Applausi e fischi a Venezia
Applausi e fischi a Venezia Applausi e fischi a Venezia (Dal nostro inviato speciale) Venezia. 3 settembre. (s. r.) Bertolucci con Novecento ha suscitato grande interesse alla Biennale-Cinema, ma anche dissensi, malumori, fischi. E' vero che ha fatto un Via col vento di sinistra? Lui si difende tracciando la sua storia e quella «degli amici che hanno amato il cinema come me, in modo dialettico (Godard, Fassbinder, Straub, Rocha)». Bertolucci dice che i primi film politici della nuova generazione erano ermetici, non comunicavano col pubblico. Riflette: «Mancavano di innocenza, come tutti i giovani ». Con Novecento afferma di aver lanciato una sfida a sé e ai suoi amici, di aver deciso il grande salto, non più dalla parte degli iniziati, ma da quella del pubblico. Il succo della scommessa è: «Si può mantenere intatto il proprio spazio di creatività e di libertà, facendo film popolari?». Il regista pensa che Novecento sia «un film sulla cultura popolare, secondo Gramsci, e nel senso di Pasolini». Dicono che il film, ad onta del titolo, è ottocentesco, e Bertolucci conferma, spiegando di aver accettato certi canoni narrativi tradizionali e aggiungendo', per vezzo, di aver fatto «una rivisitazione neoretorica». Come dire, della moda «retro» sulla moda «retro». La realtà è che si è anche divertito e sentito libero e ha potuto esplorare i suoi contadini i non solo dialetticamente, ma sentimentalmente. Dice, pensando ai dollari dei produttori americani: «Ho avuto una grandissima fortuna. Quasi senza impedimenti e senza controlli». Ad Alberto Arbasino ha confidato: «Sarò riuscito a fare un film davvero popolare che somigli a tutto ciò che somiglia a me?». Il giuoco delle somiglianze si chiama anche analisi critica, severa, ma accurata. Bertolucci ha fatto di uno due film, ha diritto — dicono — a una doppia discussione, a due voti, almeno in Italia. «Gli americani forti del contratto vogliono ridurre Novecento a un solo film di tre ore. Ma chi taglierà e come? E' già pronto un caso cinematografico».
Persone citate: Alberto Arbasino, Bertolucci, Godard, Gramsci, Pasolini, Rocha, Straub
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