Quindici tonnellate di pesche italiane distrutte ieri dai frutticoitori sviiieri

Quindici tonnellate di pesche italiane distrutte ieri dai frutticoitori sviiieri Dopo la "guerra,, del vino ci sarà quella della frutta? Quindici tonnellate di pesche italiane distrutte ieri dai frutticoitori sviiieri Bloccati i camion nelle vicinanze del Gran S. Bernardo, hanno rovesciato sull'asfalto il contenuto di centinaia di ceste - Sostengono di essere gravemente danneggiati dalla concorrenza (Dal nostro corrispondente) Berna, 3 settembre. Dopo la guerra del vino con ì produttori francesi ci sarà una guerra delle pesche} con i contadini svizzeri? La scorsa notte gli agricoltori vallesi hanno organizzato lungo la strada del Gran San Bernardo una violenta manifestazione di protesta contro le importazioni di frutta italiana. Dopo aver bloccato, tra le località di Sembrancher ed Orsière, l'intenso traffico automobilistico, i dimostranti, in complesso un centinaio di persone, hanno circondato alcuni autotreni carichi di pesche italiane e hanno rovesciato sull'asfalto il contenuto di parecchie centinaia di ceste. Si suppone che almeno 15 tonnellate di frutta, in grandissima parte pesche di prima qualità, siano state distrutte. Soltanto all'alba dì oggi è stato possibile riattivare il traffico stradale verso il traforo del Gran San Bernardo. Centinaia di turisti stranieri sono stati costretti a passare la notte nelle loro vetture. Verso la fine della dimostrazione un rappresentante del governo cantonale di Sion, l'assessore Guy Genoud, è giunto sul posto nell'intento di calmare gii spiriti, ma alcuni manifestanti lo hanno insultato. Per fortuna non si lamentano feriti e gli autisti dei camion presi di mira dai contadini vallesani sono potuti ritornare in patria. Non è dato sapere se lo spiacevole episodio avrà degli strascichi giudiziari. In ogni caso le autorità consolari italiane si sono associate alle indagini della polizia sul retroscena dell'assurda protesta. La ribellione della scorsa notte contro gli acquisti, da parte dei maggiori supermercati elvetici, di frutta italiana — ribellione che ricorda le ripetute crociate dei viticoltori francesi contro le importazioni di nostri vini — non è stata improvvisata. Gli agricoltori vallesani, da parecchie settimane in fermento per l'andamento poco buono dei loro affari sul mercato elvetico da tempo avevano minacciato di passare alle vie di fatto per impedire le importazioni di frutta) non condividono la politica sull'importazione, attuata dal consiglio federale di Berna, al quale avevano già inoltrato una protesta. I frutticoitori della piana di Martigny sostengono di aver già dovuto gettare oltre 2 tonnellate di pere precosi, marcite nei magazzini a causa dell'eccessiva concorrenza della produzione straniera Secondo i contadini svizzeri, attualmente non vengono rispettate le disposizioni che regolano l'importazione, da parte della divisione federale dell'agricoltura, che permetterebbe l'entrata di prodotti frutticoli stranieri, in esuberanza. Dopo l'azione dimostrativa della notte scorsa, gli agricoltori si aspettano dal governo provvedimenti restrittivi sull'importazione. Se non ci saranno, hanno minacciato di riprendere le ostilità. Intanto l'organizzazione degli importatori svizzeri di frutta e verdura ha diramato un comunicato per protestare contro l'atto di vandalismo » e sottolineare che «l'azione dei pro¬ duttori vallesani può compromettere le relazioni commerciali tra la Svizzera e l'estero e mettere in particolare pericolo le esportazioni svizzere di prodotti agricoli». 1. f.

Persone citate: Genoud, Martigny

Luoghi citati: Berna, Svizzera