Sampierdarena si ribella di Paolo Lingua

Sampierdarena si ribella Il popolare rione di Genova minaccia barricate Sampierdarena si ribella Il quartiere (73.000 abitanti, 50% di voti al pei) respinge il piano regolatore dell'amministrazione di sinistra - Il progetto prevede una ulteriore espansione edilizia in collina e la totale trasformazione della zona portuale e commerciale (Dal nostro corrispondente) Genova, 7 settembre. L'amministrazione comunale di Genova, eletta il 20 giugno scorso (o meglio riconfermata a larga maggioranza, in quanto i 41 consiglieri della sinistra della precedente amministrazione sono oggi 44), rischia la crisi per la ribellione del quartiere più popoloso della città, Sampierdarena, a causa delle polemiche sorte sul nuovo piano regolatore generale, approvato alla metà di maggio. Il consiglio di delegazione ha di fatto respinto tutto l'allegato del piano su Sampierdarena, con una «controdedusione» stilata dalla propria commissione urbanistica, di ben 60 pagine. Il piano viene ribattuto punto su punto. «Faremo le barricate», ha tuonato la folla stipata nel palazzo municipale di Sampierdarena (il quartiere, 73 mila abitanti, è stato un comune autonomo sino al 1926 e uno dei primi in Italia retto da un'amministrazione socialista all'inizio del secolo). «Non ci cacceranno dalle nostre case». E persino, in una zona dove il pei raccoglie il 50 per cento dei suffragi assoluti, qualcuno ha gridato: «I comunisti ci hanno venduto alla speculazione». Che cosa è successo? In pratica, secondo le linee generali orientative del piano, che però non è esecutivo perché debbono essere fatti i piani particolareggiati esecutivi, il quartiere, nel giro di pochi anni, dovrà cambiare volto: un intero quartiere, la vecchia «Coscia», un tempo residenza della maggior parte degli scaricatori del porto, con circa 5-6 mila abitanti, dovrà essere raso al suolo per fare posto «alle strutture portuali in espansione». Il centro storico, con la strada «napoleonica» e una decina di ville dei secoli XVI, XVII e XVIII (ce n'è una eseguita su un progetto e disegni di Galezzo Alessi), sarà sventrato a danno di 2-3 mila abitanti, per diventare «centro direzionale». Infine sarà destinata a «pubblici servizi» la storica via Sampierdarena che costeggia la cinta portuale e dove vivono 3 mila persone e dove sono installate, e strategicamente, una serie di piccole attività artigiane e commerciali, peraltro assai floride, connesse alla vita portuale. Infine c'è un ultimo aspetto: Sampierdarena ha perduto, nel dopoguerra, a causa della speculazione edilizia, i connotati di centro industriale, per diventare un quartiere sostanzialmente residenziale e s'è allargato sulla collina; una crescita, di fatto, irregolare e assurda, come è accaduto un po' in tutte le città d'Italia in questi anni. Per questo, anche su richiesta degli abitanti, negli anni scorsi le amministrazioni comunali si erano impegnate a dire «no» a una ulteriore escalation del cemento. Invece, secondo il nuovo piano regolatore, sorgeranno in collina ben sette nuovi palazzi di sette-otto piani l'uno. «Ci rendiamo conto — dice Cesare Casapietra, 40 anni, titolare d'una tipografia, e presidente dell'Unione operatori economici di Sampierdarena — che tutti questi progetti non possono essere realizzati di colpo: infatti, qualcuno dell'amministrazione comunale ci ha risposto che possiamo restare tranquilli per trent'anni. Oltre al fatto che questa non è una risposta seria, perché allora i piani non hanno alcuna funzione, c'è da considerare che tutti gli immobili della zona, nell'incertezza della demolizione e dell'esproprio, subiscono un netto deprezzamento. Più del 50 per cento: questo non è giusto; si gioca così al ribasso, favorendo la speculazione». Aggiunge Giannetto Doria, uno dei tanti componenti della storica famiglia, portuale, direttore del Gazzettino sampierdarenese, un mensile battagliero del quartiere che conduce la battaglia contro il piano regolatore: «Sono socialista e cdtivo in sezione a tutti i livelli, ma non difendo l'attuale amministrazione che ha tradito tino dei quartieri più popolari della città. Sampierdarena può essere razionalizzata, non dico di no, ma questo progetto è assurdo. Non si possono "deportare" dodici o tredicimila versone, per lo più anziane, attaccate alla loro casa, e deprezzare quello che hanno messo insieme con una vita di sacrifici. Ci batteremo sino all'ultimo e questo piano non passerà». Gli stessi comunisti di Sampierdarena, pur mantenendosi cauti ufficialmente e nelle prese di posizione pubbliche, sono molto agitati nelle sezioni. La «base» ha già fatto sapere di non gradire il piano, anche se l'assessore all'Urbanistica, Ren?*o Drovandi (pei), ha incontrato più volte gli iscritti e anche i cittadini di Sampierdarena, in pubblici dibattiti, assicurando che non ci saranno massicci interventi nella zona e che le polemiche sono nate per «incresciosi equivoci» . Le «osservazioni» del consiglio di quartiere dovranno però, nei prossimi giorni, essere esaminate dalla commissione urbanistica del Comune per la stesura definitiva: saranno accolte oppure saranno respinte? Nel secondo caso c'è il rischio d'una sommossa. Sembra che sul quartiere si profili minacciosa l'ombra della speculazione: un grosso trust immobiliare avrebbe messo gli occhi sulle aree coinvolte dal piano, che sono pianeggianti ed estremamente servite. Le migliori in assoluto della città dopo quelle del centro. A Sampierdarena si fanno persino i nomi delle società interessate. Paolo Lingua

Persone citate: Alessi, Cesare Casapietra, Drovandi, Giannetto Doria

Luoghi citati: Genova, Italia, Sampierdarena