Il capitano Margherito è accusato di sedizione di Giuliano Marchesini

Il capitano Margherito è accusato di sedizione Il processo fissato per il 15 settembre Il capitano Margherito è accusato di sedizione (Dal nostro inviato speciale) Padova, 6 settembre. La magistratura militare ha fatto presto: è già chiusa l'inchiesta a carico di Salvatore Margherito, il capitano del II Raggruppamento Celere che ha svolto opera a sostegno del sindacato di polizia. Il presidente del tribunale, generale Alessandro Maggiora, ha fissato la data per quello che si presenta come uno dei più clamorosi processi militari di questi ultimi tempi: l'ufficiale comparirà in aula il 15 settembre prossimo, gli resta un briciolo di speranza di evitare di affrontare i giudici con le manette ai polsi. Il decreto di rinvio a giudizio è fitto di contestazioni. Dopo un intreccio di supposizioni che hanno reso sempre più inquietante questo caso, è finalmente possibile conoscere nei dettagli le accuse che la procura militare di Padova ha mosso a Salvatore Margherito. L'ufficiale deve rispondere innanzitutto di «violata consegna»: un'imputazione che, secondo gli inquirenti, si concretizza in un episodio avvenuto a Milano il 13 dicembre del '75, in occasione di una manifestazione indetta dai partiti dell'arco costituzionale, dalle organizzazioni sindacali e dai movimenti politici extraparlamentari nel sesto anniversario della strage di piazza Fontana. Il capitano Margherito comandava un contingente inviato a presidiare l'Assolombarda: lo si accusa di avere portato in servizio con un automezzo, e poi distribuito ad altrettante guardie, sette fionde metalliche «violando così la consegna relativa all'armamento prescritto per il servizio di ordine pubblico». La seconda contestazione è quella che riguarda direttamente il «sindacalismo» di Salvatore Margherito nella caserma padovana di via Fabrizio d'Acquapendente: «Attività sediziosa» per avere avuto, nel luglio e fino al 18 agosto, «ripetuti contatti con singoli e con gruppi di militari inferiori di grado esagerando gli aspetti meno favorevoli dell'impiego e del servizio dei militari della p.s. insinuando ragioni di contrasto, tensione e sospetto nei confronti dei superiori e, nello stesso ambito della categoria dei militari di truppa, propugnando la necessità di manifestazioni clamorose di contestazione del vigente ordinamento del corpo di p.s.». Salvatore Margherito, sostiene la procura, ha compiuto attività sediziosa anche diffondendo a mezzo stampa «notizie diffamatorie false, esagerate e tendenziose, concernenti ammutinamenti e altre attività delittuose attribuite al personale del II Celere, trasferimenti e uno stato di tensione di disagio esistenti in seno al medesimo». Ma la fila di accuse non è ancora finita, per Salvatore Margherito. L'ufficiale è imputato anche di diffamazione aggravata. Insieme con lui dovranno rispondere di questa imputazione due guardie del II Celere: Giuseppe Amato, 20 anni, nato in Svizzera e Giuseppe Moretto, anch'egli ventenne, di Noventa di Piave. I tre, stabilisce il decreto di citazione a giudizio, risponderanno di avere recapitato al movimento politico «Lotta continua», in una sezione di Padova, una lettera da pubblicare «contenente, tra l'altro, la attribuzione ai superiori di una bieca reazione fascista estrinsecantesi in minacce, intimidazioni e trasferimenti; la definizione del maggiore Silvestro Mangano quale ducette, personaggio stantio, dui, nefasta persona, provocatore antidemocratico, capo manipolo; la considerazione che il medesimo ha perso di prestigio da quando gli hanno impedito di menare gli operai in piazza». Tra le manifestazioni di so¬ lidarietà per Salvatore Margherito, c'è anche la prova di coraggio offerta da Piernicola Simeone, di Gaeta, tenente in servizio permanente effettivo del Genio navale, che si è denunciato inviando una lettera alla procura militare di Padova: «Io sottoscritto dichiaro di avere svolto attività sindacale e politica nell'ambito del mondo militare, al quale appartengo come dipendente dello Stato. Tale attività consiste nell'aver preso parte a manifestazioni, dibattiti, distribuzione di documenti dentro e fuori le caserme, nell'avere avuto rapporti con la stampa e con partiti politici, nell'avere manifestato pubblicamente il mio pensiero. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Milano, Noventa Di Piave, Padova, Svizzera