Sfida Moser-Maertens con l'incognita Merckx

Sfida Moser-Maertens con l'incognita Merckx Oggi a Ostuni un "mondiale,, con tre favoriti Sfida Moser-Maertens con l'incognita Merckx Il campione d'Italia avrà a disposizione Riccomi, Conti e Poggiali; Gimondi potrà contare su Santambrogio e Fabbri (Dal nostro inviato speciale) Ostuni, 4 settembre. Eccoci al consueto terno al lotto, il carosello per la maglia iridata dei professionisti che racchiude in sé il significato di un'intera stagione ciclistica. Sull'alloro mondiale che viene assegnato domani sul circuito pugliese di Ostuni si può vivere di rendita per un anno: vi ha campato dignitosamente l'olandese Kuiper, protagonista a sorpresa della competizione del 1975 ad Yvoir; sperano che il vento dell'Adriatico soffi domani in loro favore quanti, per un motivo o per l'altro, fanno del campionato del mondo un'occasione irripetibile di rivincite, di riqualificazione dopo una stagione sfortunata, o di definitiva consacrazione al rango di campione. I nomi più «gettonati» in questa vigilia sono tre: Freddy Maertens, il «puledro» fiammingo che sogna di chiudere l'era di Merckx e di creare le premesse per una nuova dittatura, la sua; lo stesso Merckx, che non si rassegna a passare il bastone di «feldmaresciallo» del ciclismo mondiale e gioca il tutto per tutto sulle strade pugliesi; Francesco Moser, il nostro «numero uno», un campione di razza che ha vinto molto ma nel cui record mancano — ad eccezione del Giro di Lombardia — i trionfi veramente significativi. Una maglia iridata, insomma, sistemerebbe tutto, facendo dimenticare ai critici di Francesco certe lacune — le corse a tappe, la Milano-Sanremo, la Parigi-Roubaix, sfiorata, ma non vinta — del resto legate in gran parte alla giovane età. II circuito dei «mondiali», un tracciato di 36 chilometri da ripetere otto volte per complessivi 288 chilometri, con un tratto ondulato e una punta massima di altimetria di 393 metri legati da due interminabili rettilinei in pianura, ha suscitato molte discussioni nell'ambiente degli addetti ai lavori: ce chi, come Merckx, lo ritiene adatto ai velocisti e quindi ridimensiona realisticamente le proprie possibilità, senza tuttavia rinunciare a tentare il colpaccio: chi invece, come Maertens, considera la selettività del tracciato sufficiente per propiziare una volata ridotta in cui il suo spunto superiore potrebbe risultare determinante; chi infine, come il nostro Moser, si affida alla lunghissima distanza e alla sua invidiabile freschezza atletica per ritrovarsi, nel finale, con quel pizzico di energia in più che potrebbe annullare lo scatto di Maertens. Il et. Alfredo Martini crede in Moser e crede nella squadra che ha messo insieme superando mille polemiche. Ci crede soprattutto dopo aver constatato stamane, nella riunione plenaria a cui è intervenuto tutto lo stato maggiore della Federciclismo, Rodoni in testa, che lo spirito di collaborazione tra i dieci azzurri è, sulla carta almeno, un'assoluta garanzia. La dichiarazione più esplicita in tal senso è venuta proprio da Gimondi, il quale ha dichiarato: -L'accordo tra me e Moser, ci tengo a dirlo davanti a tutti, è un accordo sincero e posso garantire che faremo la corsa in piena sintonìa'. E' stato lo stesso Gimondi a suggerire a Martini l'assegnazione a Francesco di un gregario In più dei due che toccheranno a lui. Felice avrà a disposizione Santambrogio e Fabbri, mentre gli «scudieri» di Moser saranno Riccomi, Conti e Poggiali. A proposito di Riccomi e degli altri due della Scic (cioè Baronchelli e Paolini), Martini ha ottenuto le più ampie garanzie di disciplina da parte del dirigenti della squadra emiliana. Le disposizioni tattiche impartite dal et. azzurro sono ovviamente piuttosto elastiche, e potranno essere modificate dagli sviluppi della corsa, così come non è rigidamente codificato il ruolo di «sentinelle» all'avanguardia della corsa che la pretattica in casa azzurra assegna a Baronchelli, Bertoglio e Paolini. Questo terzetto, secondo gli ordini impartiti da Alfredo Martini, dovrà vigilare, nei primi cento chilometri, sulle inevitabili iniziative di corridori di secondo piano: dovrà cioè controllare le fughe senza alimentarle, riservandosi di intervenire in seconda battuta. Dopo i primi cento chilometri, i tre «battistrada» azzurri potranno affidarsi a una maggior iniziativa personale, senza tuttavia compromettere quello che è il compito principale della squadra: consentire a Moser e Gimondi di risparmiare al massimo le energie, portandoli nelle migliori condizioni possibili a superare lo scoglio dei duecento chilometri. Negli ultimi due giri toccherà a Felice e Francesco rischiare in proprio. Martini ha letto ai corridori un elenco di «controllati speciali» che comprende, oltre ai belgi Maertens, Merckx, Planckaert, Godefroot e Verbeeck, anche gli olandesi Zoetemelk, Kuiper, Knetemann e Raas, i francesi Dangulllaume, Thevenet e Sybille, lo spagnolo Torres e il tedesco Thurau, concludendo le sue segnalazioni con una raccomandazione particolare: «Fate attenzione a Bruyere, che costituisce il segnale d'allarme dell'offensiva di Merckx-. Anche la Federciclismo e l'Ucip hanno fatto quanto dovevano. Nella riunione di stamane si è parlato del premio-vittoria. Il presidente dell'Ucip, avvocato Maisto, non ha fatto cifre precise ma ha assicurato che -si tratterà di un premio di grande soddisfazione'. A questo incentivo si deve aggiungere anche la CX 2000 che la Citroen offrirà all'eventuale vincitore italiano. E' chiaro comunque che, secondo tradizione, com'è stato esplicitamente confermato stamane, il vincitore mollerà tutto ai gregari (riserve comprese), accontentandosi del reddito futuro della maglia iridata. Alle grandi manovre, con l'intervento di tutte le autorità costituite, nel clan italiano, ha fatto riscontro l'assenza di qualsiasi pretattica da parte belga. Il presidente della Federazione belga, Albert Van Mossevelde, ha candidamente annunciato alla stampa ch'era del tutto inutile una riunione a scopi tattici prima della gara, tanto i corridori avrebbero fatto, come sempre, di testa loro. La L.V.B. ha fatto il dover suo in sede di selezione eliminando coraggiosamente Roger De Vlaeminck che, per quanto da considerare una possibile carta vincente, avrebbe avuto in squadra più nemici che amici. Al resto penseranno Maertens e Merckx, allargando ciascuno il suo clan con argomen ti sostanziosi, approfittando della ■ disponibilità» degli elementi neu trali. Maertens può contare su De Meyer, Pollentier e forse Piane kaert, Merckx avrà l'appoggio di chiarato del fido Bruyere e quello meno certo ma probabile di De Muynck; gli altri, cioè Godefroot, Verbeeck e Van Impe saranno degli «indipendenti» fino a quando l'eventuale valutazione delle difficoltà di un'affermazione persona le non li inviterà ad accettare le offerte di uno dei due clan. Gli esperti belgi puntano moltissimo sull'astro nascente Maertens. Si dice che un paio d'anni fa, quando s'Incominciava a parlare di lui come di un nuovo Merckx Il ragazzo fiammingo abbia risposto in modo estremamente realistico: «/o so soltanto una cosa, che quando Merckx avrà trent'anni, io ne avrò ventitré-. Ora il momento sembra venuto per in fliggere l'ultima umiliazione al campionissimo in fase discendente anche se Merckx, ne slamo sicuri si getterà rabbiosamente nella lot ta per «restaurare» la sua dlttatu ra con un colpo degno dei suoi tempi d'oro. Tra queste due -M- di marca belga , la «/W» nostrana di Francesco Moser per cui la gente di Puglia e tutta l'Italia davanti ai teleschermi farà un tifo d'inferno. Gianni Pignata

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Milano, Ostuni, Parigi, Puglia, Sanremo, Yvoir