La fuga dei centomila dagli uffici di Giancarlo Fossi

La fuga dei centomila dagli uffici Dopo le insistenti voci su un eventuale blocco della liquidazione La fuga dei centomila dagli uffici Roma, 1 settembre, i La «corsa alla liquidazione» si è accentuata vegli ultimi i giorni. In alcuni settori ha as- sunto proporzioni allarmanti. | Di fronte al pericolo di blocco dell'indennità di anzianità o di supertassazione, numerosi dirigenti, funzionari, impiegati hanno presentato le dimissioni con qualche anno di anticipo sul previsto e talvolta anche senza aver raggiunto gli anni per avere il massimo della pensione. Il fenomeno riguarda in modo n cssiccio gli istituti di credito, le finanziarie a partecipazione statale, le maggiori aziende private e pubbliche, gli istituti previdenziali, gli enti locali. Nelle Regioni e in diverse aziende municipalizzate l'esodo investe anche i gradi più bassi, come quelli dei commessi e degli uscieri, che pur conseguono liquida zioni e trattamenti pensioni stici elevati. Ana'oga la situa zione fra i dipendenti dei due rami del Parlamento Quanti sono? E' impossibile dirlo ora con precisione, perché mancano i collegamenti necessari per una stima globale. Mr vi è chi avanza l'ipotesi che siano circa 100 mila i dipendenti pubblici e privati che hanno lasciato o stanno per lasciare l'impiego per il timore — probabilmente infondato — di incassare la liquidazione «tagliata». Nessun provvedimento, però, è stato sinora adottato dal governo, tanto più che i sindacati hanno posto la con- dizione pregiudiziale di un'at-tenta consultazione. La Fede- razione Cgil-Cisl-Uil ha inoltre rilevato l'esigenza che la questione sia discussa, insieme a quella degli scatti, in una trattativa con le Confederazioni degli imprenditori industriali, mercantili e agricoli. «Una vertenza complessa — sottolinea il segretario confederale della Cgil, Scheda — che richiede un adeguato approfondimento anche per il divario delle situazioni esistenti fra operatori e impiegati, fra settori e settori, e per i problemi politici, sindacali giuridici e tecnici che va». E' certo che mai, come in questi giorni, da oltre mezzo secolo dalla sua definizione ., | sone- ! ! legislativa, si è cosi intensa j mente parlato di indennità di | 1 anzianità. La polemica è mol ; to accesa fra oppositori e so- ' ! stenitori di una modifica al sistema della liquidazione, mentre si diffonde malcontento fra larghe fasce di lavoratori dipendenti. Soltanto un limitato nume-1ro di indennità di anzianità iraggiunge infatti le cifre vertiginose dei 100 o dei 200 milioni ( 144 milioni quella di un dirigente dell'Acea, l'Azienda elettrica municipalizzata di Roma), mentre una notevole quantità di trattamenti è compresa entro livelli decisamente più modesti, anche fra dirigenti e funzionaari (fra i 10 e i 30 milioni, con anzianità pure di quarant'anni). Fra le Confederazioni dei lavoratori, e all'interno di esse tra i vari sindacati di categoria, i contrasti non sono lievi e si acuiranno sempre più se si dovessero delineare soluzioni che mettano in pericolo diritti già acquisiti, se non addirittura il principio stesso dell'indennità. «Il punto fondamentale su quale va rivolta l'attenzione — fa presente l'avvocato Ciabattini, segretario generale della Confederazione dei dirigenti d'azienda — è che, di fatto, l'indennità di anzianità costituisce l'uni- ca forma di risparmio obbligatorio del lavoratore. La continua svalutazione, le tentazioni derivanti da un consumismo che lo stesso sistema produttivo sollecita, la spinta al miglioramento sociale fanno sì che il lavoratore subordinato, in qualunque grado della scala gerarchica, difficilmente riesca a dedurre dalla sua retribuzione una quota da accantonare a risparmio». Ciabattini aggiunge: «L'in | dennità di anzianità è la spe ! ranza verso la quale si rivolge il lavoratore per soddisfare alcune istanze alle quali non ha potuto dare risposta lungo il periodo di lavoro. E, in tutti questi discorsi, non va dimenticato che il destinarlo dell'indennità può essere anche una persona diversa dal ! lavoratore, come avviene nel caso previsto dall'articolo 2122 del codice civile». Gli orientamenti di modifica del sistema sono essenzialmente due. Il primo riguarda una supertassazione al di là di una cifra da determinare (si parla di 15 milioni), o comunque una tassazione progressiva in rapporto alla mag-1 giore entità della somma. Il secondo prevede: 1) il congelamento dei fondi maturati fi¬ I 1 no a un certo momento (ad esempio, al 31 dicembre 1975) e l'offerta al lavoratore di alI cune soluzioni per lo smobilizzo, come liquidazioni graduate, corresponsione di azioni di risparmio, utilizzo per acquisto di alloggi nell'ambito di programmi di edilizia sovvenzionata; 2) per il futuro, il pagamento anno per anno delle quote corrispondenti all'indennità di anzianità, da utilizzare in azioni di risparmio, in programmi di edilizia sovvenzionata, in conti bancari indicizzati. Giancarlo Fossi

Persone citate: Ciabattini

Luoghi citati: Roma