Splendido importante lavoro del "surfactant" nei polmoni

Splendido importante lavoro del "surfactant" nei polmoni Un "lubrificante,, indispensabile per vivere Splendido importante lavoro del "surfactant" nei polmoni SI chiama « surfactant » — col suo intraducibile ed ormai accettato termine anglosassone — quel sottilissimo velo di liquido che ricopre, ininterrotto, I 90 metri quadrati di superficie degli alveoli polmonari e che, silenzioso, nascosto ed indispensabile, assiste il polmone nel suo continuo lavoro di mantice respiratorio. E' assolutamente indispensabile alla vita, il surfactant: perché, senza di esso, i nostri polmoni sarebbero incredibilmente rigidi, induriti e passivamente resistenti: capaci di ventilare solo più a costo di uno sforzo enormemente grande. Senza quello speciale lubrificante che è II surfactant, dovrebbero, per azionare l'Indurito mantice del nostro respiro, provvedere muscoli respiratori impensabilmente sviluppati. Questo velo liquido è dotato, proprio come i detersivi, di specifiche proprietà tensioattive: la sua tensione di superficie si modifica in funzione della concentrazione e delle modalità di allineamento di una serie di molecole di fosfolipidi, fabbricate da un tipo particolare di cellule degli alveoli polmonari e riversate nel lume di questi, a tappezzarlo in modo continuo: con il risultato di una notevole riduzione della forza necessaria a distendere gli alveoli durante l'inspirazione (quando essi, come sappiamo, si dilatano, solidali con l'ampliamento inspiratorio del torace, per ricevere l'aria necessaria al rifornimento di ossineno) e nella fase successiva, di retrazione espiratoria (necessaria all'eliminazione verso l'esterno dell'anidride carbonica) con l'analogo risultato di una riduzione, sino al minimo, delle resistenze che si oppongono alla diminuzione del volume alveolare. E ancora (tenuto presente che gli alveoli polmonari hanno grandezza assai diversa fra di loro e sono sottoposti tutti insieme, nei movimenti ciclici del respiro, a forze meccaniche identiche per tutti) la sostanza tensioattiva è in grado di equilibrare gli effetti di queste forze, nel senso di consentire una buona espansione anche degli alveoli più piccoli e di impedirne il collabimento alla fine dell'espirazione. La ventilazione degli alveoli risulta quindi più omogenea e meno subordinata alle loro differenze di grandezza. A parte queste meraviglie meccaniche, lo stesso liquido tensioattivo interviene anche nel passaggio dell'ossigeno e dell'anidride carbonica fra le due fasi: quella gassosa (aria alveolare) e quella liquida (sangue capillare polmonare). Lo strato di surfactant rappresenta in effetti l'estrema barriera di sostanza organizzata esistente nell'apparato respiratorio fra il sangue e l'aria inspirata dall'ambiente esterno. Le caratteristiche fisico-chimiche di questo liquido sicuramente non sono estraneo ai transito delle molecole gassose, che in esso vengono disciolte. E quando davvero manca II surfactant? Gli scambi gassosi sono impossibili: è '-uanto accade nella malattia a membrane ialine del neonato, in cui vediamo sommarsi i danni delle difficoltà meccaniche della ventilazione a quelli dell'ostacolato passaggio del I gas respiratori. Il neonato non | può respirare. E' dunque veramente vitale la ■ importanza di questo surfactant. La sua scoperta, non più recentissima, rappresenta un traguardo raggiunto negli studi delle basi ultrastrutturali e molecolari della fisiologia. Ma nulla è definitivamente risolto anche in questo campo. Renzo Garbagni Inc. di Fisiopatologia Respiratoria Università di Torino

Persone citate: Renzo Garbagni Inc

Luoghi citati: Torino