I genitori di Francesco Santini

I genitori I genitori (Segue dalla 1' pagina) casa che stanotte quaranta uomini della polizia hanno circondato imbracciando i mitra. Erano passate da poco le quattro e l'intero stabile è stato svegliato. Dall'appartamento del primo piano, dopo una rapida perquisizione, è stato visto uscire Ermes Azzolini, 65 anni, taglia gigantesca, il volto segnato. Aveva riconosciuto la foto del figlio su un giornale della sera. «C'era qualche incertezza — dice la moglie, Emma Prediani —, ma abbiamo preferito tacere, sperare». Poi in questura, la conferma, senza ombra di dubbio. L'alloggio degli Azzolini adesso è di nuovo in ordine. Stanotte è stato rovistato a fondo: nulla è emerso dalla perquisizione ordinata dal sostituto procuratore Moi. La madre di Lauro è accanto a un piccolo telaio circolare: fa la maglierista da 30 anni, lavora a domicilio per alcune ditte della zona: sei ore alla macchina per mettere assieme quattromila lire. «Eppure — dice pacata — si viveva tranquilli, eravamo riusciti a comperare questa piccola casa, a mettere insieme qualche risparmio: i figli, a volte, meglio non averli». La donna sembra rassegnata: l'uomo si controlla a fatica. E' un ex bigliettaio dell'azienda municipalizzata dei trasporti. « Una vita a staccare biglietti — dice — con questi bei risultati: una vergogna. Ho l'unica speranza, che a sparare non sia stato lui ». Percorre la stanza a grandi passi: «Un lupo in gabbia », ripete rosso in volto e la moglie che è lì a manovrare il telaio lo riprende decisa: « Vai a letto, sta zitto ». Lui stacca dallo specchio una cartolina illtistrata: « Ecco — dice — in un anno e mezzo soltanto gli auguri ». C'è la foto del Duomo di Milano e Lauro scrive al padre che compie 65 anni: « Saluti, auguri, sto bene ». Se n'era andato nel febbraio dell'anno passato, quasi d'improvviso. Un saluto alla fidanzata, maestra alle scuole elementari con lui da sei anni, una spiegazione a metà in famiglia: «ho stabilimento è in crisi: forse ci sarà qualche licenziamento, vado a fare il rappresentante in Toscana ». Un paio di visite a Reggio, l'ultima in aprile, qualche telefonata rara poi più nulla. « A trentadue anni — dice la madre — che cosa si può stare a chiedere ad un figlio? Basta sapere che sta bene in salute, che il lavoro non manca ». Una famiglia tranquilla, stimata. « Mai un fastidio », di, cono i vicini di casa « e anche il ragazzo, bravo, educato, nulla da dire ». Adesso scoprono in lui l'assassino di un vice questore, il protagonista di un delitto politico, 10 inquadrano nella figura del brigatista. Anche la polizia sembra stupirsi: sapevano che Lauro Azzolini era un extraparlamentare, che aveva fatto parte di una comune di ispirazione « cinese »: una volta gli erano andati a casa per una perquisizione ma nulla era venuto fuori. Il suo nome sì affianca da oggi a quello più noto di brigatisti reggiani. E' insieme a Roberto Ognibene che uccise 11 maresciallo Maritano, a quello di Franceschini, di Fabrizio Pelli, di Franco Trampolini, di Prospero Gallinari, di Attilio Casaletti, di Tonino Loris Paroli. E' il gruppo dei brigatisti reggiani che ancora una volta viene alla ribalta e la città stupita si interroga sul perché di una serie così numerosa sul perché di tante storie parallele. Francesco Santini

Persone citate: Azzolini, Emma Prediani, Ermes Azzolini, Fabrizio Pelli, Franceschini, Franco Trampolini, Lauro Azzolini, Prospero Gallinari, Roberto Ognibene, Tonino Loris Paroli

Luoghi citati: Lauro, Reggio, Toscana