Viaggio nel teatro di Cherubini di Massimo Mila

Viaggio nel teatro di Cherubini "Lodoiska,, presentata alla Settimana musicale di Siena Viaggio nel teatro di Cherubini (Dal nostro inviato speciale) Siena, 4 settembre. La musica da camera gode, qui a Siena, di condizioni d'esecuzione eccezionali: memorabili e favolosi i concerti del Trio di Trieste, del Quartetto italiano e del violista Bruno Giuranna, anche se a giovarsene sono state talvolta opere di mediocre levatura, come il « Souvenir pour mon cher Baillot », un modesto « adagio » per quartetto del solito Cherubini, c due « trii » di Clementi dove la partecipazione degli archi è poco più che embrionale, anche se quello in re maggiore op. 27 non manca d'una certa vivacità. Giuranna, con l'accompagnamento del pianista Giorgio Sacchetti, ha fatto sentire una « So- nata » per viola di Hindemith e una di Shostakovic: l'ultimo lavoro — pare — condotto a termine dal compositore sovietico, in tre movimenti, nei quali l'elemento lirico e meditativo prevale su quello ritmico. L'ultimo è una protratta parafrasi del « Chiaro di luna » beetlioveniano. Dopo un concerto di musiche ceche del pianista Zdenek Kozina e dei fiati dell'orchestra del conservatorio di Praga, la settimana senese si e chiusa con una nuova visita al Teatro di Cherubini: la « Lodoiska », che nel 1791 aveva fondato la fama europea del compositore, è stata eseguita in forma di concerto, e per estratti antologici, nella chiesa della Ss. Annunziata, in piazza del Duomo, che quest'anno ha ospitato molti dei principali concerti. Primo caso che mi sia accaduto, nel corso d'una lunga carriera, d'ascoltare un'opera, anzi, un sedicente « opéra-comique», in chiesa. Sedicente, perche non solo la soppressione di tutte le parli recitate toglieva a questa esecuzione il principale aspetto formale dell'opéra-comique », ma anche la più gran parte della musica prescelta batteva sull'alto registro tragico, eccezion fatta per l'unico personaggio comico e popolaresco di Varbel, servo del protagonista Floreski, in un rapporto che ripete quello di Belmonte Pedrillo nel « Ratto dal serraglio ». (Lo sciatto libretto di Fillette-Loraux ne sembra un poco la brutta copia, sostituendo l'esotismo orientale con l'impercettibile color locale d'una classicheggiante (polonaise »). Per un complesso di ragioni estrinseche il contenuto musicale di quest'opera è parso forse a molti più pregevole che quello del « Portatore d'acqua » precedentemente ascoltato in teatro, ma si tratta di un'illusione occasionale. Anzitutto, l'esecuzione parziale ha permesso, naturalmente, l'eliminazione dei punti morti, e la soppressione delle parti recitate ha creato l'illusione d'una continuità, musicale se non drammatica, del tutto arbitraria. Ma soprattutto ha giovato a « Lodoiska » l'inversione del rapporto cronologico, cioè il fatto di sentirla dopo l'altra opera, ch'essa precede invece di nove anni. La formula teatrale e in parte anche il linguaggio musicale del « Portatore d'acqua » sono assai più originali e moderni che il classicismo compatto della maggior parte di « Lodoiska », dove i potenti blocchi drammatici del secondo atto (duetto « A ces traits jc connais », quartetto « Non non, perdez cette espérance » e aria di Floreski « Rien n'égale sa barbarie ») vivono interamente di rendita sul capitale gluckiano, e perciò fanno una figurona, mentre nel « Portatore d'acqua », se non altro, Cherubini cerca di far fuoco con la sua legna. L'esecuzione aveva dovuto essere rinviata di un giorno per difficoltà di preparazione, ma in compenso il maestro Gabriele Ferro ha avuto la soddisfazione di presentare ancora una volta risultati del tutto apprezzabili, trascinando un'orchestra un po' immatura come quella degli studenti di Praga all'assalto di ostacoli superiori alle loro normali possibilità. Nella compagnia di canto, assistita durante la preparazione da Lydia Stix e dal maestro Ettore Campogalliani, hanno spiccato soprattutto la bella voce del soprano Lynne Strow, protagonista, e il versatile temperamento del baritono Alessandro Corbelli, incaricato di due parti di carattere opposto. Su un piano di qualità vocale uh po' più limitata il tenore americano di colore Lionel Stubbcficld. Nelle parti minori, specialmente apprezzati i contributi di Lajos Miller e del soprano giapponese Keiko Kashima. 11 coro, maschile, era quello del Maggio musicale fiorentino, e così pure il primo violino, femminile, ma saldo punto di riferimento per la giovane orchestra. E così ci congediamo dal grave Cherubini, pur riconoscendogli la « verve » comica dell'aria di Varbel, « Voyez la belle besogne », e ci portiamo intatte le nostre convinzioni sul carattere sostanzialmente involutivo della sua arte teatrale, nonostante lo splendore dell'orchestrazione, essa sì, presaga dei tempi nuovi, e forse più visibile in questo assurdo « opéra-comique », che non nella leggerezza del « Portatore d'acqua ». Ma le accorte seduzioni critiche dei suoi rivalutatori non riusciranno mai a farci dimenticare come Cherubini abbia sperperato e dissolto nel teatro la meravigliosa conquista mozartiana della coincidenza di valori musicali e valori drammatici: valga, a prova, l'ingombrante finale primo della « Lodoiska », che dilaga in un'interminabile dilatazione, imposta dalla prepotenza scolastica delle forme musicali. Massimo Mila

Luoghi citati: Praga, Siena, Trieste