Ora l'Olanda acquisterà 14 aerei dalla Lockheed

Ora l'Olanda acquisterà 14 aerei dalla Lockheed Lo scandalo delle "bustarelle,, distribuite dalla compagnia americana Ora l'Olanda acquisterà 14 aerei dalla Lockheed (Dal nostro inviato speciale) L'Aia, 31 agosto. L'Olanda comprerà tredici aeroplani della Lockeed, cioè della Compagnia americana le cui bustarelle — offerte o richieste — hanno spazzato via il principe Bernardo da ogni carica ufficiale. La situazione attinge il grottesco quando si pensa che gli aerei in questione sono i ricognitori «P 30 Orion», gli stessi per i quali, nel '74, Bernardo richiese, con arroganti lettere scritte di suo pugno, una esosa percentuale sulle vendite: il 4 per cento sul costo degli aerei, l'8 per cento sui pezzi di ricambio. Se l'accordo fosse andato a buon fine, gli sarebbero toccati circa sei milioni di dollari, cinque miliardi di lire. Ma il Governo disse che si poteva andare avanti con i vecchi Neptune, e l'affare sfumò. Ora il ministro della Difesa olandese, Henk Vredeling, afferma invece che i vecchi aerei non sono più all'altezza della situazione. Dopo aver preso in esame i britannici «Nimrod», i francesi «Breguet-Atlantique» e gli americani «Orion», ha concluso che sono proprio questi che fanno al caso dell'Olanda. La spesa prevista è sui 200 milioni di dollari, 170 miliardi di lire. Due anni fa — dicono oggi i cinici — sarebbero costati molto meno, Bernardo avrebbe avuto la sua provvigione, da spendere nelle notti della Costa Azzurra, e il Paese avrebbe evitato una crisi. Ed è una crisi che ha lasciato il segno. Anche i calvinisti, fedelissimi ai reali, hanno dichiarato che l'istituto monarchico non potrebbe sopportare un altro colpo simile a quello infertogli da Bernardo, e che occorre pertanto una maggiore sorveglianza. Il giornale di destra Telegraa) annuncia oggi in prima pagina: «In arrivo una legge sulla Casa reale». L'altro quotidiano di destra, lo Algemeen Dagblad, avverte: «Den Uyl darà una nuova impostazione ai rapporti tra governo e Casa reale». E il Volkskrant, cattolico di sinistra: «Sarà meglio definito lo status della Casa d Orange». Una definizione delle norme che regolano i rapporti tra governo e famiglia reale è infatti il minimo prezzo che il Parlamento poteva pagare all'opinione pubblica dopo aver deciso di non aprire un procedimento penale a carico di Bernardo. Tutti in cuor loro sanno che è vero quanto ha affermato il leader socialpacif ista Van der Lek, che a salvare il principe è stata solo «la volontà politica di non procedere ». E sanno anche che è vera un'altra accusa: «Molti che ora gli voltano le spalle sono corresponsabili di ciò che gli è successo». E' dunque necessario che certe posizioni siano chiarite, e limitati certi ambiti di libertà, mentre ci si avvia alle elezioni generali del maggio prossimo. A proposito di elezioni, bisogna rilevare ancora una volta come il partito socialista, leader della coalizione di governo, possa presentarsi con ottimismo alle urne grazie alla grande abilità manovriera di Joop den Uyl. Il premier è riuscito in un difficilissimo compito: smascherare il principe Bernardo senza provocare l'abdicazione della regina Giuliana. Questo non perché il partito socialista perda il sonno per amore della monarchia, ma perché gli olandesi alla monarchia sono ancora attaccati, e soprattutto alla regina. Il partito di Den Uyl avrebbe pagato l'addio di Giuliana con un sicuro rovescio politico. Tuttavia, proprio il particolare affetto per Giuliana è per l'istituto monarchico olandese un campanello d'allarme. Quando lei se ne andrà — tra uatcr un anno o due, allorché la sua abdicazione non apparirà più legata alla vergogna del mari- to — si porterà dietro quel sentimento, e la gente si ac corgerà che «il re è nudo» (anzi, la regina Beatrice, con rispetto parlando). Oggi un sovrano può essere solo o un dittatore o un anacronismo. In questo secondo caso, finché nulla viene a sfiorare la sua cristallizzazione è salvo, ma un piccolo urto (e figuria moci lo schiaffone di Bernar- do) può bastare a mandare un trono in frantumi. Già adesso, anche se i socialpacifisti sono gli unici a proclamarsi ufficialmente per la repubblica, molte altre voci si levano a dire, in forma meno violenta, il proprio fastidio. Scriveva oggi Blokker, un famoso columnist olandese: «La monarchia non è che una forma, come la repubblica o il federalismo. Un accordo, insomma, e se la maggioranza è per la monarchia sarò l'ultimo a fare il bastian con- trario. Purché non santifichi- no l'impresa, e non ne guasti- 720 la ragionevolezza con l'ir- razionalità di bandiere, sfilate e manifestazioni d'affetto a persone che non conoscono nemmeno». Franco Mimmi Solo "rimprovero" per il magistrato che disse no a Parigi Parigi, 31 agosto. (p. pat.) Il magistrato Etienne Ceccaldi, che sfidò il ministero della Giustizia rifiutando il trasferimento d'ufficio da Marsiglia ad Hazebrouck, dopo essersi occupato di uno scottante dossier sui « petrolieri », ha ricevuto ieri sera il verdetto ufficiale della commissione disciplinare davanti alla quale era comparso, su istanza del ministro Lecanuet. All'indocile magistrato è stata notificata la sanzione più leggera — un semplice « rimprovero con iscrizione » nel suo dossier personale — fra quelle contemplate nell'arti colo 45 dello statuto della magistratura francese. Inoltre Ceccaldi è stato giudicato soltanto per la « mancanza all'obbligo del riserbo » (aveva dato eco clamorosa al suo caso) e non per il rifiuto («insubordinazione ». l'aveva definita l'allora ministro della Giustizia Lecanuet, passato nel nuovo governo al ministero della Programmazione) di raggiungere il suo nuovo incarico ad Hazebrouck, un piccolo centro del Nord della Francia. La commissione disciplinare si è astenuta dall'esame di questa seconda imputazione contro il magistrato. Il « caso Ceccaldi » aveva avuto vasto clamore in Francia nei mesi scorsi, perché il trasferimento d'ufficio del giovane magistrato (un battagliero « pretore d'assalto ») era stato considerato da un settore della magistratura e dai partiti di sinistra come un mezzo di rappresaglia esercitato dalle autorità nei confronti di un sostituto procuratore che aveva rivelato con le sue indagini le collusioni tra politici e industriali del petrolio.

Persone citate: Beatrice, Etienne Ceccaldi, Franco Mimmi, Hazebrouck, Henk Vredeling, Lecanuet, Neptune