Da otte mesi il Piemonte era tranquille dopo i neve sequestri dejTanno scorse

Da otte mesi il Piemonte era tranquille dopo i neve sequestri dejTanno scorse Da otte mesi il Piemonte era tranquille dopo i neve sequestri dejTanno scorse La drammatica serie dei rapimenti cominciò il 3 gennaio del '73 con Tony Carello - Poi ce ne furono altri tredici: alcuni per motivi politici, altri per ottenere forti riscatti - Enrico Campidonico è il secondo bimbo tenuto in ostaggio Dopo otto mesi, la fragile tro- | gua con la delinquenza specializ- j zata in sequestri si è spezzata L'altra sera è stato rapito il fi glio dell'industriale Giorgio Cam pidonico, Enrico, di 5 anni. Con lui è scomparsa anche la cameriera, non si è appurato se complice o vittima dei banditi. Dopo il rilascio di Carla Ovazza nella notte di Capodanno, la cronaca non aveva più registrato, in Piemonte, simili episodi di violenza. Ora si diffondono sgomento e senso di Impotenza contro una criminalità incontrollata, bestiale. Tornano alla mente gli ostaggi uccisi, le violenze. Soprattutto 11 corpicino di Pietro Garis, 5 anni, scosso dai singhiozzi dopo otto giorni di prigionia e le tragiche parole che ha mormorato ai genitori prima di addormentarsi nel suo letto al termine della terribile avventura: « Come è brutta la vita, vorrei morire». ] A partire dalle 20,30 del 3 gen naio '73, con il rapimento di Tony Carello, rilasciato dopo 24 ore su riscatto di 100 milioni (recuperati con l'arresto dei banditi), la regione è sconvolta da una sequenza allarmante di sequestri. Ricordiamoli In breve. Bruno Labate. Sindacalista della Cisnal, sequestrato 11 12 gennaio '73 per motivi «politici» dalle Brigate rosse e rilasciato dopo sei ore incatenato ad un palo davanti alla Fiat Miraflori. Luigi Rossi di Montelera. Scompare il 14 novembre. Richieste di denaro e trattative che i malviventi tirano in lungo per sfibrare i familiari, sfumano in seguito ad una brillante operazione della Guardia di Finanza. Il giovane industriale, ora deputato, è liberato dopo 120 giorni di prigionia. Ettore Amerlo. Capo del personale Fiat, gruppo auto, è rapito sotto casa il 10 dicembre. Subisce per 8 giorni un processo-farsa dalle Brigate rosse. L'attività criminale ha un'improvvisa battuta di arresto. Una imponente serie di arresti sembra aver sgominato le bande, forse af- flliate alla mafia, che agiscono jnel nord Italia. Trascorre un anno intero, poi la violenza dilaga J improvvisa, inarrestabile. Si ag- giungono altri anelli alla catena | a dei sequestri. Fabio Broglia. Studente diciot- o j tenne di Casale, figlio di un pri- a J mario neurologo, è catturato il 19 gennaio '75. Ventun giorni di - prigionia, riscatto 100 milioni. Ma a | i banditi finiscono nelle maglie della giustizia tre giorni più tardi. Pietro Garls. Il primo rapimento di un bimbo nella storia della criminalità torinese avviene 11 23 gennaio. La città Intera trattiene il respiro per 8 giorni. I banditi 10 restituiscono ai genitori per 500 milioni. Renato Lavagna. Impresario edile, rapito il 5 marzo, viene rilasciato dopo 9 giorni. Anche per lui il riscatto è di mezzo miliardo. Si affaccia l'Ipotesi di un « racket » edilizio. Emilia Blanglno Bosco. Prima donna in mano ai banditi, è aggredita mentre parcheggia l'auto nel garage sotto casa la sera del 16 aprile. E' la titolare della ditta Stalea di La Loggia. Viene liberata il 24 per 750 milioni. Antonio Cagna Vallino. Figlio di un impresario di Volplano, ha 19 anni, studente in architettura. E' sequestrato il 4 maggio e liberate pochi giorni più tardi dietro pagamento di 97 milioni. I rapitori finiscono tutti in carcere. Mario Ceretto. E' aggredito il 23 maggio, In piena notte di fronte a casa alla periferia di Cuorgné. I banditi infieriscono con furia bestiale, lo uccidono a bastonate ma chiedono ugualmente 11 riscatto. Il suo corpo viene trovato quattro giorni più tardi, sepolto in un prato ad Orbassano. Marco Cava. Figlio di un industriale di Orbassimo, è rapito la notte del 25 maggio in via Montevecchio a Torino. La famiglia paga qualche centinaio di milioni e tace. Il giovane torna a casa dopo 4 giorni. L'episodio è denunciato soltanto nel gennaio di quest'anno. Vittorio Vallarlno Gancla. Le Brigate rosse lo sequestrano il 4 giugno a Canelli. Intercettate dal carabinieri ad Acqui, il giorno seguente, ingaggiano un conflitto a fuoco. Muore un carabiniere, altri due rimangono feriti. Muore anche Margherita Cagol, moglie del capo delle Brigate, Renato Curdo. Carla Ovazza. Cade nelle mani dei banditi II 26 novembre. Le trattative sono drammatiche, i rapitori sembrano decisi a tutto. Vogliono fare pressione sul consuocero dell'ostaggio, Giovanni Agnelli. Si accontentano di 600 milioni e mettono in libertà la donna nella notte di Capodanno dopo 35 estenuanti giorni. Carlo Novara Franco Campidonico a colloquio con il vicequestore Montesano e il capo della mobile

Luoghi citati: Acqui, Canelli, Casale, Emilia, Italia, La Loggia, Orbassano, Piemonte, Torino