Walter domina anche in Germania di Giorgio Viglino

Walter domina anche in Germania Al Nuerburgring nella 350, Ago «rompe», Cecotto è secondo Walter domina anche in Germania (Dal nostro inviato speciale) Niirburgring, 29 agosto. Questa è la storia di una corsa sola nell'arco di una giornata di rumori. E' la cronaca di come si vince un titolo mondiale, quello delle 350, in silenzio e di come si perde una corsa, l'ennesima dell'anno, urlando di rabbia. La vittoria MV, la rivincita del fuoriclasse e la sconfitta dei bambini prodigio, fanno parte di un'altra vicenda non meno bella ma diversa e staccata. Walter Villa è campione del mondo per la seconda volta In stagione, la quarta In assoluto, è il leader del motociclismo mondiale, per la prima volta più celebre con quel suo cognome del Claudio canterino. Giacomo Agostini è al suo quindicesimo ritiro, all'ottavo della classe, mentre ancora una volta era lì lì per vincere. Le Aermacchi hanno un motore potente ed elastico, ma come tutti I due tempi mai si può giurare che II rapporto scelto per la miscela sia esatto almeno per un buon avviamento, e così al via, delle due moto arancione, va in marcia soltanto quella di Villa. Bonera lì a fianco si fa Intruppare, Cecotto ruba dalla seconda fila, Braun, li pilota di casa, schizza subito In scia a Korhonen. finnico volante. Ago parte all'Interno di tutti, posizione scomoda per prendere la prima curva e Infatti quando ritorna sul rettilineo dietro ai box, davanti ha una decina di avversari. E' la cronaca di una partenza come tante, ma qui ci si gioca tutta la stagione: Cecotto deve vincere, Villa può anche non vincere, Agostini vuole vincere. Le colline deil'Etfel hanno avuto qualche raggio di sole nel primo mattino, poi II cielo è tornato cupo e le nuvole si sono affastellate In strati diversi per la consueta minaccia di pioggia. Per ceicare di seguire qualcosa di più del chilometro della zona arrivo, salgo sulla cima della torre Continental, con un binocolo enorme e riesco a scorgere brevi tratti lasciati scoperti dal verde-nero del bosco. Il primo è giù oltre i labirinti in discesa, e le macchioline che passano svelte le identifico con i colori: c'è II rosa della tuta di Korhonen, poi lo scuro di quella di Braun, poi il bianco arancio di Villa e il rosso di Agostini. Giù, prima del Karrusell filano via ben chiari alla curva Incastrata a fondo valle, prima di prendere la seconda che è nascosta alla vista proprio dalla sopraelevazlone della pista. Il motivo della gara è già tutto delineato: Braun è al comando, Villa lo tallona, Agostini è ormai agganciato e dietro c'è II vuoto prima del gruppetto dei comprimari In cui è finito Cecotto. Sono tre le marche italiane In gara e tre sono davanti a tutte: Morbidelli, Aermacchi e MV nell'ordine. L'attesa è lunga prima del ritorno sul traguardo, lunga chissà quanto sotto al box dove si è rimasti ancora alla situazione di partenza. Mi raccontano poi che tra MV e Aermacchi è tutto uno studiarsi, qualche parola scambiata In lombardo stretto con le inflessioni diverse del varesotto e del brianzolo, l'Indaffararsi Inutile per mascherare la rabbia dell'essere Inutili ora dopo tanto lavorare. Ed eccoli bene allineati Braun, Villa e Ago, con l'asfalto già sgombro alle spalle. Giù nella prima parte in discesa, Mino prova ad affiancarsi, ma poi rimane all'indletro a controllare. Cecotto sclv.ola più. indietro, da posizioni lontanissime ritorna Bonera, si scopre certo Christian Sarron, ventenne francese, ma sono comparse di una commedia che ha altri protagonisti. Al Karrusell, Ago sembra Infilare gli altri due, ma poi rimane Indietro, mentre scompare alla vista nel tratto In salita. Non è la solita tattica di saggiare la volontà e I margini degli altri, il motore ha esalato l'ormai consueto « woof ' ed è II quindicesimo stop iridato, più gli altri in gare minori: comun denominatore e quasi esclusivo la centralina elettronica saltata, sempre la vecchia Dansi e non la nuova Krueber che si deve collaudare. DI li a un quarto d'ora, Mino arriva non so come su quella specie di trespolo dove sono lo con il binocolo e per la prima volta da che lo conosco lo vedo veramente fuori di sé. La prima frase che dice è emblematica, più Importante delle tante parole che seguono, delle spiegazioni, delle recriminazioni, degl'Improperi. « Che voglia ho di correre! ». La voglia di correre e di vincere, la coscienza di poterlo fare e di meritarlo appieno. Si prende la testa fra le mani, scompigliando I capelli a riccioli, chissà cosa pensa prima di esplodere nuovamente: « Ma fossi In gara per fare il decimo posto... No, sono li che sto per vincere, che posso vincere e niente, mi devo fermare ». Non so come replicare, una domanda qualunque sembrerebbe messa a sproposito. Riprende lui: « In partenza il motore aveva preso subito, ma non ho osato sfrizionare, perché mi si è già rotto una volta. Così dagli a Inseguire. Quando ho provato a passarli, ho visto che forse si rischiava d! forzare un po' troppo il motore e allora basta, a fare economia. Ma si può correre cosi? E poi tanto mi fermo lo stesso ». Si Interessa alla corsa, dove ora Villa e Braun battagliano indisturbati davanti a tutti, Cecotto da settimo e Bonera da decimo riprendono posizioni su posizioni. Milani che soffre come un bambino, Mascheroni che deve urlare per non esplodere, vanno in coppia alla barriera a fare segnalazioni, anzi, una sola: « Vai plano! Vai plano! ». Mino guarda e in fondo fa II tifo per Villa pur pensando sempre a se stesso Insoddisfatto. « Ci tenevo proprio al Nùrburgring, perché sai di chiacchiere se ne sono fatte tante, ma qui conta II manico e se io vincevo... Vedi, invece vince lui ed è quasi facile nell'anno In cui ti va tutto bene ». Diventa proprio facile poi quando Braun d'improvviso lo lascia solo. Ha un problema a un cilindro, dopo dirà che temeva un grippaggio. Ma mancano due giri al termine e dietro Cecotto ha risalito tutte le posizioni per I cedimenti progressivi di motori non tanto robusti. Milani teme l'ultimo giro, ha visioni e incubi, non vuol credere alle segnalazioni del tabellone. E invece dalla « esse » sbuca sempre primo Walter, il braccio alzato già prima del traguardo, unica concessione al successo raggiunto. SI ferma sullo slancio proprio alla base della torre da cui siamo scesl al volo ed è lui a domandare: « Dimmi, com'è adesso? ». Ha la voce plana, consueta, con solo quell'accento di curiosità. MI stupisco perché avevamo fatto tutti I conti prima e già si sapeva che bastava per lui arrivare davanti a Johnny per portargli via il titolo. Ma lui vuole le mie spiegazioni, per concludere con un lapalissiano: « Allora l'ha proprio perso! ». Sei tu che l'hai vinto. « Eh! Eh! — sogghigna — è proprio vero ». // viso gli si è aperto In un sorriso che poi non sparirà più, quando s'Incomincia a piedi la lunga marcia di ritorno verso II podio. « Bravo • si sforzano tutti dì dire in mezzo a tanti « gratulieren », ma lui punta dritto sul suo clan. C'è chi lo abbraccia, le pacche furiose di Mascheroni, anche Bonera che è finito poi terzo, commosso. Milani, Il « Gilba », ha gli occhi pieni di lacrime. Walter gli appoggia una mano sulla spalla, dice: « Grazie ». L'altro articola a fatica: « Va là! ». Tre parole in tutto che durano due minuti. Inno, corone dorate, fotografie, la televisione svizzera (quella italiana, ovviamente non c'è], Il microfono di Pancani per ricordare Renzo Pasolini che ha Inventato cinque anni fa questa moto che è diventata imbattibile. Vincere è tutto questo, ma anche la constatazione amara: « A Varese non sanno nemmeno che oggi abbiamo corso ». Giorgio Viglino

Luoghi citati: Germania, Varese