Sangue sul lavoro: tre morti

Sangue sul lavoro: tre morti Una giornata nera a Grugliasco in un'officina e alla Fiat sezione telai Sangue sul lavoro: tre morti La prima disgrazia alle 10 : crolla un capannone travolgendo quattro muratori ; uno di essi ha il capo schiacciato - In via Bramafame un pistone sparato da un cilindro difettoso uccide un autobetoniere - Alla Fiat un operaio ucciso da due contenitori che piombano dall'alto - Oggi, per protesta, un'ora di sciopero Una tragica serie di infortuni ha caratterizzato il secondo giorno della ripresa lavorativa dopo la parentesi delle vacanze. Il tetto di un capannone a Grugliasco è crollato travolgendo tre muratori, uno è morto sul colpo, 1 suol compagni sono rimasti quasi illesi. Il proprietario di un'autopompa per 11 cemento è stato ucciso da un pistone « sparato » da un getto di olio compresso. Infine, un operalo è stato schiacciato da alcuni contenitori metallici alla Fiat. Immediata la reazione del sindacati a quest'ultimo episodio: nella sezione telai oggi ci sarà una ora di sciopero con assemblee per ogni turno. Gerbido - All'infortunio di straII primo e più grave infortunio è accaduto alle 10 al Gerbido, in via Indipendenza 7, in un capannone della ditta Brefer (riparazioni ed assistenza macchine movimento terra). La costruzione, vecchia di una quindicina d'anni, necessitava di una revisione generale, i lavori sono stati affidati alle ditte Orteco ed Lmc. Ieri 1 muratori hanno cominciato a riparare il tetto per arrestare le infiltrazioni d'acqua che avevano intaccato i pilastri in cemento armato e l'intelaiatura metallica. Dice Luigi Oste, 17 anni, abitante alla Falcherà in via delle Querce 29: « Avevamo costruito una carrucola per alzare fino al tetto le lastre di eternit e la lana di vetro da usare come intercapedine. Io sono salito su un cornicione, dovevo ricevere le tegole e sistemarle ». Nell'interno c'erano due operai, Giannino Finotto, 45 anni, abitante a Racconigi in corso Principe di Piemonte 27 e Pasquale Sciarone, 18 anni, via Staffarda 11. Dice quest'ultimo: « Stavamo tagliando dei tubi di ferro da utilizzare come grondaie. Ad un tratto abbiamo sentito uno scricchiolio, l'intero edificio ha tremato ». E' successo il finimondo. Sette arcate hanno ceduto di schianto e sono rovinate a terra. Ricorda Luigi Oste: « Mi sono trovato su un cumulo di macerie, immerso in una nube di polvere. Poi ho inteso delle invocazioni d'aiuto ». Sono accorsi altri colleghi, Bruno Sundas, 22 anni, corso Novara 35, ha dato l'allarme ai pompieri. Tutti hanno scavato tra i rottami. Fasquale Sciarone, estratto in grave stato di choc, è stato accompagnato all'ospedale Martini Nuo vo con un'ambulanza insieme a Luigi Oste. Pochi minuti più tardi i soccorritori hanno trovato anche Giannino Finotto. Per lui non c'era più nulla da fare, una sbarra di sostegno gli aveva sfondato il cranio. I suoi due compagni se la caveranno in po. chi giorni. Vittima del secondo infortunio è Antonio Caterino, 35 anni, via Lanzo 145, sposato e padre di tre figlie. Proprietario di una pompa per calcestruzzo, lavorava per conto della ditta Pioneer in strada Bramafame 50. Da qualche giorno il pistone che solleva il braccio snodato in acciaio si era Inceppato. Dice l'autista Raffaele Brullo, 27 anni, Cascine Vica: « Lunedì aveva portato il camion ad Alessandria per farlo riparare. Ma là avevano troppo lavoro, non hanno accettato. Antonio, che era un ottimo meccanico, ha deciso di fare da sé ». Ieri mattina, aiutato da Nicola Strazze, 43 anni, autobetoniere, via Carrera 24, e da Raffaele Brullo, ha sistemato il cilindro su un tavolo, poi ha dato pressione alla valvola per estrarre il pistone. Proseguo Brullo: « Il meccanismo non ha funzionato, Antonie si è diretto verso i comandi idraulioì passando davanti al cilindro ». Uno scoppio improvviso, come di frusta. Il pistone, pesante una quarantina di chili, si è trasformato in proiettilo micidiale: ha colpito Antonio Ca¬ tcmssdnctesasaonmpatltfsstrsumgtsmAttfimsssaficcldmptdsnd ada Bramafame ha assistito Rterino all'addome scagliandolo contro un muro distanto alcuni metri. Il doppio urto gli ha causato gravi fratture interne e lo sfondamento del cranio. I medici dell'ospedale Maria Vittoria non hanno potuto fare altro che constatarne la morte. L'operaio morto nella seziono telai della Fiat, in via Cigna 115, si chiamava Franco Palazzoni, 34 anni, via Baracca 25. Si era sposato ne] '67 con Gina Vìsparello, aveva due figlie, Cristina di 8 anni o Stefania di 10 mesi. L'infortunio è accaduto verso le 10 nel magazzino dell'officina. Il Palazzoni stava uscendo a piedi con Galileo Pippinato, 51 anni, corso Corsica 176. Quest'ultimo ha detto più tardi alla polizia: « Ho sentito gridare, istintivamente ho fatto un balzo di fianco e mi sono voltato. Una visione orribile, Franco era rimasto sepolto sotto due cassoni metallici ». Inutile la corsa disperata all'istituto Maria Adelaide. affaele Brullo - Franco PalazDagli accertamenti, sembra che i contenitori siano rimasti agganciati al carrello elevatore manovrato da Venanzio Vitalini, 34 anni, via XX Settembre 76, che spostava alcune traverse di ferro. Nel pomeriggio, terza lega Firn u Consiglio di fabbrica della sezione telai hanno denunciato l'episodio e proclamato un'ora di sciopero per oggi. In un documento affermano: « L'incidente mette in risalto l'inosservanza di elementari norme antinfortunistiche, ma soprattutto un'organizzazione del lavoro basata sullo sfruttamento intensivo dei lavoratori, in omaggio alla logica della produttività con i mezzi più facili ». I sindacati aggiungono che la direzione Fiat non ha apportata nessun sostanziale miglioramento ai modi di lavorazione, malgrado « prescrizioni dell'Ispettorato del lavoro ». Secondo il Consiglio di fabbrica e la Firn « non si possono più accettare le dichiarazioni del¬ zoni, 34 anni, terza vittima l'azienda che tendono a scaricare ancora e sempre sui lavoratori la responsabilità di tali incidenti. Si deve iniziare un confronto con la direzione per affrontare tutti i problemi dell'ambiente di lavoro a partire dall'applicazione rigorosa delle norme antìinfortunio, delle quali si deve tener conto nel momento in cui vengono calcolati i tempi di lavoro e quando avviene la distribuzione del carichi di lavoro ». ■k Giuseppe Marras, 46 anni, Collegno, via Santorre di Santarosa 11, operaio del Vallesusa — industria tessile che ha sede a Collegno, in via XX Settembre 71 — è rimasto vittima ieri di un grave infortunio. Mentre lavorava ad una macchina tessitrice, è stato afferrato per la mano sinistra dagli ingranaggi che gli hanno spappolato quattro dita. E' ricoverato al Cen. tro traumatologico. Carlo Novara Giannino Finotto, morto al Gerbido - All'infortunio di strada Bramafame ha assistito Raffaele Brullo - Franco Palazzoni, 34 anni, terza vittima

Luoghi citati: Alessandria, Collegno, Grugliasco, Piemonte, Racconigi