del maoismo, per la | fondamentale ragione che, essendo i partiti comunisti al Dotere, ci si muove sul terreno dei rapporti fra Stati, quindi predomina la politica e non l'ideologia. L'orientamento dei comunisti della Corea settentrionale o del Vietnam, risponde quindi a considerazioni di ordine politico r.ei riguardi dell'Unione Sovietica e della Cina, non a scelte in senso maoista o revisionista. E egualmente, per concludere in Europa questo giro d'orizzonte, il legame tra Albania e Cina ha come motivo determinante non il maoismo albanese ma la necessità per Tirana di trovare un punLo d'appoggio nel mondo comunista dopo la rottura con Mosca. Ferdinando Vegas

Persone citate: Mao, Massimo Teodori