Università, Regione un aiuto reciproco

Università, Regione un aiuto reciproco Università, Regione un aiuto reciproco L'ultimo ostacolo al trasferimento delle facoltà universitarie di Veterinaria e Agrarie dal centro di Torino a Stupìnigi pare superato. Era un ostacolo burocratico complesso: l'Università può costruire solo su terreno demaniale e Stupinigi è invece di proprietà dell'Ordine Mauriziano. Le sue aziende agricole lungo corso Stupinigi sono tutelate dalla sovrlntendenza; altro ostacolo quindi. Questi problemi sono stati Illustrati al ministro Malfatti dai diretti interessati: i rettori dell'Università e del Politecnico, Cavallo e Rigamonti, il presidente della Regione, Viglione, che era accompagnato dal vice presidente Bajardi e dagli assessori Simonelli, Fiorini e Rivolta. Il ministro ha assicurato che si interesserà perché sia modificata la legge. L'Università ha addirittura già pronto il progetto che prevede il restauro delle aziende agricole e l'inserimento dì aule e stalle fatto in modo da non compromettere l'ambiente. La Regione estende il progetto all'utilizzazione pubblica del complesso di Stupinigi sia nell'area agricola che in quella boscosa, secondo quel plano regionale che prevede la costituzione della «cintura verde» intorno alla città, dì cui Stupinigi è, con La Mandria e Santena, uno del cardini. Secondo problema discusso col ministro: il Centro di calcolo, cioè il centro dove dovrebbero venire raccolti, elaborati e controllati elettronicamente tutti i dati relativi alla vita del Piemonte. Si è costituito un consorzio tra Regione, Università e Politecnico, se ne parla da almeno due anni, ma anche qui le difficoltà sono numerose. Il ministro ha offerto la sua collaborazione per superarle: in Regione e all'Università c'è un certo ottimismo, i lavori potrebbero cominciare entro gennaio e febbraio. Dice Fiorini, assessore alla Istruzione: «Il ministro si è dimostrato molto al corrente della situazione ed ha espresso il timore che questo centro diventi, tutto sommato, una specie di luogo di scienza applicata, impedendo alla Università parte di quella ricerca pura che le compete». E' stato rassicurato: l'autonomia di ricerca non è mai stata messa in dubbio. Il consorzio è indispensabile per via delle forti spese che comporta, tanto è vero, ha precisato il prof. Rigamonti, che tempo fa si era pensato di costituirlo tra le Università di Torino, Milano, e Genova. Non se ne fece nulla. Benvenga dunque questo con la Regione, tanto più, hanno precisato Viglione e Simonelli, che «noi non intendiamo affatto succhiare il sangue all'Università, ma intervenire con efficacia anche dal punto di vista finanziario». Un po' d'ottimismo, dunque, sul futuro, anche per quanto riguarda t corsi distaccati di medicina: continueranno a funzionare pur se il decentramento è ancora molto lontano e deve essere esaminato in un ambito nazionale. Regione e Università si stanno quindi alutando a vicenda: tutti lo hanno riconosciuto con soddisfazione ed è sperabile che questo nuovo rapporto prosegua: « Non è più possibile pensare — hanno detto Viglione e Il prof. Cavallo — un'Università staccata dalle Istituzioni pubbliche». . . d. garb.

Luoghi citati: Genova, Milano, Piemonte, Santena, Torino