"Voleva che cedessi ancora, l'ho ammazzato ora mio marito potrà darmi la perdonanza"

"Voleva che cedessi ancora, l'ho ammazzato ora mio marito potrà darmi la perdonanza" L'assassina di Rivalta racconta la storia di un tormentoso amore "Voleva che cedessi ancora, l'ho ammazzato ora mio marito potrà darmi la perdonanza" «Così Vincenzo potrà darmi la perdonanza». Sono state le prime parole di Concetta Trimboli ai carabinieri, pochi minuti dopo aver ucciso con cinque colpi di pistola Quintino Seccia, per troncare una corte ossessionante che durava da due anni. Che cosa doveva perdonarle il marito? «Quell'uomo mi aveva rubato due baci — ha gridato l'assassina in lacrime — e voleva che fuggissi con lui. Mi perseguitava, mi ricattava perché cedessi ancora, minacciando di dire tutto a Vincenzo. Per questo l'ho ammazzato». Fino a che punto si era spinta la relazione con il compagno di lavoro Concetta non lo dirà mai: per lei la storia s'è conclusa con un delitto d'onore, in una tragedia che coinvolge, vittime innocenti, i suoi Agli e quelli della vittima. L'interrogatorio condotto dal sostituto procuratore Giordano, alla presenza del difensore d'ufficio aw. Gianarla, è terminato poco dopo la mezzanotte di lunedi nella caserma carabinieri di Orbassano. Sconvolta, con i lunghi capelli arruffati ed il viso rigato dal pianto l'assassina ha trovato ad attenderla il marito: un lungo, silenzioso abbraccio tra i due ha testimoniato che la «perdonanza» era stata concessa. Poi, prima che l'accompagnassero in carcere, il pensiero della donna si è rivolto alle due figlie, Rosita e Stefania, di 5 e 3 anni: «Pouere bimbe, senza la mia mano sulle loro non si addormentavano mai. Che faranno adesso?». Due vittime innocenti, come Adriano e Vincenzo, rimasti soli con la madre. Annunziata Seccia: a loro nessuno aveva mai spiegato il significato dell'anacronistico codice d'onore, o il concetto di «perdonanza», che hanno travolto l'esistenza di due famiglie al termine di una folle storia d'amore. La storia ha inizio due anni fa: la rievoca tra le lacrime, nella sua deposizione, la donna che ha ucciso con furia selvaggia. « Quintino Seccia lavorava alla Fiat Rivalta come me, alla stessa catena di montaggio. A turni alterni con la moglie, co. me io con Vincenzo, per non la- sciare soli i bambini. Ha cominciato quasi subito un corteggiamento serrato a cui non volevo cedere ». Le due famiglie abitano vicine, in via Pinerolo 20 e via Fossano 14 della frazione Tetti Francesi di Rivalta. Quando la donna è sola in casa Quintino Seccia ne approfitta per andarla a trovare; l'aspetta quando esce a far spesa. La passione lo brucia. « Perché mi perseguitava? — chiede ora Concetta, disperata —. La moglie sua era molto più bella di me ». Passano i mesi, e davanti alla corte assidua di Quintino la donna finisce per cedere: «Mi ha rubato uno, due baci. Nient'altro — giura lei adesso — anche se diventava sempre più deciso e violento: una volta mi ha strappato le mutandine, poi me ne ha regalato un paio di nuove, per farsi perdonare. Anche lui voleva un regalo, e io gli ho comperato un accendino. Non l'avessi mai fatto ». Con i suoi doni intimi, che Concetta, sconvolta, non sa rifiutare, Quintino Seccia pensa di legarla sempre più a sé. Cominciano i ricatti: « Voleva che fuggissi con lui. "Se mi ami — disse una volta — io uccido tuo marito mentre va a caccia. Ad Annunziata, comunque, ho già detto di aver passato una notte con te". Pretendeva che gli cedessi ancora minacciando di riferire le stesse cose a Vincenzo e di mostrargli l'accendino avuto in regalo. Era un inferno ». Concetta non sa più come tirarsi indietro. Dice al marito che si sente esaurita, gli chiede di tornare in Calabria. E' ossessionata dal timore che Quintino Seccia, respinto, metta in atto le sue minacce. Vincenzo non deve sapere. E' pronta anche ad uccidere per questo. L'acquisto di una pistola a Porta Palazzo fa da prologo alla tragedia che scop¬ pia improvvisa lunedì pomeriggio, quando l'amante tenta un ultimo ricatto, mandando il figlio più grande a suonare il campanello dei Trimboli. A Concetta, che apre la porta, il bambino riferisce un messaggio di cui ignora la carica esplosiva: « Ha detto papà che vuole parlare con suo marito. Tra poco viene ». Un'angoscia tremenda s'impadronisce della donna, che convince marito e figlie ad uscire con lei e poi torna indietro con una scusa. Non c'è premeditazione per il delitto (non è esoluso che la violenza morale usata dalla vittima potrà invece costituire un'attenuante). L'ultima discussene tra Concetta e Quintino è breve, sul pianerottolo di casa: cinque colpi di pistola troncano 11 ricatto dell'uomo, cha fugge in strada moribondo, coperto di sangue. Lei lo raggiunge e infierisce sul corpo ormai senza vita con furia selvaggia. Quando arrivano i carabinieri è svuotata di ogni energia, quasi calma: « Mi sono portata dietro dalla Calabria le mie idee — dice piano — ora Vincenzo potrà darmi la perdonanza ». Servizio di Roberto Reale e Claudio Cerasuolo Vincenzo Trimboli abbraccia e perdona la moglie omicida - Uno dei figli dell'ucciso con la madre in pianto: la tragedia ha coinvolto quattro bimbi

Persone citate: Claudio Cerasuolo Vincenzo, Concetta Trimboli, Quintino Seccia, Seccia, Trimboli, Vincenzo Trimboli

Luoghi citati: Calabria, Orbassano, Rivalta